Questa mattina diverse centinaia di lavoratori dell’Ilva di Taranto hanno occupato gli uffici della direzione a Taranto, mentre a Genova una manifestazione di tute blu ha mandato in tilt il traffico stradale e autostradale. Il Governo annuncia che ha in programma una riunione per giovedì prossimo. Clini promette che sarà risolutiva. www.controlacrisi.org ha intervistato Francesco Rizzo, rappresentante sindacale Usb dell’Ilva di Taranto. L’Usb indice lo sciopero e chiama tutti i lavoratori a ”una mobilitazione senza precedenti, che dovra’ coinvolgere l’intera cittadinanza per far rispettare le ordinanze della magistratura e per assicurare lavoro e salute a tutti”.
Qual è lo stato d’animo tra i lavoratori?
La reazione è pesante, gli animi sono accesi. Stamattina sono stati loro che hanno proposto l’occupazione della direzione e sottoscritto la richiesta di un incontro. Ci ha ricevuto l’ingegner Buffo, nella lista degli indagati nell’inchiesta della magistratura. Buffo ha detto che l’intenzione dell’azienda è quella di rimanere a Taranto, di fare gli investimenti e di ambientalizzare lo il sito produttivo. La realtà è che la posizione aziendale non permette né di intercettare i finanziamenti né di intervenire. Primo, perché le banche non concedono crediti in una situazione del genere. Secondo perché il regime è quello dell’amministrazione e della gestione affidata ai custodi. E’ chiaro che sono risposte che non ci hanno soddisfatto. Tra i lavoratori c’è la chiara sensazione che dopo anni in cui abbiamo portato in alto l’azienda ad alti livelli la risposta aziendale è quella di prenderci a calci in quel posto.
Qual è una possibile via di sbocco?
Intanto, giovedì saremo a Roma a protestare. Pensiamo che l’unica soluzione possibile per salvaguardare i posti di lavoro, e al tempo stesso la salute e la sicurezza di tutti i cittadini di Taranto, compresi i lavoratori, sia procedere rapidamente alla nazionalizzazione dell’Ilva. Vorrei far notare che anche il governo francese sta valutando la nazionalizzazione dell’impianto siderurgico Arcelor Mittal, ed è l’unica strada percorribile, se non si vuole che questa vicenda esploda veramente a Taranto, nella Puglia e in tutti i siti legati alla produzione.
L’inchiesta di fatto azzera molti interlocutori politici e sindacali.
Sono un po tutti delegittimati, certo. E questo è un problema. A noi di Usb non ci riconoscono perché non abbiamo rappresentanze in base alle elezioni di tre anni fa. E fanno l’ennesimo errore. In questo momento i lavoratori hanno bisogno di un a guida.
Fonte: www.controlacrisi.org
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