Sulla pelle degli operai, cittadini, per il profitto e contro il bene comune!
Una autorizzazione nuova di zecca, alla cui stesura parteciperà anche l’azienda (portando dati diversi da quelli dei magistrati), e qualche spicciolo che l’Ilva mette nel piatto più come dimostrazione di “buona volontà” che come soluzione dei gravi problemi di inquinamento ambientale, soprattutto per quel che riguarda le più di quattrocento prescrizioni individuate dai magistrati.
E’ su questi punti che oggi a Taranto si è raggiunto un accordo di massima tra Governo, istituzioni locali e il presidente dell’azienda siderurgica Ferrante. Anche se questo non equivale a una dichiarazione di guerra nei confronti del gip Todisco di fatto solleva la procura da qualsiasi futura intrusione nella vicenda.
Ma andamo per punti. Secondo il minsitro Clini, vero regista dell’operazione, la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’Ilva di Taranto, “recepira’ le prescrizioni del Gip, a eccezione di quelle sulla fermata degli impianti”, le “disposizioni Ue in merito alle tecnologie, le indicazioni della Regione Puglia” e terra’ conto delle decisioni del Tar in merito alla prima Aia. Un vorticoso giro di parole per dire che il Governo non ha nessuna intenzione di mollare la regia del confronto sulla nuova autorizzazione, che peraltro avverà su dati epidemiologici e strutturali diversi da quelli in possesso dei magistrati. Non solo, a questa nuova procedura parteciperà direttamente l’Ilva, insieme a tutti i personaggi “tecnici” che compaiono nelle intercettazioni, in uno strano connubio tra controllori e controllati che non può che mettere da parte i codici.
La nuova autorizzazione “costerà” all’azienda la “bella cifra” di circa 60 milioni. Una miseria se si pensa ai profitti miliardari di questi anni. Secondo una valuzione degli ambientalisti i danni dell’Ilva ammontano a circa 5 miliardi.
Che il tutto corra il rischio di ridursi a uno squallido mercanteggiamento sulla pelle dei cittadini lo si capisce dalle parole del deputato del Pd Boccia. “Lo strumento per intervenire- dice – e’ il decreto legge su Ilva, in conversione alla Camera, che deve essere utilizzato dalle forze politiche per assumersi fino in fondo la responsabilita’ di indicare una strada chiara sui limiti di inquinamento consentiti, sulle sanzioni e sugli obblighi certi e non teorici per le imprese”
Su questa base non possono che registrarsi commenti negativi, soprattutto dal fronte ambientalista.
“Nel vertice di oggi il presidente dell’Ilva Ferrante ha dettato le condizioni al governo”, dice il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “Persino oggi il governo continua a minimizzare e a mettere in discussione il nesso di causalita’ tra le malattie e l’inquinamento attraverso le parole del ministro dello Sviluppo Passera: per queste affermazioni ieri Clini e oggi Passera si dovrebbero semplicemente vergognare”. L’intesa tra la Regione Puglia e Ilva sui Parchi minerari prevede di cospargere di gel i parchi e bagnarli. “E’ vergognosa”, aggiunge Bonelli. “E’ una soluzione gia’ praticata ed inefficace che consente all’azienda di risparmiare centinaia di milioni di euro -spiega il leader ecologista”.
”L’Ilva ha detto che mette 146 milioni (90 già sono conteggiati negli interventi precedenti) per sistemare le cose che pero’ sono insufficienti dice il portavoce del Prc Paolo Ferrero. “L’Azienda ha fatto negli anni passati miliardi di utile – aggiunge – e adesso ne deve investire una buona parte nella bonifica e nella riconversione ambientale dell’impianto in maniera tale da garantire la salute dei lavoratori e quella degli abitanti. Il governo deve invece smettere di intimidire la magistratura senza la quale nessuno si sarebbe accorto delle condizioni di pericolosita’ in cui versa l’acciaieria”.
Per la Fiom l’incontro di oggi ”interlocutorio, un punto di passaggio”. Il sindacato bolla come ”insufficiente” l’investimento di 146 milioni di euro annunciato dall’Ilva per le politiche ambientali. ”Sono risorse insufficienti per affrontare le prescrizioni – hanno commentato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, e il segretario nazionale della Cgil, Elena Lattuada -. Noi aspettiamo risposte concrete e solo allora decideremo il da farsi”.
Fonte: www.controlacrisi.org
Comments Closed