Ieri, mercoledì 9 gennaio, più di trenta compagni dello sportello sociale di rifondazione comunista, hanno fatto un sit-in con volantinaggio contro gli sfratti all’ufficio casa del comune di padova.
Due in particolare, al terzo accesso, senza apparente possibilità di soluzione. Uno di una donna sola, cinquantenne per un anno senza lavoro, e ora con un lavoro a termine per due mesi, l’altro di un lavoratore migrante licenziato due anni fa, con moglie e una figlia di un anno a carico. Nell’incontro che ne è seguito, la struttura che gestisce l’ufficio ha aperto uno spiraglio sul primo sfratto e ha chiuso ogni possibilità di una soluzione positiva per il secondo.
Oggi mentre una delegazione di Rifondazione partecipava alla manifestazione dei lavoratori dell’ORV contro i 200 licenziamenti previsti nell’azienda di Fontaniva, una quindicina di compagni dello sportello sociale si sono mobilitati per impedire lo sfratto della famiglia del lavoratore migrante. Con grande fatica e con un presidio durato quattro ore si è ottenuta una proroga ulteriore per continuare la lotta per raggiungere una soluzione positiva.
Domani mattina vigileremo perchè non si realizzi il secondo sfratto.
Nella crisi la battaglia per difendere il lavoro e la lotta per il diritto alla casa sono ormai strettamente intrecciati. Chi è in affitto o ha un mutuo sulla schiena, se perde il lavoro ha di fronte immediatamente la possibilità di perdere anche il tetto sotto il quale si ripara e fa crescere i propri figli.
Fuori dalla fredda rappresentazione dei numeri della crisi,e degli esiti statistici delle politiche di austerità, sta la realtà di chi ne paga sulla propria carne gli effetti devastanti.
Dentro questa realtà,difficile, che chiede il confronto con pratiche militanti serie che si misurano non con le narrazioni, ma con il vissuto concreto di milioni di proletari e proletarie, e mai termine fu più esatto, si costruisce la base materiale per la costruzione dell’alternativa. Questo è il cuore del nostro “lavoro” di partito. Non è una novità. Da sempre, dalla Comune di Parigi, alle lotte dei comunisti che dopo la prima guerra mondiale tentarono la rivoluzione in Europa, sempre, la linea dell’assalto al cielo si è intrecciata con lo sviluppo di forti movimenti di massa.
Nel prossimo futuro la lotta per la difesa del posto di lavoro si deve intrecciare con quella per il salario sociale, per il reddito, per rivendicare la possibilità di vivere, riprodursi, anche fuori e contro
i processi di valorizzazione, per rivendicare il diritto ad una vita degna oltre l’orizzonte dei rapporti di produzione capitalistici, e gli osceni scenari di future guerre dell’imperialismo.
Cominciamo con il dire che i 20 miliardi di spesa prevista per gli F35, devono andare nelle tasche dei lavoratori e dei disoccupati.
Paolo Benvegnù
Segr. prov.le Rifondazione Comunista
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