Il bilancio dell’incendio nello stabilimento tessile di Tazreen Fashion a Dacca (capitale del Bangladesh) fa gelare il sangue nelle vene.
Le fiamme sono divampate ieri sera ed hanno fagocitato, secondo una stima provvisoria che tristemente sale di ora in ora, 121 persone, la maggior parte donne.Gli stipendi da fame e le inesistenti condizioni di sicurezza fanno della zona industriale di Ashulia un polo tessile altamente competitivo. Lì il costo del lavoro è così basso, o meglio la vita dei lavoratori è valutata così poco, che il Bangladesh strappa al made in Cina fette di mercato importanti.Infatti le merci prodotte dalla Tazreen, se non fossero andate in fumo, sarebbero finite sugli scaffali delle grandi catene di distribuzione americane ed europee.
Una in particolare è WALMART, i cui dipendenti sono entrati già da un pò in agitazione a causa dei bassi salari e dei turni massacranti, minacciando giustamente di bloccare l’inizio della stagione degli acquisti di Natale negli States (evento che meriterebbe comunque di essere rovinato). E così la catena del profitto/sfruttamento si apre in una parte del modo e si chiude in un’altra, lasciandosi dietro una scia di morte e miseria, dimostrandoci ancora una volta che ovunque tu nasca il perno del mercato è sempre lo stesso:il furto del tempo di lavoro, il furto della vita!
Solidarietà alle operaie ed agli operai di Dacca!
Solidarietà ai lavoratori di tutto il mondo!
Fonte: www.clashcityworkers.org
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