ARCELLA Perché l’onda lunga della solidarietà, della civile convivenza, delle regole condivise e dei diritti attraversi e dia colore a un quartiere a volte ma vitale. Per andare oltre il drammatico fatto di sangue accaduto in piazza Azzurri d’Italia, dove dieci giorni fa un giovane uomo tunisino è stato ucciso. E per ampliare gli orizzonti oltre le spinte xenofobe che ogni segnale di degrado si tira dietro a valanga. Una festa, domani 15 aprile dalle 16 alle 20 in piazza Azzurri, la festa del baratto del quartiere, all’insegna del prendi quello che vuoi e lascia qualcosa di tuo. Con la cucina multietnica dell’associazione bengalese Rongdhonu, con l’animazione dei volontari dell’associazione Zattera Urbana e musica dal vivo (Vitamina Punk e Amblé Concorde). Ma soprattutto una festa per portare un po’ di vita domenicale nella piazza che, per vocazione almeno, è il cuore dell’Arcella. E per dare un’opportunità di incontro e comunicazione curiosa, solidale, tra le diverse comunità che nel quartiere abitano. Tra vicini di casa. Il pomeriggio sarà anche l’opportunità di far conoscere un servizio, basato sul lavoro volontario di molti giovani, che all’Arcella lavora per l’integrazione, in prima linea. E’ la Casa dei diritti sociali, in via Bettella 2/ter: un contenitore dove hanno sede, tra l’altro, l’associazione Zattera Urbana (centro aggregazione multiculturale), il circolo Marx di Rifondazione, l’associazione Noi sulla Strada e dove è operativo, ogni mercoledì dalle 18.30, lo sportello sociale contro la crisi. Ci lavorano sei volontari, tre dei quali sono avvocati che, gratuitamente, fanno consulenze, intentano cause spesso collettive (soprattutto su questioni di lavoro, per padovani e immigrati in quasi ugual misura), indirizzano. E affiancano, mediano, dialogano, perchè la solitudine di chi è strangolato dai problemi paralizza, il non sapere a chi rivolgersi, come e cosa fare, ingigantisce ogni difficoltà e fa precipitare giù. Nella devianza, nell’alcol, nel disagio. In questo periodo, le maggiori richieste riguardano gli sfratti, di padovani e stranieri allo stesso modo. Ma c’è chi arriva con le lettere di Equitalia che annunciano pignoramenti per i pasti non pagati alle mense dei figli, e ci sono i rifugiati che per legge non possono lavorare: per loro il tempo si trasforma in un nemico da sconfiggere magari davanti alle slot machine dei bar. E diventa una dipendenza. Per questo, sempre nella Casa dei diritti sociali, l’associazione Zattera Urbana organizza corsi di formazione, di lingua italiana, attività sportive, corsi di taglio e cucito molto richiesti e con buoni sbocchi di impiego ma anche incontri di counseling proprio per chi ai problemi sociali intreccia disagi personali. Alberta Pierobon
Fonte: Il Mattino di Padova
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