Fonte: Il Mattino di Padova
ESTE. Cinque ore di sciopero, poi tutte le operatrici si sono trasferite a Venezia per manifestare davanti al Palazzo della Regione. Giornata intensa, ieri, per le lavoratrici licenziate della casa di riposo Santa Tecla.
Più di cinquanta tra dipendenti e simpatizzanti della struttura atestina si sono ritrovati prima dell’alba davanti al cancello di via Pra’ per aderire allo sciopero indetto dalle 5 alle 10. Assieme ai rappresentanti del sindacato Usb e di Rifondazione comunista, le lavoratrici hanno raccolto la solidarietà anche di numerosi famigliari degli ospiti della Santa Tecla.
Al di là della buona adesione allo sciopero, il sindacato Usb contesta tuttavia il comportamento tenuto dalla Fondazione che gestisce la struttura e dalle altre sigle sindacali: «La Fondazione ha a più riprese convinto le lavoratrici che questo sciopero era solamente per gli iscritti al nostro sindacato, i rappresentanti degli altri sindacati non hanno invece fatto nulla per promuovere questa iniziativa, che a veva carattere generale ed era rivolta a tutti. Immagino che arriveranno per loro delle sanzioni da parte degli organi di garanzia».
Al termine del sit-in all’ingresso della casa di riposo, un buon numero di lavoratrici è salito in pullman e ha raggiunto palazzo Ferro-Fini, sede della Regione Veneto a Venezia. Ne è nato un incontro, dopo quello avvenuto martedì pomeriggio a livello sindacale con il presidente del consiglio regionale. I vertici della Regione hanno assicurato di volersi fare promotori di un tavolo a tre tra Fondazione, Regione e Usb per ritirare la procedura di esubero e trattare i problemi economici della Fondazione.
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