FISCHER ITALIA
QUATTRO LAVORATORI LICENZIATI, DOPO LA RIFORMA DELL’ARTICOLO 18, PER MOTIVI ECONOMICI E DI EFFICIENZA ORGANIZZATIVA.
Ora è chiaro che con la riforma del lavoro votata in parlamento dai partiti della maggioranza montiana, compreso il Pd, i padroni hanno in mano un formidabile strumento di ricatto rivolto a tutti i lavoratori: uno per uno, individualmente.
Si licenzia semplicemente rivendicando una maggiore redditività ed efficienza per le aziende, a prescindere dal loro andamento economico.
Ai lavoratori l’obbligo di dimostrare l’infondatezza delle ragioni dei padroni con l’unica possibilità, nel caso, di ottenere un giudizio positivo e vedersi riconosciute alcune mensilità senza l’obbligo del reintegro.
Lo sciopero indetto dai sindacati nello stabilimento di Corso Stati Uniti era necessario e dovuto, ma non cancella la passività e la subordinazione ai partiti, che tutta la vicenda del governo Monti segna e continua a segnare nella pratica sindacale di tutte le sigle confederali. CGIL compresa.
CISL e UIL hanno mostrato da tempo la disponibilità a conformarsi alle linee del liberismo europeo ed italiano, una volta di più.
La CGIL si è piegata alle stesse logiche e ha coperto sindacalmente l’appoggio al governo Monti-Napolitano.
Le ragioni del REFERENDUM per l’abrogazione della riforma del lavoro della ministra Fornero, sono ancora più chiare, stellarmene evidenti.
La necessità di uno sciopero generale di otto ore, tanto per cominciare, contro il governo Monti e le politiche di massacro sociale e dei diritti di cui è responsabile, si fa ogni giorno più chiara.
Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista Via Monte Solarolo 16, Padova – 0498726028
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