Si parla tanto in Italia di “stato di diritto”…dell’obbligo del rispetto delle sentenze emesse dalla magistratura…ma poi, se si va bene a vedere in dettaglio, alle parole non seguono quasi mai i fatti ed i principi rimangono sulla carta, a nascondere la realtà di un paese, di una casta politica, che ha tramutato le leggi in slogan ed i diritti in piaceri.
Ad Arese 50 lavoratori, ex-Innova service, dopo tre anni senza stipendio e senza alcun ammortizzatore sociale, vincono l’appello contro l’azienda che li aveva licenziati ingiustamente. Il giudice prevede il reintegro ed il pagamento degli arretrati e dei danni arrecati ai lavoratori…ma la Innova sembra sparita nel nulla…e la sua committente, l’Apb (AIG Lincoln – Fiat) se ne lava le mani.
Per inciso, ma non tanto per inciso, bisogna sapere che la titolare dell’azienda condannata dal tribunale del lavoro, Angela Di Marzo, è attualmente sotto processo per aver “istigato pubblico ufficiale a rilevare notizie” su Corrado Delle Donne, delegato sindacale Slai cobas, e che il presidente ed amministratore delegato di Apb, Marco Salvini, sarà processato per bancarotta fraudolenta il 4 novembre prossimo…giusto per capire con chi si ha a che fare !
L’area in cui i lavoratori espletavano i loro compiti è quella dell’ex-Alfa di Arese…quell’Alfa un tempo fiore all’occhiello della produzione automobilistica italiana…e distrutta, dopo la svendita a Fiat, voluta da Prodi, in men che non si dica…e quell’area, di due milioni e mezzo di metri quadrati, è interessata ad un programma di riqualificazione, nel quale sono impegnati Regione, Provincia, Comuni ed Expo, che prevede, anche, la costruzione di un mega centro commerciale ed un investimento di circa 800 milioni di euro.
Bene, all’interno di questi mega-progetti, di questo “futuro” al quale spesso si richiamano i riformisti del PD, Letta in testa (l’Expo, e quanto significa questa vetrina internazionale, è stato da lui più volte portato ad esempio come opportunità di lavoro)…sembra non ci si spazio alcuno per i 50 ex-Innova (solo 50…ripeto !) che hanno subito un’ingiustizia che li ha privati della loro occupazione…
Gli incontri con il sindaco di Arese, le proteste, i picchetti agli accessi dell’area non sono serviti a sbloccare la situazione…50 famiglie sono ancora per strada…senza stipendio e senza lavoro…alla faccia del rispetto che si dovrebbe portare alle sentenze ed alla giustizia !
In un paese normale, in un paese in cui il diritto è legge…e non propaganda…o strumento di lotta politica…i 50 lavoratori avrebbero riavuto ciò che gli è stato rubato…ma siamo in Italia…quel paese che mortifica sestesso “interpretando” le leggi solo per il tornaconto di quella casta politica ed imprenditoriale che lo sta seppellendo.
Fonte: Reset Italia
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