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«Fermate gli sfratti per l’inverno» Sit-in di Rifondazione davanti a Palazzo Moroni

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«Ho tre figli, mio marito non lavora, io prendo 800 euro al mese. Non ce la faccio a pagare 680 euro di affitto e mangiare». La storia è quella di Tamara, 29 anni, una delle tante donne che ieri mattina erano davanti a palazzo Moroni per partecipare alla “acampada”, contro gli sfratti organizzata da Rifondazione comunista. Cinque tende montate sotto il Comune per chiedere la moratoria, almeno per il periodo invernale, per le scadenze imminenti. Circa mille in tutta la provincia le famiglie a rischio sfratto. Almeno cento solo a Padova. «Ho chiesto più volte appuntamento all’ufficio casa ma sono stata respinta» ha raccontato Tamara «e l’unica opzione che mi è stata offerta è la casa famiglia, dove però potrei andare solo io con i miei figli perché gli uomini non sono ammessi. E mio marito? In mezzo alla strada? Purtroppo sono morosa da circa un anno. Sono fortunata perché la mia padrona di casa finora è stata molto comprensiva, ma noi proprio non ce la facciamo ad andare avanti così». L’appello di Tamara è lo stesso di tante altre famiglie padovane a cui a breve verrà cambiata la serratura di casa. «Un vero e proprio massacro sociale di cui non si vede la fine» dicono gli esponenti di Rifondazione comunista «nella nostra provincia, licenziamenti, mobilità, cassa integrazione e precarizzazione, hanno colpito duramente molte famiglie che non sono più in grado di garantirsi condizioni di vita dignitose. In questi ultimi anni – hanno aggiunto – sono cresciuti in maniera esponenziale gli sfratti per morosità e molte famiglie vivono l’incubo della perdita della casa senza una risposta adeguata da parte delle istituzioni, della Regione e dei Comuni». Le decine di striscioni inneggianti i diritti a un reddito e a una casa non hanno, per ora, smosso i dirigenti del Comune. «Non permetteremo l’esecuzione degli sfratti in assenza di risposte adeguate» hanno proseguito i rappresentanti di Rifondazione «non daremo tregua nella nostra battaglia per la difesa del diritto della casa e a una vita degna per tutti. Andremo dal prefetto a richiedere la moratoria per l’inverno». «I miei figli hanno 11, 10 e 4 anni – ha chiuso Tamara – e io voglio per loro un futuro migliore. Voglio poterli mandare a scuola e farli crescere in un ambiente sano e stimolante e non in mezzo a una strada. Mio marito non trova lavoro pur avendo buone capacità ed esperienze». Il 18 novembre, Tamara, suo marito tunisino Wajih e i tre bambini subiranno uno sfratto esecutivo. Se le cose non cambiano.

 

Fonte: Il Mattino di Padova

 

Ecco il volantino distribuito durante la manifestazione (oltre 2000 copie distribuite):

 

MORATORIA CONTRO GLI SFRATTI SUBITO!

Da Roma a Padova continua l’Acampada

Casa- Reddito -Lavoro x Tutti/e

In 70000 abbiamo manifestato a Roma nelle giornate della sollevazione popolare mostrando con chiarezza l’insopportabilità per una parte crescente del paese, delle politiche di austerità, volute dalla Troika e attuate nel nostro paese dal governo delle larghe intese .

Politiche che diffondono la miseria e la precarietà, che privano del lavoro, del reddito, del futuro i giovani, i lavoratori, le fasce più deboli della società.

Un vero e proprio massacro sociale di cui non si vede la fine e che anzi trova conferma nelle scelte di politica economica che il governo Letta persegue.

Nella nostra provincia, nella nostra città, licenziamenti, mobilità, cassa integrazione, caduta del potere di acquisto dei salari e degli stipendi, precarizzazione dilagante del lavoro, hanno colpito duramente migliaia di famiglie, di uomini e donne che oggi non sono più in grado di garantirsi, condizioni di vita dignitose.

In questi ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale gli sfratti per morosità, migliaia di famiglie vivono l’incubo della perdita della casa, senza una risposta adeguata da parte delle istituzioni, della regione, dei comuni dello stato .

Mentre cresce il bisogno di case popolari, con affitti adeguati ai salari, al reddito, si persegue la politica delle dismissioni, della messa in vendita del patrimonio pubblico disponibile, fino alla scandalosa politica dell’assegnazione clientelare di case popolari a soggetti assolutamente in grado di accedere al mercato privato. Case pagate con soldi pubblici con le trattenute GESCAL nelle buste paga dei lavoratori.

A Roma abbiamo chiesto con forza la moratoria degli sfratti, una nuova politica della casa che garantisca a tutti il diritto di abitare, che a questa grande opera siano destinati i fondi e le disponibilità che il governo mostra di avere per sostenere gli acquisti degli F35 e delle nuove navi per la marina, per la costruzione della TAV e per altri interventi che devastano i territori e hanno come unico obbiettivo quello di garantire grandi profitti alle banche e alle grandi società di costruzione.

Qui oggi noi chiediamo che immediatamente venga attuata in questa città e in questa provincia la moratoria per gli sfratti, che venga reso disponibile per le graduatorie e per l’emergenza abitativa tutto il patrimonio di abitazioni pubbliche libere e disponibili, a cominciare da quelle che sono state messe in vendita, che si avvii subito un piano articolato di risposta ai bisogni crescenti, il recupero del patrimonio di edifici pubblici disponibili.

Non permetteremo l’esecuzione degli sfratti in assenza di risposte adeguate, non vi daremo tregua nella nostra battaglia per la difesa del diritto alla casa e a una vita degna per tutti/e.

Sportello sociale rifondazione comunista  – Workers in Action

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