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Arriva la spesa con i Gap nei quartieri

Tratto da un articolo del Mattino di Padova, con una nostra fotogallery

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gap_raccoltaMONTA’. Si chiamano Gap, Gruppi di Acquisto Popolare. Riprendono la filosofia del Gas (gruppo di acquisto solidale) e intendono combattere il caro-vita rivolgendosi alle categorie rese fragili dalla crisi: cassintegrati, disoccupati, pensionati, ma anche chi ha un mutuo pesante sulle spalle e vede ridimensionarsi di giorno in giorno il suo potere di acquisto al supermercato. Come? Proponendo la spesa low-cost, prodotti di largo consumo a prezzi ridottissimi.

L’iniziativa, lanciata dallo Sportello Sociale di Rifondazione Comunista, sta girando i quartieri e sta diventando un fenomeno con decine di nuovi tesserati a ogni nuova uscita. Il boom di adesioni è spiegato dai prezzi vantaggiosi della merce in vendita: un chilo di pasta a 50 centesimi, uno di riso a 90 centesimi, un litro di olio extra vergine d’oliva (produzione etica) a 2,50 euro; una bottiglia di passata di pomodoro (0,75 litri) a 50 centesimi; un chilogrammo di patate a 50 centesimi; un litro di latte italiano a 50 centesimi e il formaggio Asiago a 5 euro al chilo. Per fare la spesa al Gap basta iscriversi, la tessera dura un anno e costa 50 centesimi.

Ieri mattina il gruppo, con il presidente del consiglio comunale Daniela Ruffini era a Montà, in via Morandini, nella sede della cooperativa Coralli. In appena mezza giornata (dalle 9.00 alle 14), sono state raccolte 50 adesioni. A guidare il coordinamento Pierluigi Avella, che spiega: «Abbiamo semplicemente osservato la realtà e, tra sfratti, cassaintegrati e disoccupati, la situazione per le famiglie è molto difficile». In via Morandini, ieri, c’erano per lo più padri di famiglia. Qualcuno racconta che ha perso il lavoro da più di un anno. Qualcun altro confida che si mangia pasta e niente più, perché prima vengono le bollette da pagare per non risultare morosi e finire nella morsa dei debiti.

Poi c’è la categoria dei pensionati. «Risparmio», racconta un nonno, «per assicurare un regalino ai miei nipoti. Il grosso della pensione (che è di 500 euro) se ne va per le bollette, mangiare è l’unica voce che posso gestire».

Le uscite del Gap sono quattro al mese: due volte (di sabato) itineranti per i quartieri e due volte (di domenica) alla Casa del popolo “Meri Rampazzo” (ex scuola Rodari) in via Bajardi, vicino alla Corte. Oggi infatti i prodotti possono trovarsi a Mortise, dalle 9 alle 14. «Siamo pronti ad allargare il carrello», aggiunge Avella, «a breve avremo anche la disponibilità dei biscotti, del cacao in polvere e del caffè».

Ognuno può portare a casa un massimo di spesa, per evitare che i primi si accaparrino tutto o che, qualche furbetto, si finga povero per lucrarci. Ad ogni famiglia è consentito comprare, ad esempio, fino ad 1 chilo di pasta e di riso, 5 chili di patate, 2 bottiglie di passata e 1 chilo di formaggio.

Alla Meri Rampazzo, punto di riferimento per la spesa low-cost, non ci sono comunque soltanto i Gap. Svariate le attività: dopo scuola per i bambini; proiezioni di films; pronti a partire i corsi d’italiano per stranieri e grande successo per il baratto (dalle 10 alle 14) di abiti, giocattoli, libri per bambini e cose per la casa.

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