Il seminario si propone di
tracciare alcune linee basilari per il Comune Sociale linee che costituiscono un riferimento orientativo per le prossime elezioni amministrative
Qui di seguito la traccia di discussione per il Seminario nazionale della Rete per l’Autorganizzazione popolare.
ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA
ORE 10
PRESENTAZIONE DELLE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE IN ATTO:
AUTOPRODUZIONE, BANCO ALIMENTARE, CASA DEL POPOLO, COMITATI ANTISFRATTO, DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE, DENTISTA SOCIALE, GAP, MUTUO SOCCORSO, SCUOLA POPOLARE, TEMPO
LIBERO SOCIALE
ORE 12,30
BUFFè FREDDO CONTINUANDO I LAVORI
ORE 13,30
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO COMUNE SOCIALE/COMUNE SOLIDALE
ORE 14,30
DISCUSSIONE
ORE 16,45
PROPOSTE OPERATIVE
COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO DEI DELEGATI DELLE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE
REDAZIONE DI STRUMENTI E MANUALI PER LE PRATICHE SOCIALI
COINVOLGIMENTO DI ALTRE PRATICHE SOCIALI AUTORGANIZZATE
CALENDARIO OPERATIVO DEL COORDINAMENTO DEI DELEGATI A PARTIRE DALLA PRIMA SUCCESSIVA
ORE 17,00
FINE LAVORI E ARRIVEDERCI
LO STATO DI COSE IN CUI SIAMO COSTRETTI DAL CAPITALE
Il Capitale
si rirorganizza a livello europeo attaccando i proletari su tre fronti:
- fronte LAVORO E SALARIO DIRETTO
La disoccupazione è in continuo aumento. La paga media non supera €1.000 mensili e cala. - fronte Welfare state (salario sociale, salario differito)
I servizi sanitari, assistenziali e sociali sono tagliati, privatizzati e mercatizzati. Le pensioni sono erose e ridotte. - fronte POTERE POLITICO DEMOCRAZIA
Il governo, al servizio dei capitali europei, guida l’attacco sul lavoro e sul welfare cancellandone i diritti.
- Muta la Costituzione subordinandola al mercato
- Sta riformando le regioni nello stesso senso
- Cancella le provincie che sono inutili al mercato
-
Trasforma i comuni in agenti delle tasse
Le organizzazioni sindacali e politiche
burocratizzate, divise e deboli, invece di organizzare le necessarie lotte di difesa e risposta concreta proletaria, o si sottomettono agli attacchi di governo e capitale ( CGIL CISL UIL ) o non riescono ancora a produrre la massa critica necessaria per reggere lo scontro ( USB )
i proletari
di fronte a questo disastro sono spinti sempre più all’azione immediata con pratiche sociali autorganizzate:
-
in difesa del lavoro:
Casse di resistenza, fondi di solidarietà, autoproduzioni, fabbriche autogestite, ecc.
-
in difesa delle condizioni materiali (beni di prima necessità, casa, scuola, salute):
gruppi di acquisto popolare, comitati casa antisfratto e occupazione di case, casse di mutuo soccorso, case del popolo, scuole popolari, dentista sociale.
IL POCO (O FORSE TANTO) CHE POSSIAMO FARE SUBITO E IN CONCRETO DATO QUESTO STATO DI COSE
Oggi ci sono le condizioni per passare dall’azione immediata con pratiche sociali autorganizzate a una rete stabile di autorganizzazione sociale a base territoriale.
Scopo del seminario è quello di:
-
confrontare, socializzare e coordinare le PRATICHE SOCIALI esistenti
-
a partire dalle esperienze messa in campo fino ad ora costruire una rete stabile BASANDO LE PRATICHE SOCIALI SU :
CONFEDERALITà SOCIALE – COMUNE SOCIALE – COMUNE SOLIDALE
Nel Comune, istituzione di cui il sistema cerca ancora di valersi per dare qualche parziale risposta ai bisogni sociali, si concentrano in modo dirompente le contraddizioni tra l’attacco del Capitale, la sopravvivenza comunale dello “Stato di diritto”, lo sviluppo delle pratiche sociali autonome.
Le pratiche sociali autonome interagiscono inevitabilmente e oggettivamente coi Comuni a tre livelli: a) lo sostituiscono rispondendo ai bisogni sociali negati in tutto o in parte dalle limitazioni che il governo di “larghe intese” impone alla spesa sociale locale; b) parallelamente all’analoga azione comunale, resistono contro i tagli alla spesa sociale locale per mantenere i servizi assistenziali, sanitari e sociali locali ancora esistenti; c) sostengono una analoga linea di opposizione ad ogni ulteriore taglio. Le pratiche sociali autonome (GAP, comitati antisfratto, ecc.) dovendo per forza avere col Comune un’interazione negoziale, ne trasformano i tre livelli in parti programmatiche di proprie piattaforme sociali e le relative rivendicazioni, le lotte, gli eventuali accordi diventano immediatamente pratiche sociali di resistenza all’attacco del Capitale.
Così dall’esperienza del “Comune Sociale”, si sviluppa un altro percorso, un progetto politico che, traducendo piattaforme, rivendicazioni, accordi in programmi amministrativi da sviluppare con proprie rappresentanze in Consiglio Comunale, genera l’idea di una strumento di lotta istituzionale: il “COMUNE SOLIDALE” resistente agli attacchi del Governo di “larghe intese” (e di qualsiasi Governo di transizione alla “Governance”) con un’azione di solidarietà sociale e politica, indipendente ma non preclusa ai partiti (ovviamente di sinistra), che integra le pratiche sociali autonome, le politiche del Comune volte a mantenere e qualificare i propri servizi assistenziali, sanitari e sociali e ad opporsi a tagli, privatizzazioni e eliminazioni di servizi.
In concreto, si sono affermati gruppi consiliari comunali indipendenti o in alleanza programmatica, all’opposizione o in amministrazione, che hanno già fatto importanti esperienze di “COMUNE SOLIDALE”.
I due percorsi: la prospettiva del “Comune Sociale” e la pratica del “COMUNE SOLIDALE”, costituiscono un reale e concreto modello di resistenza e opposizione pratica all’attacco del Capitale sul fronte del Potere a livello territoriale.
Attuando questo modello si crea un parziale, ma reale e concreto ostacolo al compimento dello “Stato di mercato”.
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