In Italia comprare casa con un mutuo é sempre più caro: a maggio 2012 il tasso medio d’interesse sui prestiti alle famiglie che vogliono acquistare un’abitazione si attesta al 4,12%, con un aumento del 103% rispetto ad un anno fa. Un balzo che allontana il Belpaese dall’Europa dove in media i tassi sui mutui casa sono inferiori del 62% rispetto a quelli italiani. Il tasso sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è infatti sensibilmente sceso fino al minimo di 2,51% in giugno 2010: successivamente è tornato a crescere, ma a maggio 2012 si attesta sul 4,12%. Il tasso medio sui mutui a maggio 2012 è così di 103 punti base superiore rispetto ad un anno fa e di 161 punti base superiore rispetto al precedente punto di minimo di giugno 2010. Insomma una situazione ‘estrema’ nella quale ormai gli italiani per pagare il mutuo devono sborsare ben un terzo (in media il 30,9%, con punte del 39,2% in Lombardia e del 38,4 nel Lazio) del reddito. Non a caso in un recente rapporto la Commissione Ue sosteneva che una famiglia italiana su 4 non riesce a pagare il mutuo e che la situazione stava diventando “allarmante”. Dati comunque smentiti dall’Abi, secondo la quale le sofferenze sono solo l’1,2% dei prestiti. Non c’é da stupirsi quindi se le compravendite immobiliari languono: nel primo trimestre del 2102, infatti, hanno registrato un crollo del 17,8%, pari a quello verificatasi a marzo 2009 e che interrompe i due trimestri consecutivi di lieve crescita che hanno caratterizzato la seconda metà del 2011. La rilevazione è dell’Ufficio studi di Confartigianato che mette in luce la profonda crisi del settore delle costruzioni determinata dagli scarsi investimenti pubblici e privati. Le cifre parlano chiaro: tra giugno 2011 e giugno 2012 le imprese del settore costruzioni, pari a 899.602, sono diminuite dell’1,36%. In calo dell’1,17% anche le imprese artigiane, che sono la fetta più consistente del settore edile: 577.588, vale a dire il 64,2% del totale. Negative le conseguenze sull’occupazione: tra giugno 2011 e marzo 2012 è diminuita del 5,1%, pari a 97.800 posti di lavoro in meno. Effetti pesanti anche sulla produzione: -14% nei primi cinque mesi del 2012, due volte peggio rispetto all’Area euro (-6,9%). A maggio 2012 i livelli sono stati vicini ai minimi storici ed inferiori del 33,9% rispetto al massimo pre-crisi. La lunga fase di discesa della produzione nelle costruzioni mostra i suoi effetti sull’andamento del valore aggiunto reale che, dal 2008 ha iniziato a scendere. Nel 2011 il comparto si attesta sui 68,6 miliardi di euro di valore aggiunto reale, inferiore dello 0,7% rispetto ai livelli del 2000. Di conseguenza scende anche il contributo del comparto al valore aggiunto nazionale che nel 2011 si attesta al 5,3%, inferiore dello 0,3% a quella di undici anni prima. La crisi delle costruzioni è fortemente influenzata dall’andamento degli investimenti fissi lordi: nel primo trimestre 2012 la dinamica degli investimenti nelle costruzioni segna una flessione tendenziale del 5,2%. Sul fronte degli investimenti pubblici, nel 2011 la spesa dello Stato in edilizia è stata pari a 25,8 miliardi, vale a dire il 12,6% in meno rispetto al 2006. “Le imprese del settore costruzioni – denuncia Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato, l’Associazione dei costruttori di Confartigianato – sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario con tassi in aumento e da tempi di pagamento sempre più lunghi. Ad aprile 2012 lo stock di prestiti alle costruzioni è in calo del 5% rispetto a giugno 2011 con le sofferenze lorde in crescita a maggio 2012 del 27,2% su base annua e più che raddoppiate rispetto a maggio 2010. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati sono superiori di 42 giorni rispetto alla media europea. La situazione – sottolinea Redaelli – è drammatica. Se non si adotteranno al più presto soluzioni, migliaia di piccole imprese rischiano la chiusura e migliaia di lavoratori perderanno il posto”
Fonte: www.controlacrisi.org
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