Il Comitato Nazionale ANPI sostiene fortemente e fa suo l’appello del Coordinamento Regionale ANPI Sicilia affinché lo Stato acconsenta allo svolgimento dei funerali di Stato per Placido Rizzotto, partigiano, martire della libertà e dei diritti. Ma in particolare sottolinea la necessità civile di andare oltre il rito, pur importante e significativo, per “scavare fino in fondo nel cuore di questa storia”, operando per la riapertura delle indagini, per raggiungere – insomma – la verità. Avvertiamo questo come un dovere, non solo nei riguardi della memoria di Rizzotto, ma anche in quelli del Paese tutto: senza la verità, senza il suo pieno accertamento, senza questo robusto anticorpo di civiltà, la democrazia risulta monca oltreché pericolosamente esposta a possibili ritorni di barbarie.
Per queste ragioni, siamo a chiedere, con particolare forza, che gli antifascisti, i partigiani, i democratici e le nostre strutture provinciali aderiscano all’appello ed esprimano, in ogni forma, una volontà ferma e determinata di certezza e di verità, nel ricordo affettuoso e partecipe di un uomo come Placido Rizzotto.
Il Comitato Nazionale ANPI
Roma, 15 marzo 2012
L’appello di Angelo Ficarra, segretario dell’ANPI di Palermo
L’ANPI Palermo chiede di più. Dobbiamo andare anche oltre i funerali di stato che abbiamo chiesto e che diamo per scontati perchè sacrosanti. Noi dobbiamo ricostruire la memoria di questi eroi della libertà e dignità umana. Placido Rizzotto viene da lontano. Socialista, partigiano, Presidente dei combattenti e reduci dell’ANPI di Palermo. Rilancia la Camera del lavoro dopo il fascismo, figlio ideale di Bernardino Verro grande dirigente del movimento dei fasci dei lavoratori siciliani, che quella Camera del Lavoro di Corleone costruì facendo portare ai contadini, di ritorno dal lavoro, ognuno una pietra. Anche esso ucciso dalla mafia. Non possiamo fermarci ad un momento per quanto solenne.Vogliamo scavare fino in fondo nel cuore di questa storia, nella storia delle stragi rimosse, sepolte negli armadi della vergogna, figlia dei depistaggi operati fin da allora dai residuati nefandi del fascismo infiltrati nelle istituzioni dello stato. Fu scatenato allora in Sicilia un vero e proprio terrorismo politico-mafioso e statuale teso a bloccare con il ” vento del Nord” anche la costruzione di una cultura antifascista. La strage di Portella della Ginestra, in cui caddero uccisi tanti lavoratori inermi, fu la prima strage di Stato, emblematica di questo processo. Per questo vogliamo andare oltre con tutte le ANPI d’Italia, nel nome della Resistenza e della Costituzione.
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