Lavoro

Bellono (Fiom To): «Per le ex Bertone rischio cassa integrazione»

Nel silenzio generale la Fiat di Marchionne sta in queste settimane mettendo in forse anche il modello Maserati, promesso ed ampiamente sbandierato, necessario la rilancio delle ex Carrozzerie Bertone, oggi Officine Automobilistiche Grugliasco. La vicenda è nota. Nello scorso maggio con una disperata mossa i vertici nazionali della Fiom avevano consigliato le Rsu presenti in fabbrica, oltre il cinquanta per cento, di esprimere indicazione di voto favorevole all’ennesimo referendum capestro imposto ai lavoratori di un’azienda Fiat moribonda. La volontà Fiat che riproponeva il modello contrattuale Pomigliano-Mirafiori venne accettata dalla quasi totalità delle maestranze. Ma Airaudo e Landini non hanno mai posto la loro firma in calce al nuovo contratto. Sono passati alcuni mesi da quella che la Fiom chiamò la mossa del cavallo, ed ora Sergio Marchionne dà lo scacco matto ai metalmeccanici della Cgil. Il manager italo canadese pretende che i massimi dirigenti della Fiom accettino quell’accordo e lo firmino definitivamente.  In caso contrario il modello Maserati torna ad essere in forse, con un certa tendenza alla cassazione del progetto che, come per altri casi, non è mai stato spiegato in forma dettagliata. Oltre mille lavoratori sono a rischio licenziamento. La produzione potrebbe essere spostata in nord America, mentre i sindacati che da sempre apprezzano le innovative proposte della Fiat supplicano che il Suv Maserati, se proprio la situazione dovesse precipitare, sia spostato a Mirafiori. Questa forse la sarà la soluzione, che ben si sposerebbe con il definitivo addio dei famosi Suv che dovrebbero essere prodotti nelle storiche carrozzerie Fiat. Non solo. Affinché la situazione sia più pesante possibile Fiat intima di chiedere la cassa integrazione per cessata attività per i 1.077 addetti, invece che per ristrutturazione. Un “ripensamento” relativo al Suv Maserati provocherebbe un effetto a catena su tutto l’indotto torinese dell’auto, a partire dalla Lear, la multinazionale che produce componentistica per il gruppo Fiat che attualmente versa in una grave crisi: verrebbero licenziati tre quarti dei quasi seicento operai. Federico Bellono è il segretario provinciale della Fiom Torino, commenta: “Da una parte abbiamo la vicenda delle elezioni delle rsu, previste per il prossimo quindici novembre. Anche in presenza di ordinanza del giudice ai lavoratori Bertone viene impedito di votare. Questo con il consenso di Fismic e Uilm che fanno addirittura un passo avanti verso i desiderata Fiat, dato che hanno già nominato le Rsa, sostitutive delle Rsu, non più previste dall’accordo di Pomigliano. Una situazione paradossale che impedisce l’espressione democratica dei lavoratori.”


Bellono perché questa manovra della Fiat?
Sicuramente per mettere in un angolo la Fiom e per raccontare a tutti i settantamila dipendenti del gruppo che le nuove regole sono categoriche per tutti. E’ un fatto di una gravità assoluta perché i diritti base delle libertà sindacali vengono spazzati via.

Il modello Maserati alla fine arriverà?
Chi può dirlo. Anche nei periodi più tesi questo accordo non era mai stato messo in discussione. Nelle linee delle ex carrozzerie Bertone sono perfino iniziati dei lavori di ristrutturazione. Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di Marchionne di usare i lavoratori come ostaggio. E’ la stessa strategia di Pomigliano e Mirafiori.

Il ruolo delle istituzioni?
Aspettiamo e auspichiamo prese di posizione unitarie e nette da parte di Comune e Provincia di Torino, Regione Piemonte. Quelle stesse istituzioni che a giugno plaudirono in maniera un po’ pelosa il senso di responsabilità dei lavoratori Bertone ora devono richiamare la Fiat agli impegni presi con il territorio. E’ un loro dovere.

Il modello Marchionne sarà il modello Monti?
Non c’è alcun dubbio che una tentazione in quella sciagurata direzione ci sarà. In vista delle prossime elezione è necessario che la politica si esprima chiaramente su questi temi.

Maurizio Pagliassottiin data:10/11/2011

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