Centinaia di migliaia di giovani che scendono in piazza per rivendicare un diritto al futuro vengono rapidamente trasformati dai soliti soloni incipriati dell’informazione e di una classe politica decrepita e decadente in violenti eversori sol perché cercano di portare la loro rabbia sotto le mura del Palazzo e ricevono in cambio manganellate e lacrimogeni.
I lavoratori del Sulcis presi a botte perché intralciano la visita dei ministri, i lavoratori Fiom di Pomigliano descritti quali pericolosi sovversivi i cui diritti, se la magistratura non ne avesse imposto il reintegro, non conterebbero nulla e la Fiom descritta come un’organizzazione di estremisti perché insiste, ohibò, a difendere i diritti di tutti i lavoratori.
La raccolta di firme per i referendum sul lavoro oscurata da tutti i mezzi di comunicazione e dal servizio pubblico radiotelevisivo, perché è fuori dal quadro politico che comanda in Rai.
Messi insieme, questi e molti altri, sono i tasselli di una gigantesca operazione di rimozione dei diritti e dei lavoro dal nostro sistema dell’informazione. I talk show (non tutti, ma molti di essi) ridotti, come hanno recentemente osservato Curzio Maltese e Giovanni Minoli, a veri e propri pollai dove si azzuffano galli colorati senza che si approfondisca mai nulla. Per raggiungere visibilità bisogna arrampicarsi sui tetti, incatenarsi agli altoforni, spaccare qualche vetrina. Per farti ascoltare devi farti abnorme, eccezione, scandalo. Così diventi parte dello show televisivo e si parla di te.
Ma neppure un così evidente allineamento dei principali mezzi d’informazione al clima culturale da regime che si vive nell’era dei tecnici è sufficiente. Se ti mostri prono il sistema politico non sfugge alla tentazione di darti il colpo di grazia e in parlamento, come in questi giorni, si approvano leggi liberticide.
La Rai in mano ai partiti come e più di prima, i soggetti e le iniziative scomode (come la raccolta di firme per i referendum sul lavoro) oscurati, un clima generale ostile alla libertà d’informazione.
Il movimento per la libertà d’informazione insieme al popolo viola, ai sindacati, alle associazioni della società civile ha fatto sentire vigorosamente la sua voce nell’era Berlusconi contro i suoi editti e i suoi soprusi. Oggi, all’ombra del governo tecnico, si sta realizzando un attacco non meno grave e insidioso. E’ venuto il momento di alzare di nuovo la voce.
Il Comitato per i Referendum sul lavoro invita tutti i cittadini a protestare contro il black-out informativo della Rai mercoledì 21 alle ore 11.30 in Viale Mazzini.
Fonte: il Manifesto
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