Le donne, le mogli dei cassaintegrati di Pomigliano, prendono in mano la situazione alla Fiat e portano in giro la loro indignazione. Domani saranno a Melfi e poi davanti ai cancelli degli altri siti Fiat. Un grido di dolore ma anche il segno che è possibile sottrarsi al ricatto di Sergio Marchionne.
”I rampolli dei padroni della Fiat sono accompagnati a scuola nella fuoriserie guidata dall’autista. Ai nostri figli presto manchera’ il piatto a tavola”. E’ quanto scrivono le mogli dei cassintegrati Fiat di Pomigliano agli operai della Fiat di Melfi, in una lettera-appello che sara’ cosegnata direttamente nelle mani dei lavoratori domani, martedì 16 ottobre.
Una rappresentanza delle donne del movimento operaio di Pomigliano, infatti, si rechera’ in Basilicata, al cambio turno di lavoro, per invitare i lavoratori ad una vera e propria ”campagna a supporto delle mobilitazioni – scrivono le mogli dei cassintegrati di Pomigliano in un volantino – per la restituzione al pubblico di un centinaio di miliardi di euro di finanziamenti statali ad oggi incassati dalla Fiat ed usati per interesse privato, e la restituzione al pubblico delle fabbriche del gruppo, tutte gia’ abbondantemente strapagate dalla collettivita”’.
La campagna prevede analoghe iniziative con i lavoratori di tutte le fabbriche Fiat e sara’ supportata da comizi ed assemblee territoriali. ”Dobbiamo tutelare tutti e per tempo – spiegano le donne – alla luce dell’imminente disastro industriale e sociale che si prospetta per i lavoratori dell’intero gruppo Fiat e del collegato indotto. Una proposta da costruire insieme e aperta a tutte quelle forze sindacali e politiche disponibili da subito a schierarsi, ‘senza se e senza ma’, dalla parte degli operai ed indisponibili al richiamo di quanti, con l’approssimarsi della campagna elettorale, puntano solo a creare nuove e strumentali illusioni”.
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