Comitato Politico nazionale del 15-16 marzo 2014
ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO RENZI
Il CPN del PRC del 14 e 15 marzo, in relazione alla formazione del governo Renzi e dei primi provvedimenti assunti o annunciati:
1) denuncia il processo di ulteriore e gravissima involuzione neoautoritaria insita nell’Italicum. La legge elettorale concordata da Renzi e Berlusconi, è in realtà uno sbarramento alla democrazia perché nega il principio di rappresentanza democratica. In continuità col porcellum, già bocciato dalla Corte costituzionale, ha evidenti profili di incostituzionalità, un altissimo premio di maggioranza, soglie di sbarramento per chi non si allea con Renzi o Berlusconi (dall’ 8% al 12%) che espellono dalla rappresentanza dodici milioni di elettori, nessuna norma in favore della democrazia di genere.
L’Italicum porta a compimento il processo di distruzione della democrazia rappresentativa e della repubblica parlamentare iniziato negli anni ’90. C’è un profondo intreccio fra i caratteri antidemocratici dell’Italicum e la volontà di espellere dai luoghi della rappresentanza chi sta dalla parte delle classi popolari ed esprime il dissenso dalle politiche neoliberiste della Troika, sostenute in Italia dalla grande coalizione tra centrodestra e centrosinistra.
Il medesimo carattere neoautoritario è rintracciabile nella volontà espressa a più riprese dal Renzi di negare legittimità alle organizzazioni sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali, ed in generale di sostituire i meccanismi populisti e plebiscitari al ruolo dei soggetti collettivi organizzati. In questa logica neoautoritaria vanno letti anche tanto i tentativi di ripristinare la legge Fini-Giovanardi, per quanto chiaramente bocciata dalla Corte Costituzionale, quanto il divieto per coloro che occupano immobili di chiedere la residenza e di allacciarsi ai pubblici servizi, con l’obiettivo di colpire i movimenti e le lotte per la casa..
2) I provvedimenti annunciati sul terreno economico costituiscono un insieme in cui accanto ad interventi dal carattere limitatamente redistributivo, si opera per la definitiva precarizzazione dei rapporti di lavoro mentre proseguono le politiche di privatizzazione e di taglio dei servizi.
Riteniamo gravissima l’estensione dell’acausalità del contratto a termine a tre anni , anche attraverso proroghe continue di contratti dalla durata limitatissima. Si potrà prorogare per 36 volte un contratto di un mese e al termine dei tre anni sostituire il lavoratore con un nuovo assunto sempre a termine. Come è grave l’intervento sull’apprendistato, attraverso il quale si sancisce per il datore di lavoro la possibilità di assumere nuovi apprendisti beneficiando dei fortissimi vantaggi retributivi e contributivi, senza avere l’obbligo di stabilizzare neppure in parte i vecchi apprendisti, come era sinora.
Si sancisce una sorta di lavoro “usa e getta” che mina la possibilità di organizzare la soggettività delle lavoratrici e dei lavoratori, si accelera il processo di sostituzione tra ciò che resta del lavoro stabile con lavoro precario e povero, senza che per altro si determino elementi di contrasto alla precarietà attraverso l’istituzione di strumenti di sostegno quali il reddito minimo
Accanto a questo, l’intervento sull’Irpef – se sarà confermato – rappresenta il riconoscimento tardivo ma di un qualche impatto dell’avvitamento della crisi per la compressione dei consumi interni, per salari tra i più bassi d’Europa, per il crollo della capacità di consumo delle famiglie. L’innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie a livello europee – se sarà fatta- è un provvedimento corretto anche se la destinazione delle risorse alla riduzione neppure selettiva dell’Irap, continua ad identificare l’origine dei problemi della nostra struttura produttiva nel fisco, senza fare i conti con il fatto che – come per i salari – anche il costo complessivo del lavoro in Italia è tra i più bassi d’Europa.
Ma l’intervento annunciato non risolverà la crisi del paese, diversamente da quanto affermato da Renzi.
Da un lato il provvedimento sull’Irpef non compensa in nessun modo l’entità delle politiche restrittive deliberate nel corso degli ultimi anni i cui effetti continuano a dispiegarsi, dall’altro gli oltre 30 miliardi previsti per le privatizzazioni dal governo Letta e quelli sulla spending review di Cottarelli con i 35 miliardi di tagli al 2016, sono provvedimenti che annunciano entrambi un’ulteriore riduzione del perimetro pubblico. Nel primo caso facendo cassa su quel che resta dell’apparato produttivo anche in quei settori, dai trasporti all’energia, che sarebbero decisivi per un rilancio e una riconversione del sistema produttivo, nel secondo, se le poste restano quelle, con un ulteriore affondo su servizi e lavoro pubblico, già massacrati in questi anni.
L’intervento annunciato da Renzi oltre alla precarizzazione integrale dei rapporti di lavoro ha peraltro due fortissimi aspetti negativi.
Il primo riguarda le stesse politiche fiscali. Che nella situazione attuale non si ragioni neppure di un’imposta patrimoniale è inaccettabile. Ricordiamo che secondo gli stessi dati della Banca d’Italia, la disuguaglianza nel nostro paese, cresciuta durante la crisi, ha raggiunto livelli insostenibili: i dati disaggregati mostrano che l’1% ricchissimo delle famiglie (poco più di 240.000 unità familiari ) da solo detiene il 15% della ricchezza per un valore pari a 1292 miliardi di euro, mentre il 50% delle famiglie più povere cioè 12milioni e 230.000 famiglie non ne detiene che il 9,4% per un valore pari a 810 miliardi. Poco più di 600.000 persone possiedono un patrimonio pari ad una volta e mezzo quello di 31 milioni di persone.
Una patrimoniale progressiva a partire dai 700.000 euro potrebbe generare un gettito tra i 30 e i 35 miliardi, cioè molte risorse in più di Imu e Tasi, ma diversamente da queste colpendo solo il 10% più ricco della popolazione e segnatamente il 5% dei ricchissimi.
Si regalano – attraverso il “decreto affitti” invece nuove risorse alla proprietà immobiliare attraverso l’abbattimento della cedolare secca che avrebbe un senso se i benefici per il canone concordato andassero insieme all’eliminazione dei privilegi per chi affitta a canone libero. Al contempo si procede con la riduzione del patrimonio abitativo pubblico, mentre appaiono decisamente insufficienti le risorse annunciate, ancora da verificare, per intervenire sugli aspetti più urgente dell’emergenza abitativa.
Né è accettabile che dai benefici fiscali vengano esclusi i pensionati in essere, in un paese in cui 7 milioni e mezzo di persone ricevono pensioni inferiori ai 1000 euro mensili.
Neppure nei provvedimenti annunciati da Renzi c’è un piano per creare lavoro. Lo sblocco di risorse (già stanziate) per scuola e dissesto idrogeologico, potrà avere un qualche impatto ma sarà del tutto insufficiente in un paese in cui i disoccupati effettivi sono 6 milioni.
Il CPN di Rifondazione Comunista impegna il partito a promuovere:
- la più ampia opposizione all’Italicum e per il proporzionale.
- La denuncia degli interventi annunciati da Renzi di estensione della precarietà, di aumento della repressione dei movimenti di lotta e per la casa, l’assenza di un piano per creare occupazione.
- Una campagna di mobilitazione per ottenere un congruo aumento delle pensioni e l’istituzione di un reddito minimo per i disoccupati.
- Il rilancio del Piano per il Lavoro, e dei nodi fondamentali su cui si articola: investimenti pubblici e assunzioni dirette, riduzioni d’orario e abrogazione della controriforma Fornero sulle pensioni, salario e reddito minimi.
La Segreteria nazionale
Approvato a maggioranza
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Il pieno sostegno di Rifondazione Comunista alla lista Tsipras.
Le elezioni europee del 25 maggio rappresentano una grande possibilità per avviare – da sinistra – la messa in discussione dell’impianto politico, istituzionale ed economico neo-liberista che sta alla base di questa Europa. Attraverso le politiche di austerità vogliono distruggere l’Europa sorta dopo la sconfitta del nazifascismo, quell’Europa basata sulla democrazia, sul welfare, sui diritti dei lavoratori. Noi dobbiamo fermare questa offensiva che si maschera da presunta oggettività economica ed è stata esplicitata dal presidente della BCE Mario Draghi con la formula del “pilota automatico”.
Queste elezioni sono l’occasione per contribuire alla costruzione di un’opposizione politica e sociale di sinistra alle politiche di austerità praticate tanto dai governi conservatori quanto dai governi espressione di forze e coalizioni riformiste. Noi vogliamo dare uno sbocco positivo al disagio sociale crescente costruendo un’alternativa all’impianto politico dei socialisti europei e alla formula politica della “grossa coalizione” – o delle “larghe intese” – che è praticata ormai in diversi paesi europei – e che viene riproposta per il governo europeo – con l’obiettivo di anestetizzare ogni forma di opposizione. .
In questi mesi il nostro partito ha lavorato per la costruzione di una lista unitaria della sinistra di alternativa per le elezioni europee. Abbiamo avanzato per primi, all’interno della Sinistra Europea, la candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione europea; abbiamo lavorato con spirito unitario in Italia perché potesse prendere piede una proposta politica e programmatica chiara nella collocazione, e al contempo inclusiva.
Abbiamo proposto che la lista si costruisse come spazio pubblico della sinistra di alternativa e avesse un carattere marcatamente democratico nella sua costruzione concreta. Il processo di costruzione ha vissuto varie contraddizioni e riteniamo che questo abbia portato ad errori nel percorso della costruzione della lista, in particolare, all’esclusione della parola “Sinistra” dal simbolo e dalla denominazione della lista, alle modalità centralizzate con cui sono state decise le candidature, alla non presenza di compagni e compagne del PdCI nella lista.
Questi errori non inficiano però l’assoluta positività della costruzione della lista e il ruolo politico decisivo che questa lista può giocare nelle elezioni europee e successivamente. Il terreno politico su cui avviene la costruzione di questa lista unitaria è infatti cristallino: è chiarissima la netta opposizione da sinistra alle politiche di austerità e la scelta di lavorare per un’altra Europa; le liste presentate nelle diverse circoscrizioni presentano candidature rappresentative di lotte, vertenze, battaglie culturali, comitati e associazioni. Le differenze rispetto a Rivoluzione Civile, le cui liste venivano giustamente lette come la lottizzazione praticate da gruppi dirigenti di forze politiche in gran parte poco coerenti, sono evidenti. C’è una chiara continuità e convergenza tra la collocazione e le proposte politico-programmatiche di Rifondazione Comunista e la collocazione e le proposte politico-programmatiche – pensiamo al documento programmatico della Sinistra Europea o ai dieci punti presentati da Tsipras – de “L’Altra Europa con Tsipras”: anche per questo, un buon risultato della lista sarebbe un passo importantissimo, nel nostro Paese, per la costruzione della sinistra di alternativa.
Proprio per questo Rifondazione Comunista è impegnata pienamente al successo della lista “un’altra Europa con Tsipras”, a partire dalla raccolta delle firme per la presentazione. La raccolta di 150.000 firme ed in particolare la raccolta di almeno 3.000 firme nelle regioni più piccole, è un punto di passaggio difficile ma decisivo per la presentazione della lista.
Rifondazione Comunista impegna tutte le sue strutture alla raccolta delle firme e a costruire iniziative di solidarietà militante con le strutture regionali più piccole e più in difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi dettati dalla legge.
Vogliamo dire con tutta chiarezza che non esiste alternativa alla raccolta delle firme, non esiste un piano B. La possibilità della presentazione di questa lista unitaria di sostegno alla candidatura di Tsipras presidente, è legata all’autonoma capacità della lista di raccogliere le firme e presentarsi con la propria identità. Per questo la raccolta delle firme è un dato fondativo della possibilità della presentazione della lista e del nostro progetto politico.
Connesso al lavoro di raccolta delle firme vi è il lavoro politico per la buona affermazione elettorale della lista. Non si tratta solamente di porsi l’obiettivo di superare lo sbarramento elettorale ma di costruire nel paese una battaglia politica e culturale che proponga il tema dell’uscita dell’austerità da sinistra. Noi dobbiamo operare con spirito maggioritario ed evidenziare come la nostra proposta politica sia l’unica che permette di uscire dalla crisi economica e di evitare che la crisi economica diventi a tutti gli effetti una crisi di civiltà.
In questo vogliamo valorizzare nella campagna elettorale le proposte politiche e sociali del partito e della Sinistra Europea – a partire dal Piano per il Lavoro – organizzando incontri ed iniziative nazionali e internazionali,valorizzandone contenuti e ampiezza di relazioni.
Come Rifondazione abbiamo lavorato in queste settimane anche per esprimere, all’interno della lista, candidature di compagni e compagne iscritte al partito, espressioni dei gruppi dirigenti locali e nazionale, espressioni delle lotte e delle vertenze in cui ci siamo maggiormente impegnati in questi anni. In un contesto di valutazione positiva delle liste per la qualità politica delle stesse e per la presenza al loro interno di numerose ottime candidature, occorre fare un lavoro a sostegno dei nostri candidati ed in particolare il Comitato Politico Nazionale dà indicazione affinché vengano sostenute da tutte le strutture le seguenti candidature. Si tratta di figure emblematiche delle lotte e dei percorsi politici che riteniamo necessario valorizzare nella battaglia contro le politiche neoliberiste e per la costruzione anche in Italia di una forte Sinistra Europea.
Nicoletta Dosio (circoscrizione Nord-Ovest);
Paola Morandin (circoscrizione Nord-Est);
Fabio Amato (Centro);
Eleonora Forenza (Sud);
Antonio Mazzeo (Sicilia);
Simona Lobina (Sardegna);
Il Comitato Politico Nazionale perciò, recependo anche l’esito della consultazione interna avvenuta tra le iscritte e gli iscritti del partito, esprime e conferma l’adesione e il sostegno di Rifondazione Comunista alla lista “Un’Altra Europa con Tsipras” per le prossime elezioni europee. Chiede alle strutture territoriali di proseguire la massima mobilitazione – all’interno dei comitati territoriali per Tsipras – sulla raccolta delle firme per la presentazione in tutte le circoscrizioni della lista. Invita tutte le compagne e compagni a garantire il massimo sforzo per la campagna elettorale a favore della lista e a sostegno delle candidate e dei candidati sopra indicati.
Il Comitato Politico Nazionale, detto tutto questo:
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approva il simbolo elettorale con cui si presenterà “Un’Altra Europa con Tsipras” e le liste ad esso collegate;
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decide di aderire alla manifestazione del prossimo 12 aprile promossa da varie realtà sociali e anticapitaliste contro l’austerità e i diktat della Troika.
Documento presentato dalla Segreteria nazionale
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Approvato a maggioranza
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