Ieri anche il consiglio comunale di Rimini ha bocciato in modo netto, con venti voti contrari e nove astensioni, l’accorpamento Hera-Aps-Acegas. Diciotto consigli comunali emiliano-romagnoli, tra cui Forlì, hanno bocciato tale operazione: un dato politico assolutamente rilevante, ben distante dalle maggioranze monolitiche con cui anni fa venivano approvate operazioni come, ad esempio, la quotazione in Borsa di Hera. E anche laddove la fusione è passata, i problemi non sono mancati: si pensi a Bologna, dove è passata per due soli voti.
Se si è aperta una vistosa crepa, è soprattutto grazie alla battaglia referendaria per l’acqua pubblica di questi anni e, in numerosi territori, al grande lavoro fatto dai comitati. Riteniamo un fatto molto positivo che non solo la Federazione della Sinistra, ma in diversi casi anche Sel, Idv e Verdi si siano opposti. Quanto avvenuto dimostra la crisi del “modello” Hera: chiediamo che si riapra una discussione per avere più pubblico e meno privato, più partecipazione diffusa e meno verticismo. Chiediamo il ritorno a servizi pubblici a misura di territorio.
Per la Federazione della Sinistra Emilia-Romagna Nando Mainardi, Rita Lodi, Mauro Alboresi
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