Ruffini: “AcegasAps-Hera? La fusione non è obbligata”
“Prima di parlare e fare progetti a lungo termine, qualcuno dovrebbe forse ricordarsi che AcegasAps non è soltanto un’azienda privata quotata in borsa, ma anche e prevalentemente una società pubblica che appartiene a tutti i padovani. Ai quali, invece di raccontar loro bugie, bisognerebbe magari spiegare che, se la fusione con Hera andasse in porto, essi non avranno più alcuna voce in capitolo sulla gestione dei servizi pubblici in questa città. Acqua, gas, rifiuti”.
I due cda hanno detto si al progetto di fusione che dovrà ora avere l’ok del consiglio comunale; e l’amministratore delegato di AcegasAps, Cesare Pillon, ne ha spiegato i motivi: Padova diventerebbe baricentrica rispetto alla grande multiutility italiana. Ma Daniela Ruffini, 41, assessore alla Casa e all’Immigrazione nella precedente giunta Zanonato, oggi presidente del parlamentino padovano, dichiara subito il no quando si dovrà decidere in consiglio.
“Infatti – spiega lei – nel nuovo gruppo con base a Bologna, il Comune di Padova conterà poco più del 5%: cioè praticamente nulla. E gli unici che, alla fine, beneficeranno di quest’operazione saranno solamente coloro che si siederanno nel consiglio di amministrazione di Hera oppure in quelli di qualche altra società collegata. Insomma, siamo di fronte a un affare economico-finanziario che non porterà alcun vantaggio ai padovani, ma forse consentirà a qualche forza politica di mettere le mani sui servizi pubblici di un’area molto vasta. Ora casualmente governata da un unico partito…”.
Certo, la Ruffini è la sola rappresentante in aula del PRC. E dunque, quando nelle prossime settimane (tassativamente entro il 14 ottobre) l’assemblea di Palazzo Moroni dovrà pronunciarsi in merito al passaggio di AcegasAps nel gruppo emiliano-romagnolo Hera, il suo voto peserà poco o nulla. Se non altro da un punto di vista numerico. Al momento però la Ruffini è l’unica, tra i 41 (sindaco compreso) consiglieri comunali, che non solo si è espressa contro il progetto di fusione tra le due multi-utility ma che ha pure annunciato il suo voto contrario in aula. Una differenza non da poco con quelli (e non sono pochi) che, a parole, si dichiarano non favorevoli o quanto meno dubbiosi ma che, nei fatti, diranno “si”.
“Non mi interessa cosa faranno gli altri – sottolinea la Ruffini – Ripeto: AcegasAps, che adesso è partecipata al 62,8% dai comuni di Trieste e Padova, non è di proprietà dell’amministratore delegato Pillon e nemmeno del sindaco Flavio Zanonato, bensì di tutti i cittadini”.
E poi conclude: “E nonostante il debito di quasi 460 milioni di euro, che qualcuno prima o poi dovrà spiegarci, si tratta di un’azienda solida, con un patrimonio importante e che non rischia di fallire. Per farla breve, la fusione con Hera non è per nulla obbligata, come tanti invece continuano a raccontare. A meno che – sorride la consigliera del PRC – l’affare non sia conveniente a livello politico. Credo infatti non sia un mistero che dal sindaco di Trieste a quello di Bologna passando per il nostro fino al presidente della Regione Emilia Romagna, siano tutti dello stesso partito, il PD..”.
di Davide D’attino
Fonte: Il Corriere del Veneto
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