“Il nuovo centrosinistra c’è già ed è il Pd che con Renzi ha svoltato a destra”. Paolo Ferrero, leader del Partito della Rifondazione Comunista dice “no grazie” alla proposta di Pedica (Cantiere Democratico) lanciata a lui, Bonelli, Di Pietro e Vendola nell’intervista a Intelligonews. Non solo “distanti da questo Pd ma anche alternativi” avverte Ferrero che sull’idea di una “rèunion” con Sel tiene la porta aperta anche se…
Ferrero, nell’intervista a Intelligonews Pedica propone un Nuovo Centrosinistra “distinto ma non distante da Renzi”. Da leader del Prc lei dovrebbe fare un bello sforzo vista la distanza dal Pd e dal suo segretario…
«Il nuovo centrosinistra c’è già ed è il Pd che ha eletto Renzi segretario ed è un centrosinistra da cui siamo molto distanti perché il Pd ha svoltato a destra. Il problema è costruire una sinistra non solo distinta da Renzi ma anche alternativa, una sinistra fortemente contraria alle politiche di austerità. Il problema non è quello di come inseguire Renzi col cappello in mano, perché di questo si tratta».
Qual è per lei il punto vero?
«E’ come si costruisce una sinistra che colmi quel vuoto pazzesco di rappresentanza in cui gli italiani sono devastati dalle politiche del governo che obbedisce ciecamente alle richieste europee, e costruire un’alternativa».
Quindi alla proposta di Pedica, il Prc risponde “no grazie”?
«Bisogna costruire la sinistra, non il nuovo centrosinistra».
Però potrebbe essere un “cantiere” per le europee di maggio.
«Su quali basi? E’ una proposta di accrocchio di un ceto politico che non serve a niente. Eppoi per fare cosa in Europa? L’Italia dei Valori fa parte del gruppo liberale che ha sostenuto le peggiori nefandezze politiche europee; Sel guarda ai socialisti che in questa Europa sono forza di governo insieme ai popolari. Noi siamo nella sinistra europea che si oppone duramente alle politiche di austerità. Non c’è alcuna base. La politica dovrebbe servire affinchè la gente possa scegliere tra diverse opzioni; noi abbiamo idee e linea chiarissime: siamo contro il fiscal compact e le politiche di rigore. Non è che si possono mettere insieme forze che la pensano all’opposto. Per me costruire la sinistra significa aggregare tutte le forze che si oppongono alle politiche di rigore in Italia e in Europa e che vogliono costruire un’alternativa all’asse tra i socialisti e i liberali che governa in Italia e in Europa».
Come valuta le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale?
«La legge elettorale oggi c’è. Dopo la sentenza della Consulta esiste un sistema proporzionale con preferenze. Noi pensiamo che quella uscita dalla sentenza della Corte Costituzionale sia un’ottima legge, l’unica che prevede che ogni voto vale uguale. Non solo: al contrario di ciò che si dice, l’Italia andava bene quando c’era uno schema proporzionale; il paese negli anni è cresciuto. Oggi l’Italia va malissimo a causa di questo bipolarismo artificiale che è poi la cosa che vuole rifare Renzi».
Si spieghi meglio.
«Il segretario del Pd – e in questo si capisce come mai cerchi l’accordo con Berlusconi a rischio di resuscitarlo politicamente per l’ennesima volta – vuole costringere il paese che non ha opinioni solo riconducibili a lui e Berlusconi, a stare in un unico schema. La partita non è più un torneo fra squadre, ma un match a due e per questo serve uno schema che garantisca una posizione di rendita. Della serie: ci siamo solo io e Berlusconi. E’ veramente un uso delle istituzioni a fini di parte e coinvolge non solo Renzi ma anche Napolitano che dovrebbe prendere atto che la legge elettorale c’è e che l’odiato Porcellum è un problema risolto dalla Corte Costituzionale».
Quindi il capo dello Stato dovrebbe sciogliere le Camere e mandare tutti al voto?
«È una prerogativa del presidente della Repubblica. Noi abbiamo sempre detto che se ne devono andare a casa, ma su questo punto specifico non critico il presidente. Lo critico, invece, sul fatto che faccia politica come fosse l’esponente di un partito dicendo che bisogna cambiare la legge elettorale. E’ un’opinione che non dovrebbe esprimere perché non fa parte del suo ruolo di garante della Costituzione».
Sì ma allora se la legge elettorale c’è e il governo ha fallito qual è l’alternativa per voi?
«Il governo ha fallito, il potere d’acquisto degli italiani va sempre peggio, la gente non è andata in vacanza e per la verità ha fatto pochi cenoni di capodanno. Ha fallito non tanto il governo Letta in quanto Letta, non è una questione di nomi, bensì hanno fallito le politiche di austerità adottate da Letta, Monti, Berlusconi, Merkel. Noi proponiamo un’agenda rovesciata».
In che senso?
«La vera emergenza è il lavoro. Noi proponiamo un piano per il lavoro e per il rilancio economico. Ci vogliono i soldi? Sì. Come si trovano? Con una patrimoniale sulle grandi ricchezze, un tetto a pensioni e stipendi d’oro, smettendo di dare soldi per cacciabombardieri e Tav; smettendo di dare soldi alle banche e agli speculatori con la storia del debito pubblico. Occorre mettere a disposizione le risorse per ciò che serve: messa in sicurezza del territorio, assetto idrogeologico, la messa a norma degli edifici pubblici e il risparmio energetico. Puntare sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico che abbiamo e che è volano di posti di lavoro».
Quello che ha appena spiegato è esattamente il piano per il lavoro declinato da Migliore (Sel) a Intelligonews. Che significa?
«Siamo contenti che Sel abbia preso gli indirizzi proposti come Rifondazione in parlamento; per questo va detto a Sel che occorre smetterla di inseguire Renzi e costruire una sinistra unita su queste proposte; vuol dire che non si sceglie Schulz e i socialisti europei ma il partito della sinistra europea».
Prove tecniche di “rèunion” con Sel?
«Sul piano dei programmi con Sel non ci sono molte differenze. Il punto è che questa sinistra non può essere l’ala sinistra degli F35; non si può fare una sinistra che come unico obiettivo abbia l’accordo col Pd che dice e ha già fatto cose opposte. La differenza tra noi e Sel è che loro anziché riscostruire nel paese una sinistra unita, sostengono che bisogna pensare a un accordo col Pd a tutti i costi. Tra l’altro abbiamo già visto cosa ha prodotto questa logica. Se n’è accorto anche Fassina, strano che non se ne accorgano anche altri…».
Fonte: IntelligoNews
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