All’interno della crisi economica mondiale ed europea, la situazione economica del paese sta peggiorando rapidamente a seguito delle politiche del governo Monti. Le politiche neoliberiste praticate con grande forza e determinazione stanno producendo una pesante recessione economica e non hanno ovviamente alcun peso nel mitigare la speculazione finanziaria. In virtù di queste politiche la situazione sociale sta peggiorando con rapidità maggiore della stessa crisi economica ed è destinata ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Abbiamo un aumento della disoccupazione, una ulteriore perdita di potere d’acquisto di salari e pensioni e un drastico taglio dei trasferimenti alle regioni e agli enti locali che determinerà un ulteriore compressione del welfare e una ulteriore perdita di salario indiretto.
In questo contesto già molto pesante, vi sono due provvedimenti del governo Monti che sono destinati ad avere effetti gravissimi e strutturali nei prossimi anni, sia sul terreno dei rapporti di classe che sul terreno macroeconomico.
Da un lato l’approvazione della legge Fornero sul mercato del lavoro intrecciata con la già approvata controriforma delle pensioni. La sostanziale abolizione dell’articolo 18, l’ulteriore allargamento delle maglie della precarietà e il progressivo ridimensionamento degli ammortizzatori sociali, sono destinate a determinare una condizione di precarietà generalizzata di tutto il mondo del lavoro. Il disegno chiaro è quello di distruggere il movimento operaio e di ridimensionare drasticamente il ruolo del sindacato, anche del sindacato concertativo. E’ un disegno reazionario che estende l’offensiva di Marchionne e di Federmeccanica al complesso delle relazioni lavorative, producendo un deciso spostamento dei rapporti di forza tra le classi a favore del capitale.
In secondo luogo l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione e la successiva approvazione del Fiscal Compact hanno già definito il quadro delle politiche economiche dei prossimi vent’anni: politiche recessive destinate a smantellare lo stato sociale, privatizzare ogni patrimonio pubblico e presumibilmente a vendere buona parte delle riserve auree del paese. Ci troviamo di fronte ad una scelta che è al tempo stesso recessiva, privatizzatrice e contro i lavoratori.
Il complesso di queste manovre prospetta ha quindi pesanti effetti sia sul piano dei rapporti di classe che sul piano dell’impoverimento complessivo del paese. Le scelte fatte produrranno lavoratori e lavoratrici più poveri dentro un paese più povero: gli interessi di classe e gli interessi del paese sono stati calpestati da questa maggioranza tanto variegata quanto determinata nell’applicare le politiche neoliberiste.
Il nostro giudizio negativo sul governo Monti non solo viene confermato ma aggravato dalle scelte fatte e si estende sulle forze politiche che queste politiche hanno approvato. Nelle politiche praticate non si scorge alcun elemento di compromesso; queste si collocano sulla stessa linea di quanto fatto dal governi greci e spagnoli, contro cui i lavoratori e la sinistra stanno giustamente lottando. Il punto politico è molto chiaro: il governo e la sua maggioranza, utilizzando la speculazione come scusa, stanno producendo il peggiore attacco al movimento operaio dal dopoguerra ad oggi. Come abbiamo più volte ribadito, esiste una cosa peggiore di un governo di destra ed è un governo di destra senza opposizione.
In questo contesto drammatica è l’assenza di iniziativa del sindacato confederale, cosa che contribuisce non poco al disorientamento sociale e alla difficoltà a costruire un esteso conflitto sociale.
In questo contesto la Direzione Nazionale ritiene necessario operare sin da subito e con determinazione per la costruzione di uno schieramento politico che possa diventare uno schieramento elettorale delle forze politiche sociali e associative che si oppongono da sinistra al governo Monti. La nostra proposta, che si rivolge in primo luogo a SEL, all’IdV, ad Alba e al complesso delle forze associazionistiche, sociali e culturali disponibili, è finalizzata a costruire un ampio schieramento di sinistra e di alternativa che si ponga l’obiettivo di governare e di costruire una risposta ai problemi del paese attraverso il rovesciamento delle politiche economiche e sociali e quindi in aperta opposizione alle politiche europee. Occorre operare per dar vita ad un punto di riferimento crdibile per coloro che sono colpiti dagli effetti della crisi e delle politiche del governo Monti. Al di la delle possibili modifiche alla legge elettorale - che contribuiranno a determinare le forme concrete della nostra presentazione elettorale – il giudizio che diamo del governo Monti e della sua maggioranza impone una scelta politica di fondo: la costruzione di una alternativa politica e programmatica a quel governo e alle forze politiche che l’hanno sostenuto. In questo contesto il nostro obiettivo è la costruzione di un effettivo spazio pubblico della sinistra, che faccia i conti fino in fondo con la critica della politica e sia portatore di una forte critica dell’economia politica. Occorre uscire da ogni politicismo per avviare, all’interno del fronte di opposizione, un processo costituente di una sinistra di alternativa e di una terza repubblica basata sulla democrazia partecipata. Questo è l’obiettivo centrale che ci poniamo, che poniamo ai compagni e alle compagne con cui abbiamo costruito la Federazione della Sinistra, che poniamo al complesso delle forze e degli uomini e delle donne che vogliono costruire una sinistra antiliberista nel nostro paese. La costruzione di un processo inclusivo e partecipato, che allarghi il terreno della partecipazione politica unitaria a sinistra, la realizzazione in Italia del progetto della Sinistra Europea, la costruzione in Italia del corrispettivo di Syriza, del Front de Gauche, di Izquierda Unida, della Linke, è l’obiettivo fondante il nostro progetto politico, a cui subordinare ogni tattica politica e su cui lavorare nei prossimi mesi.
In secondo luogo dobbiamo rafforzare enormemente la nostra capacità di produrre una demistificazione delle spiegazioni dominanti della crisi e delle ricette che vengono messe in campo e nello stesso tempo dobbiamo avanzare una proposta compiuta e comprensibile di una politica economica radicalmente alternativa, a partire dalla proposta di acquisto dei titoli di stato direttamente dalla BCE. In questo quadro decisivi sono i terreni della formazione e della elaborazione partecipata del programma per uscire a sinistra dalla crisi.
In terzo luogo dobbiamo riorganizzare il partito al fine di renderlo più efficace nella costruzione del conflitto e nella costruzione delle pratiche mutualistiche utili a resistere all’attacco sul piano del lavoro e sociale. La nostra risposta alla critica della politica non deve concedere nulla ad una idea di delega al leader o alla personalizzazione della politica. Noi dobbiamo costruire una risposta alla critica della politica basata sull’autorganizzazione dei soggetti sociali su tutti i terreni: sociale, culturale, politico. Questa è la frontiera che oggi deve porsi un partito comunista per essere protagonista dello scontro sociale.
La Direzione Nazionale del PRC decide quindi le seguenti iniziative:
- operare al fine di costruire per l’autunno e con le diverse forze politiche, sociali e associative che si oppongono da sinistra al governo Monti, una manifestazione nazionale contro le politiche neoliberiste e il governo Monti.
- Iniziare subito, anche usando le feste la raccolta delle firme su una petizione che chieda alla BCE di acquistare direttamente i titoli di stato al fine di porre fine alla speculazione finanziaria sull’Euro e la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo e sull’ICE europea sul Basic Income.
- Operare al fine di costruire per l’autunno una schieramento referendario per l’abrogazione della controriforma Fornero e il ripristino dell’articolo 18 e per l’abrogazione dell’art. 8 della finanziaria di Berlusconi dell’agosto scorso. Lo slittamento temporale dei referendum per i vincoli di legge, non rende meno necessaria la costruzione di una campagna di massa su questi temi, anche attraverso la presentazione di proposte di legge di iniziativa popolare. Proposte di legge a cui affiancare la raccolta di firme sul Piano per il Lavoro e sull’ICE sulla banca pubblica promossa dal Partito della Sinistra Europea.
- Operare a partire da tutti gli enti locali in cui siamo presenti contro la privatizzazione e la svendita delle aziende pubbliche locali, sulla base della sentenza della Corte.
- Aprire una discussione ampia e partecipata sulla bozza di programma.
La Direzione nazionale da mandato alla segretaria nazionale di muoversi nella direzione sopra indicata che proponiamo prima di tutto alle compagne e ai compagni con cui abbiamo costruito la Federazione della Sinistra, ricercando – pur nelle evidenti articolazioni – il massimo di unità della Federazione della Sinistra su questo impianto politico e di iniziativa.
La Direzione impegna inoltre tutto il gruppo dirigente ed in particolare i nuovi organismi regionali eletti dai recenti congressi regionali, a rafforzare il Prc anche sul piano organizzativo, concludendo e rilanciando il tesseramento e l’adesione al Prc, definendo piani di lavoro con cui realizzare localmente l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi e la buona riuscita delle campagne decise a livello centrale.
Approvato all’unanimità
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