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ZIMMER, LEADER DEL PARTITO EUROPEO, CRITICA I MOVIMENTI ITALIANI SUPERATI DAI POPULISTI

die linkeLa sinistra si è fatta scippare la protesta dai Forconi
ZIMMER, LEADER DEL PARTITO EUROPEO, CRITICA I MOVIMENTI ITALIANI SUPERATI DAI POPULISTI
di Alessandro Cisilin
Altro che populismi, manca la sinistra, soprattutto gli italiani, e non capisco perché”. Non ama i giri di parole Gabi (Gabriele all’anagrafe) Zimmer, 58 anni, di cui oltre 30 di militanza politica. La leader della sinistra europea (presiede il gruppo europarlamentare della Gauche Unitaire Européenne/Gauche Verte Nordique) è meglio nota come l’“Anti-Merkel”. “Lei è la principale responsabile della crisi sociale in tutto il continente, la sua conferma è più che deplorevole”, commentò all’indomani delle elezioni tedesche di settembre, che pur confermarono la Linke (Sinistra, ndr) come terza forza nazionale, ovvero prima opposizione alla Große Koalition, echeggiata dalle nostre “larghe intese” nonché da quelle che, tra Popolari e Socialdemocratici, da sempre dominano la scena politica a Bruxelles. Ma anziché guardare a quel che accade in Germania, la berlinese suggerisce di ripartire dai paesi mediterranei, in primis la Grecia.
IL 39NNE ATENIESE Alexis Tsipras, leader di Syriza, sarà investito dal congresso del Partito della Sinistra Europea, al via oggi a Madrid, quale uomo di punta per la campagna per le Europee del 2014, ossia come candidato alla presidenza della Commissione. “L’austerità in Grecia è un progetto pilota – spiega – se li lasciamo soli coinvolgerà tutti. E’ importante anche per la Germania, dove la stampa filogovernativa lo definisce ‘l’uomo che distrugge l’Europa’”.
I conti peraltro non tornano per la Gauche europea. Fu l’unica forza democratica ad avversare (tanto da venir spesso accusata di implicita collusione con l’estrema destra) i Trattati che hanno impresso da oltre vent’anni la svolta politico-economica “monetarista”. Le obiezioni erano quantomeno pertinenti, e tuttavia i sondaggi, seppur in crescita, restano modesti. “Abbiamo perso l’Italia”, ripete, alludendo al pregresso addirittura fondativo della sinistra italiana in Europa. A Madrid approda, tra gli altri, quel che resta di Rifondazione e Comunisti. “Loro, certo, ma servirebbe di più; e a interloquire con noi, più che i partiti sono di solito altri, singoli, quali Roberto Musacchio (ex leader della delegazione italiana a Bruxelles)”. Lo stesso Vendola non si fa più vedere, Sel punta oramai al gruppo social-democratico. “A malapena ora ci salutano”, lamentano i funzionari europei. Il problema sono appunto le divisioni. “Il mio predecessore (il connazionale Lothar Bisky, morto 4 mesi fa) diceva che la sinistra italiana è un’ameba, si spacca ogni giorno”. E mentre si fraziona spuntano forconi e anti-europeismi, fino a richiudere le frontiere nazionali.
“Alcuni movimenti, ma anche partiti e governi giocano la carta nazionalista, contro l’Europa, l’Euro, i migranti”. E cita Grillo: “Decidiamo noi – dice – ma prospetta soluzioni semplicistiche che non aiutano le persone”. Qui sta il nodo: “Basta dividere, tra paesi, popoli e anche partiti di sinistra. La resistenza all’austerità si fa con la solidarietà e la cooperazione, sennò si fa il gioco degli altri”.

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