di ex RSU AluMil
Dopo una vertenza sindacale durata più di due anni con scioperi e presidio permanente dello stabilimento di Borgo a Mozzano, la fabbrica produttrice di Alluminio (48 dipendenti) che appartiene al Gruppo ALL.CO (quasi 600 dipendenti in tutta Italia) è stata condannata, pochi giorni fa, dal Tribunale di Lucca, Sezione Lavoro, per aver messo in cassa integrazione a zero ore e successivamente in mobilità
il rappresentante sindacale della FIOM-CGIL ed una lavoratrice invalida.
A questo servono le tutele garantite dallo Statuto dei Lavoratori, a partire dall’Articolo 18, importantissimo baluardo che va difeso a tutti i costi.
Infatti la soppressione o la semplice manomissione dell’Art. 18 aprirebbe la strada a chi, come l’ALUMIL, approfitta della crisi per buttare fuori dal cancello chi vuole. Magari cominciando dai più deboli o da chi prova ad organizzare qualcosa per evitare le delocalizzazioni ed i licenziamenti.
Oltre al supporto mai venuto meno della FIOM-CGIL, Rifondazione Comunista è sempre stata al fianco dei lavoratori Alumil in lotta, sostenendoli attivamente nelle iniziative di mobilitazione con i propri militanti e le proprie strutture (“Liberazione”, quotidiano del PRC, dedicò due intere pagine alla vicenda).
Pochi giornali, invece, la raccontano giusta sull’Articolo 18 e troppi politicanti parlano a vanvera dello Statuto dei Lavoratori. Probabilmente perché non sanno cosa significa lavorare ai tempi della crisi.
E’ nei momenti difficili che le regole servono e servirebbe casomai estenderle a tutti per far sì che nessun lavoratore possa essere esposto a condotte in stile Alumil.
Senza l’Articolo 18, oggi, le imprese si sentirebbero autorizzate ad operare i peggiori ricatti e le peggiori ingiustizie.
Sostenere che, per uscire dalla crisi, serva poter licenziare con più facilità ed ingiustamente (perché l’Articolo 18 impedisce i licenziamenti ”ingiusti”) è vergognoso, fuori dal mondo e fuori da ogni logica.
Difendere l’Articolo 18 è un dovere di civiltà.
(a cura della ex rsu dell’Alumil di Borgo a Mozzano)
Fonte: www.rifondazione.it
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