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il dito e la luna

Quarto-stato

SERVE UN CAMBIO DI PASSO DECISO!

Una rabbia sorda è cresciuta nel paese. E’ figlia delle politiche di austerità, del massacro sociale imposto dall’Europa all’Italia, così come alla Grecia, al Portogallo e alla Spagna.

Politiche nefaste, che hanno desertificato il tessuto industriale del paese, che hanno favorito le delocalizzazioni, che hanno colpito il lavoratori, i pensionati ma, anche tanti piccoli commercianti e artigiani e le piccole imprese strozzate da prestiti a tassi di usura o dalla totale assenza di disponibilità di credito da parte delle banche rifinanziate all’1% dalla BCE, dopo le perdite sui titoli tossici americani.

C’è un’indubbia confusione nelle manifestazioni di questi giorni, nei blocchi e nelle parole d’ordine. Si sentono linguaggi diversi, elementi di cultura repubblicana, antipolitica, e tracce della presenza della destra eversiva. Non poteva che essere così.

Mentre avanzano le politiche di massacro sociale, crescono disoccupazione e povertà a macchia d’olio, le maggiori confederazioni sindacali italiane, a differenza degli altri paesi dell’Europa del Sud, hanno fatto prevalere la contiguità con le forze politiche a discapito della difesa degli interessi dei lavoratori e delle condizioni degli strati più deboli della popolazione.

Un disastro annunciato a cui ha contribuito l’assenza in questo parlamento della Sinistra che in Europa si è battuta contro il trattato di Maastricht, contro il Fiscal Compact, contro la dittatura degli interessi della grande finanza e dei grandi gruppi industriali. Invece, il Partito della Sinistra Europea è forte in Grecia, in Spagna, in Francia e nella stessa Germania.

Lanciare anatemi non serve. Togliere al campo populista e alla destra eversiva la possibilità di assumere pienamente la direzione politica di una protesta destinata a crescere, per ovvie ragioni obiettive, passa solo attraverso una decisa svolta dei sindacati che devono scegliere tra il perseverare nel collateralismo con i partiti di governo e l’assumere la testa di una forte mobilitazione contro le politiche di austerità.

Serve un cambio di passo deciso!

Disobbedire all’Europa, mettere al centro del programma di governo le politiche di piena occupazione, contro l’obbligo di pareggio di bilancio, il sostegno ai salari e alle pensioni, il rafforzamento dello stato sociale, il diritto alla salute, all’istruzione, la difesa del nostro territorio, applicando la Costituzione del nostro paese che pone questi obiettivi come fondanti il patto tra i cittadini.

Dentro il quadro delle compatibilità imposte dalla troika (Unione Europea, Fondo monetario internazionale, BCE) c’è solo l’aggravarsi della crisi, la crescita della povertà e della disperazione, come da anni stiamo dicendo.

Paolo Benvegnù

segretario provinciale di Rifondazione Comunista

1 Comment

  1. ChiaraPatrizia

    bella analisi … ora avanti tutta per “riprenderci” quello che i mass media hanno oscurato.. noi siamo con i genitori che non riescono a dar da mangiare ai figli, i lavoratori che han perso il lavoro, i pensionati che non arrivano a fine mese, e, si! anche con l’artigiano/negoziante che deve chiudere bottega! Perchè essere comunisti:
    è soffrire nel vedere le persone soffrire,
    è credere in una società giusta e democratica
    è la felicità di essere solidale
    è lottare perché tutti abbiano una casa, un ospedale, una scuola, un lavoro dignitoso, una pensione…. PRC deve arrivare a chi oggi per disperazione, è sceso in strada con i “forconi” ma che con i “forconi” non ha niente in comune.