Dai prossimi giorni il Giudice del Lavoro deciderà se l’azienda Komatsu ha applicato la giusta normativa per licenziare 15 lavoratori che si sono opposti al provvedimento. I dirigenti Komatsu si sono rifiutati di incontrare i rappresentanti FIOM per cercare un qualsiasi accordo. Ora la parola spetta al Giudice…
Questo il sunto della storia: Komatsu con sede in Este, in pochi anni ha lasciato a casa 500 operai, gran parte di loro erano stati assunti a tempo indeterminato, motivando la crisi, ha usato accordi pasticciati ha erogato qualche soldo, poche briciole, e con la silente complicità dei politici di turno e paure da parte sindacale, la Komatsu ha fatto e continua fare la propria ristrutturazione senza rendere conto ad alcuno. Adesso per la prima volta dovrà confrontarsi.
Quella di Komatsu non è una storia originale, ma copia, bruttacopia, della storia FIAT e di tante altre Aziende in Italia che hanno usato la CRISI come passpartout per smantellare i diritti acquisiti dai lavoratori con le lotte del secolo scorso..
Articolo 18, Statuto dei Lavoratori, art. 1 della Costituzione, tutto è diventato carta straccia per i nuovi padroni, che siano essi grandi multinazionali o imprenditori locali….
Oggi nella Bassa Padovana la stragrande produzione avviene in nero e sottopagato. Altri alternano cassaintegrazione con lavoro straordinario non pagato, il tutto nella più totale omertà. In questo clima chi riesce a firmare un contratto interinale, precario, di sfruttamento, dovrebbe ritenersi fortunato…. Famiglie a monoreddito devono arrivare a fine mese con sette/ottocentoeuro. L’ “istituto della mobilità” nato con lo spirito di acquisire capacità per cambiare lavoro viene attuato come supplente delle assenze nell’apparato burocratico e amministrativo, comuni biblioteche o scuole. Il “know-how operaio” tanto decantato finisce a fare il tappabuchi delle amministrazioni locali perché: no ghe xe schei!…… Questa la risposta trasversale dei locali Amministratori. Vergogna stanno scrivendo una delle pagine peggiori della storia della Bassa Padovana.
In questo contesto il GIUSTO, DOVEROSO, RICORSO DEI LAVORATORI KOMATSU SI COLLOCA NELLA FORMA ALTA DELLA RESISTENZA ALLA VOLONTA’ PADRONALE CHE VUOLE IL PAESE OCCUPATO E SCHIAVO DELLE BANCHE, QUESTA LORO BATTAGLIA HA BISOGNO DELLA SOLIDARIETA’ DI TUTTE E TUTTI SOLO IN QUESTO MODO POSSIAMO RIALZARE LA TESTA E RIBADIRE I NOSTRI DIRITTI E VOLONTA’.
Partito Rifondazione Comunista – Circolo Este-Montagnana
Via Asiago 1, Este
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