La riforma Fornero? E’ una «truffa perché offende i giovani e i precari e non mantiene nessuna delle promesse fatte». In compenso, «introduce norme penalizzanti come l’innalzamento delle aliquote per i parasubordinati». Ieri in un presidio a piazza Farnese le reti dei precari che afferiscono al comitato «il nostro tempo adesso» hanno squadernato le contraddizioni del provvedimento ora in discussione in commissione lavoro alla Camera.
«E’ un grande inganno – ribadisce Ilaria Lani, responsabile dei giovani Cgil – non riduce i contratti precari, che restano 46; non riconosce alla maggioranza dei precari reali ammortizzatori sociali, e l’Aspi non può esserlo; aumenta di 6 punti i contributi previdenziali per le partite Iva». Per gli architetti di «Iva sei partita» (associazione di lavoratori autonomi) «questa riforma non cambia nulla per le finte partite Iva. Dalle forme di deterrenza previste vengono di fatto escluse le finte partite iva laureate, gli iscritti agli ordini, chi guadagna più di 800-900 euro mensili, cioè il reddito netto che corrisponde a 18 mila euro lordi stabiliti dal decreto».
Nemmeno la soluzione di obbligare all’assunzione le partite Iva che lavorano da più di sei mesi presso un unico committente convince gli autonomi. Così «il governo nega che il problema delle finte partite Iva sia l’essere un dipendente, e non un collaboratore a progetto che non ha vincoli di orario e presenza come le partite Iva. Si passa così dall’essere una finta partita Iva a un finto contratto a progetto». C’è poi il tormentone sui giovani. «E’ inadeguato pensare che il contratto di apprendistato – aggiunge Luca Spadon, della Rete della Conoscenza – risolva la disoccupazione giovanile oltre il 30%».
Fonte: www.controlacrisi.org
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