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Il metodo e l’organizzazione

mani_poveroUna settimana fa un gruppo di compagni dello Sportello sociale di Rifondazione Comunista, dei Giovani Comunisti e di Workers in Action hanno occupato la scuola “Rodari” di Mortise chiusa da più di due anni e messa in vendita dal comune di Padova.
Lo scopo dell’occupazione era/è di garantire alle tante famiglie sotto sfratto un luogo fisico dove non solo sviluppare le pratiche di difesa del diritto all’abitare, ma anche un luogo dove  garantirsi in via temporanea dagli sfratti, uno spazio da condividere con i proletari dei quartieri limitrofi per sviluppare pratiche di solidarietà e mutualismo, dove far crescere l’organizzazione di massa per sviluppare i terreni di lotta necessari contro l’attacco alle condizioni di vita materiali della classe dentro la crisi.In una sola settimana la dimensione di massa costruita, le potenzialità che manifesta sono di per sè straordinarie. In pochi giorni,con il contributo attivo  del complesso di associazioni che
partecipano al comitato di gestione si sono realizzate tutte le condizioni per avviare attività che coprono largamente l’intero arco della settimana e altre sono in fase di progettazione e di prossimo sviluppo.Decine di compagni/e garantiscono la presenza giornaliera 24 ore su 24,ruotando su turni
e le iniziative che si stanno sviluppando, più di cinquecento le persone che costituiscono, a oggi, la base di massa delle attività che abbiamo messo in campo.Da lunedì 25 novembre si avvia il raddoppio dell’attività dello sportello per la casa e per la difesa dagli stacchi di luce e gas,martedì comincia il doposcuola, mercoledì lo sportello sociale di rifondazione comunista di consulenza legale gratuita per la casa e il lavoro,giovedì cominciano i corsi di piccola idraulica e di manutenzione elettrica,venerdì le attività del baratto solidale, sabato e domenica, la scuola e le attività per i migranti bengalesi, domenica per le comunità del Magreb,a seguire nelle prossime settimane i gruppi di acquisto popolare e la scuola di italiano e di inglese.

Un lavoro intenso dentro un progetto dove tutti si riconoscono perchè direttamente o indirettamente hanno conosciuto, praticato, la difesa militante del diritto all’abitare, il significato concreto e non effimero delle parole, solidarietà,militanza, organizzazione.Niente chiacchiere, ma sostanza, la certezza di appartenere ad una comunità di lotta che ti difende sempre e che non ti abbandona, che ti aiuta in tutte le forme possibili quando ne hai bisogno. Una forza che non ti fa sentire solo, dove i migranti difendono dallo sfratto i cittadini italiani e dove le donne sole trovano chi le sostiene, chi le ospita se necessario e magari si prende cura anche dei figli. Una pratica rigorosa che allontana chi cerca solo di ottenere qualcosa per sè, che allunga la mano solo per ricevere , ma non è disposto a dare. Niente di nuovo,la scuola antica del movimento operaio, dell’ 800 e del Novecento, la scuola degli operai di Torino che ospitavano i figli dei braccianti della pianura padana in sciopero.Una storia che nelle miserie attuali noi siamo orgogliosi di rivendicare e,seppur pallidamente, riprendere.

Un percorso costruito lucidamente dalla analisi  della possibilità di un percorso di ricomposizione di classe dentro le contraddizione determinate dalla crisi a partire dai bisogni materiali di un soggetto plurale, meticcio,che vive nei quartieri proletari di una città che non è metropoli, ma che in particolari zone ne avvicina alcune caratteristiche.All’incrocio dei due quartieri più proletari di Padova, con una popolazione migrante che è oltre il 20% della popolazione complessiva, dove gli intrecci e le relazioni tra migranti e autoctoni  sono un dato consolidato e dove, dentro la devastazione sociale prodotta dalla crisi, si può rovesciare il progetto di scomposizione  tra linee di colore nella lotta per bisogni comuni e contro il nemico comune, noi abbiamo piantato la nostra bandiera di sempre, quella  rossa dell’internazionale.

Paolo Benvegnù – Federazione PRC Padova

Comunicato Workers in Action

Sportello Sociale

 

Continua la campagna SFRATTI ZERO degli Sportelli sociali di Rifondazione comunista.

Venerdì 22, più di 20 compagni dello sportello sociale dell’Alta Padovana hanno ottenuto il rinvio alla fine di febbraio dello sfratto, al quarto accesso, per una famiglia di Trebaseleghe. I 3 mesi di rinvio sono necessari per trovare una soluzione che dia stabilità alla famiglia, una riduzione dell’affitto da parte del proprietario, e un aiuto del comune per restare nell’alloggio dove si trova.

Cosa difficile in un comune che ha come obiettivo quello di liberarsi dei poveri che vi risiedono, difficile ma necessaria. Con la mobilitazione, la lotta e l’organizzazione ce la faremo!

Nelle stesse ore, blocco di uno sfratto in via Ciamician (Padova) da parte dei compagni dello sportello sociale di Padova.

Affitti adeguati ai salari, case per l’emergenza abitativa, moratoria sugli sfratti.

Sportelli sociali di Rifondazione comunista – Federazione di Padova

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