Conflitti, Economia, In Evidenza

22 Febbraio a Lodi: seminario nazionale per il Comune Sociale, partecipa il PRC di Padova

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Il seminario si propone di

tracciare alcune linee basilari per il Comune Sociale linee che costituiscono un riferimento orientativo per le prossime elezioni amministrative

 

Qui di seguito la traccia di discussione per il Seminario nazionale della Rete per l’Autorganizzazione popolare.

 

 

 

ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA

 

 

ORE 10

PRESENTAZIONE DELLE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE IN ATTO:

AUTOPRODUZIONE, BANCO ALIMENTARE, CASA DEL POPOLO, COMITATI ANTISFRATTO, DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE, DENTISTA SOCIALE, GAP, MUTUO SOCCORSO, SCUOLA POPOLARE, TEMPO

LIBERO SOCIALE

 

ORE 12,30

BUFFè FREDDO CONTINUANDO I LAVORI

 

ORE 13,30

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO COMUNE SOCIALE/COMUNE SOLIDALE

 

ORE 14,30

DISCUSSIONE

 

ORE 16,45

PROPOSTE OPERATIVE

COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO DEI DELEGATI DELLE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE

REDAZIONE DI STRUMENTI E MANUALI PER LE PRATICHE SOCIALI

COINVOLGIMENTO DI ALTRE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE

CALENDARIO OPERATIVO DEL COORDINAMENTO DEI DELEGATI A PARTIRE DALLA PRIMA SUCCESSIVA

ORE 17,00

FINE LAVORI E ARRIVEDERCI

LO STATO DI COSE IN CUI SIAMO COSTRETTI DAL CAPITALE

Il Capitale

si rirorganizza a livello europeo attaccando i proletari su tre fronti:

  1. fronte LAVORO E SALARIO DIRETTO
    La disoccupazione è in continuo aumento. La paga media non supera €1.000 mensili e cala.
  2. fronte Welfare state (salario sociale, salario differito)
    I servizi sanitari, assistenziali e sociali sono tagliati, privatizzati e mercatizzati. Le pensioni sono erose e ridotte.
  3. fronte POTERE POLITICO DEMOCRAZIA
    Il governo, al servizio dei capitali europei, guida l’attacco sul lavoro e sul welfare cancellandone i diritti.
  • Muta la Costituzione subordinandola al mercato
  • Sta riformando le regioni nello stesso senso
  • Cancella le provincie che sono inutili al mercato
  • Trasforma i comuni in agenti delle tasse

Le organizzazioni sindacali e politiche

burocratizzate, divise e deboli, invece di organizzare le necessarie lotte di difesa e risposta concreta proletaria, o si sottomettono agli attacchi di governo e capitale ( CGIL CISL UIL ) o non riescono ancora a produrre la massa critica necessaria per reggere lo scontro ( USB )

i proletari

di fronte a questo disastro sono spinti sempre più all’azione immediata con pratiche sociali autorganizzate:

  • in difesa del lavoro:

Casse di resistenza, fondi di solidarietà, autoproduzioni, fabbriche autogestite, ecc.

  • in difesa delle condizioni materiali (beni di prima necessità, casa, scuola, salute):

gruppi di acquisto popolare, comitati casa antisfratto e occupazione di case, casse di mutuo soccorso, case del popolo, scuole popolari, dentista sociale.

IL POCO (O FORSE TANTO) CHE POSSIAMO FARE SUBITO E IN CONCRETO DATO QUESTO STATO DI COSE

Oggi ci sono le condizioni per passare dall’azione immediata con pratiche sociali autorganizzate a una rete stabile di autorganizzazione sociale a base territoriale.

Scopo del seminario è quello di:

  1. confrontare, socializzare e coordinare le PRATICHE SOCIALI esistenti

  2. a partire dalle esperienze messa in campo fino ad ora costruire una rete stabile BASANDO LE PRATICHE SOCIALI SU :

CONFEDERALITà SOCIALE – COMUNE SOCIALE – COMUNE SOLIDALE

Nel Comune, istituzione di cui il sistema cerca ancora di valersi per dare qualche parziale risposta ai bisogni sociali, si concentrano in modo dirompente le contraddizioni tra l’attacco del Capitale, la sopravvivenza comunale dello “Stato di diritto”, lo sviluppo delle pratiche sociali autonome.

Le pratiche sociali autonome interagiscono inevitabilmente e oggettivamente coi Comuni a tre livelli: a) lo sostituiscono rispondendo ai bisogni sociali negati in tutto o in parte dalle limitazioni che il governo di “larghe intese” impone alla spesa sociale locale; b) parallelamente all’analoga azione comunale, resistono contro i tagli alla spesa sociale locale per mantenere i servizi assistenziali, sanitari e sociali locali ancora esistenti; c) sostengono una analoga linea di opposizione ad ogni ulteriore taglio. Le pratiche sociali autonome (GAP, comitati antisfratto, ecc.) dovendo per forza avere col Comune un’interazione negoziale, ne trasformano i tre livelli in parti programmatiche di proprie piattaforme sociali e le relative rivendicazioni, le lotte, gli eventuali accordi diventano immediatamente pratiche sociali di resistenza all’attacco del Capitale.

Così dall’esperienza del “Comune Sociale”, si sviluppa un altro percorso, un progetto politico che, traducendo piattaforme, rivendicazioni, accordi in programmi amministrativi da sviluppare con proprie rappresentanze in Consiglio Comunale, genera l’idea di una strumento di lotta istituzionale: il “COMUNE SOLIDALE” resistente agli attacchi del Governo di “larghe intese” (e di qualsiasi Governo di transizione alla “Governance”) con un’azione di solidarietà sociale e politica, indipendente ma non preclusa ai partiti (ovviamente di sinistra), che integra le pratiche sociali autonome, le politiche del Comune volte a mantenere e qualificare i propri servizi assistenziali, sanitari e sociali e ad opporsi a tagli, privatizzazioni e eliminazioni di servizi.

In concreto, si sono affermati gruppi consiliari comunali indipendenti o in alleanza programmatica, all’opposizione o in amministrazione, che hanno già fatto importanti esperienze di “COMUNE SOLIDALE”.

I due percorsi: la prospettiva del “Comune Sociale” e la pratica del “COMUNE SOLIDALE”, costituiscono un reale e concreto modello di resistenza e opposizione pratica all’attacco del Capitale sul fronte del Potere a livello territoriale.

Attuando questo modello si crea un parziale, ma reale e concreto ostacolo al compimento dello “Stato di mercato”.

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