Ambiente

Veneto City

CHE “COSA”  E’ VENETO CITY?

Sulla carta, gli oltre 4 milioni di metri cubi di cemento e vetro potrebbero diventare qualsiasi cosa, le ipotesi avanzate includono, sede degli uffici regionali, un ospedale unico, il polo universitario, polo fieristico, centro ricerche. Di fatto Veneto City è una enorme operazione immobiliare che cancellerà decine di ettari di campagna veneta con la costruzione di un’intera città direzionalecommerciale di cui, però, nessuno ha ancora chiari i contenuti. L’importante, sembra, è iniziare a costruire. Un altro “nonluogo” che stravolgerà definitivamente l’identità dei nostri paesi inglobandoli in una grande e informe periferia.

CHI CI GUADAGNA CON VENETO CITY

Operazioni come Veneto City partono da lontano. Gli speculatori immobiliari, ancor prima della progettazione del Passante, avevano già acquisito molti terreni agricoli a prezzi vantaggiosi in seguito convertiti dai Comuni ad altra destinazione d’uso. In questo modo ingenti somme sono state investite in un affare caratterizzato “dalla scarsissima trasparenza della mano pubblica il cui iter è stato concluso con l’approvazione da parte della Provincia di Venezia guidata da Zoggia” (Renzo Mazzaro – La Nuova Venezia).

Chi, in tutti questi mesi e anni, dal governatore Giancarlo Galan ai sindaci di Dolo, Pianiga e Mirano, passando dall’ex presidente della Provincia Davide Zoggia, ha pubblicamente e ripetutamente garantito che su Veneto City “non esiste alcun progetto preciso”, e che “tutto verrà deciso esclusivamente in base al bene e alle esigenze della collettività”, ha, parallelamente, sollecitato la buona riuscita dell’operazione.

LE RICADUTE NEGATIVE SULLA COLLETTIVITA’

Il commercio, il paesaggio, la cultura locale e la socialità Il piccolo commercio dei centri storici ha subito una veloce e inarrestabile crisi dovuta al proliferare di ipermercati, centri commerciali e outlet.

Veneto City diventerà il più grande centro polifunzionale d’Europa e la preoccupazione per l’economia dei paesi circostanti è stata più volte sollevata dalle Associazioni di categoria dei commercianti. Il nostro paesaggio rurale verrà deturpato da torri alte 150 metri e da una città artificiale con 40.000 presenze al giorno stimate, che di notte si svuoterà completamente.

Inoltre la diffusione di questi “non-luoghi” offende l’identità originaria delle nostre località e induce una fruizione distorta del tempo libero e socialità, sostituendosi alle piazze.

IL GRANDE PARADOSSO

Il motivo principale addotto dalla Regione per avallare operazioni come Veneto City, Tessera City e altri, è che vanno concentrati i poli insediativi in quanto “è ora di finirla con villettopoli e con la diffusione disordinata nel territorio di capannoni”. Ma allora perché non costruire questi nuovi poli nelle grandi aree dimesse come Porto Marghera, tra l’altro servita da una buona rete infrastrutturale? Costano troppo le bonifiche? Invece di costruire inutili “grandi opere” lo stato spenda i soldi per risanare queste aree; un’ operazione di questo tipo consentirebbe di salvare i posti di lavoro e di crearne di nuovi altamente specializzati.

Di fatto incentivare l’economia legata alle costruzioni, oltre che agevolare quasi esclusivamente i soliti noti legati al partito del cemento, ha una prospettiva di breve periodo e provoca irreparabili danni ambientali, sociali ed economici che colpiscono tutta la collettività.

IL RISCHIO IDRAULICO

Uno dei principali problemi ambientali della provincia di Venezia, da tutti riconosciuto, è il consumo di suolo, che già allo stato attuale ha raggiunto livelli più che preoccupanti ai quali è legata la fragilità dell’assetto idrogeologico. Veneto City è progettata su un’area ad elevato rischio idraulico, Superfluo ricordare, a questo proposito, le emergenze sempre più frequenti di esondazioni e vere proprie alluvioni.

IL TRAFFICO

Il traffico previsto dagli stessi progettisti è di 3.500 veicoli ora con punte di 7.000, un flusso veicolare di 70.500 veicoli al giorno. Il Piano trasportistico presentato dai progettisti prevede solo la viabilità interna all’area, ed un nuovo collegamento della variante sp 28 con la sp 25. Ma Veneto City attrarrà traffico da tutto il Veneto e da alte regioni confinanti mandando definitivamente in tilt tutta la viabilità del Graticolato, del Miranese e della Riviera. L’operazione Veneto City finirà quindi per giustificare la realizzazione di nuovi assi stradali, cementificando ulteriore suolo agricolo.

IL PROGETTO

Collocazione:  Zona di Roncoduro. Area compresa tra i comuni di Dolo, Pianiga e Mirano

Dimensioni: 2.617.000 mq di superficie, 2 milioni di metri cubi edificati, torri alte fino a 150 metri. Il più grande centro “polifunzionale” d’Europa.

OPERE CONNESSE

NUOVO CASELLO DI ALBAREA, spostamento della stazione ferroviaria di Dolo all’interno di Veneto City, nuovo collegamento della variante sp 28 (bretella Casello 9 – Roncoduro) con la sp 25 (S.Maria di Sala – Fiesso) Proponenti: Luigi Endrizzi (costruttore che ha realizzato l’IKEA di Padova), Giuseppe Stefanel (imprenditore trevigiano del settore moda), Fabio Biasuzzi (escavazioni), Olindo Andrighetti (importatore di legname), Giancarlo Selci (macchine lavorazione legno).

Dati aggiornati al 21.4.09

CRONISTORIA DEL PROGETTO

Gennaio 2009: presentazione da parte dei proponenti di Veneto City di uno studio trasportistico che prevede un casello ad Albarea. · Agosto 2009: il Commissario Vernizzi presenta pubblicamente, con procedura di legge obiettivo, il casello: il caso vuole che sia previsto in località Albarea. ARRETRAMENTO DELLA BARRIERA DI VILLABONA . La delibera CIPE 80/2003 relativa al Passante prevede l’arretramento a Roncoduro della barriera di Villabona. . Il 20 settembre 2004 con decreto n.12 il Commissario approva il progetto del Passante sulla base della delibera CIPE. . In novembre 2007 il Commissario Vernizzi scrive alla Società Passante di Mestre e all’Ing. Giuseppe Fasiol che verrà mantenuta la barriera a Villabona. . Nel comunicato stampa della Regione Veneto n. 1104 del 7 luglio 2008, l’assessore Chisso, il Commissario Vernizzi e l’a.d. della società autostrade PD-VE Brentan definiscono il casello di Vetrego “provvisorio.. per permettere…la successiva realizzazione della nuova barriera di Roncoduro. . Il Commissario col decreto 72/2008 che approva un nuovo progetto esecutivo che non prevede l’arretramento. . I decreti che hanno prorogato lo stato di emergenza fino al 30 novembre 2009, limitavano l’attività del Commissario ad “assicurare il completamento delle iniziative intraprese”. Ma il Casello di Albarea non è un’opera di completamento. Su quanto avvenuto, C.A.T ha presentato tre esposti alla Procura della Repubblica per far luce sui fatti.

 

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