Economia, Lavoro, Lotte

SFRATTI ZERO!

Le pratiche di Rifondazione Comunista

Elena C., 30 anni, mamma di una bambina di 7 anni, ha un’attività nel rione Palestro. Per 10 anni ha abitato nello stesso rione pagando un affitto di 750 euro in una casa grande e confortevole: poteva permetterselo. Domani la cacciano di casa. A malapena porta a casa 200-300 euro. «Ma l’ufficio casa non ha voluto aiutarmi», si dispera. Brahim Noucair, marocchino del ’71, lavorava a Limena, poi l’azienda ha chiusonel 2008 lasciandolo a casa.

Adesso si arrangia con una cooperativa che l’ha chiamato una sola volta. I risparmi sono finiti e a casa, in via Manara 37, ha moglie e bambina di un anno e mezzo. Ha smesso di pagare il canone l’anno scorso per dare da mangiare a sua figlia. L’apparamento è lindo e tenuto come una perla, ma la morosità è quasi di 8 mila euro. Ieri gli è arrivato l’ultimo avviso di sfratto: a fine mese dovrà lasciare casa. Mentre Said, 36 anni, è stato cacciato da via Gattamelata l’altro ieri e slvato da una casa d’emergenza in via Montà (per un anno) grazie ad un contratto di 4 ore con una cooperativa.

In via Tonzig 4, Zidi, tunisino, con moglie e 2 figli di 5 e 1 anno, ieri ha ricevuto l’ufficiale giudiziario: entro il 20 luglio dev’essere fuori dall’alloggio. Malgrado un contratto all’Ikea non riesce ad arrivare a fine mese. Sull’uscio la proprietaria di casa, Consuelo Giovannini, in debito con la banca di 1000 euro per pagare le spese condominiali del suo affittuario moroso. E’ disperata. Nello stesso condominio Faical Euchi, 46 anni, operaio a San Giorgio in Bosco. Con il suo stipendio vive la famiglia (con due bambini di sette e quattro anni) e gli anziani genitori in Tunisia. Qualche giorno fa gli è crollato in testa il tetto mentre faceva la doccia, ma è indietro di 2700 euro e restare lì sarebbe meglio che finire sotto un ponte. Invece al 31 maggio è tassativamente fuori, dopo aver lavorato e pagato le tasse in Italia per 23 anni.

Cinque casi in tre giorni ed è solo l’inizio. Allo sportello sociale di Rifondazione, in via Bettella, «ogni mese arrivano 4-5 persone» riferisce Luigi Rinaldo. Se non ci fossero loro una buona parte di questi sfortunati non saprebbe nemmeno cosa fare. «Abbiamo risorse molto limitate e la situazione sfratti rischia di diventare ingestibile».

Il quadro disegnato dall’assessore alla casa Gianni Di Masi è cupo. «Gli sfratti dall’anno scorso sono aumentati del 50%: 80 nel 2010, 120 nel 2011, ma Stato e Regione ci hanno quasi azzerato le risorse».

La politica dell’emergenza abitativa fa i salti mortali: a giugno del 2010 una delibera di 200 mila euro; a maggio del 2011 la seconda di 100 mila euro; lo scorso aprile l’ultima di 100 mila euro.

«Con i soldi della prima delibera abbiamo affrontato 16 casi di sfratto e per  5 di questi abbiamo pagato anche qualche mensilità», spiega De Masi, «con la seconda abbiamo aiutato 25 famiglie: per 11 abbiamo anticipato i canoni, per 14 il deposito cauzionale. Infine con la terza abbiamo risposto a 12 casi, di cui 1 anticipando il canone e 11 con depositi cauzionali». Poi c’è la mediazione con i proprietari che in gran parte «si sono dimostrati ragionevoli», aggiunge De Masi.

di Elvira Scigliano

Fonte: Il Mattino

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