Una delle peggiori giornate che potessero capitare per una manifestazione. Piove ininterrottamente fin dalla mattina. Piove di brutto!
Arrivano le prime telefonate di compagni che chiedono conferma per la manifestazione. La manifestazione si fa anche sotto la pioggia. Alle 14.00 telefona il primo compagno dalla stazione: “Qui non c’è nessuno”. “Tranquillo, arriviamo!”. Una decina di minuti dopo arrivano i primi compagni dall’Alta padovana, quelli dello sportello sociale che ha bloccato lo sfratto al 5° accesso giovedì e il camion dell’ADL COBAS con i primi gruppi di facchini. Piano piano, lo spazio davanti alla stazione si riempie. Arrivano anche le lavoratrici del Santa Tecla con il loro striscione e le bandiere di USB. Verso le 15 si incomincia a comporre il corteo. In testa i lavoratori dell’Artoni, che hanno subito le cariche della polizia al loro presidio in Zona industriale. Arrivano anche gruppi di lavoratori da altre città del Veneto, delle cooperative della logistica. Finalmente parte il corteo, sempre sotto la pioggia battente. Un corteo forte e combattivo dove ci sono tutte le realtà di movimento. La parte preponderante è quella organizzata dalle sigle che hanno promosso la manifestazione: ADL e ASC. Ma ci sono anche i compagni del comitato per l’acqua pubblica, le lavoratrici della scuola in lotta contro i tagli dei loro posti di lavoro, il Bios Lab che ha appena occupato uno spazio, le lavoratrici del Santa Tecla e i compagni di Rifondazione comunista che ha aderito partecipando in maniera organizzata alla manifestazione.
Il percorso della manifestazione è stato ridotto. Si va direttamente sotto la Prefettura. E’ un corteo militante ma consistente. Arriviamo sotto la Prefettura e siamo sicuramente in mille. Parlano al megafono i compagni delle cooperative e denunciano lo sfruttamento a cui sono costretti, le truffe sistematiche nelle buste paga, il clima di intimidazione e i licenziamenti delle avanguardie. Ma manifestano anche il loro orgoglio per la forza che si sono conquistati e per la crescita della loro sindacato, che li difende e li organizza senza scendere a compromessi e svendite dei diritti. Chiedono che la polizia non intervenga nelle vertenze sindacali a tutelare la mafia delle cooperative che praticano sistematicamente l’illegalità, la rapina sulle buste paga, derogando dal rispetto dei contratti e dai diritti anche minimi dei lavoratori. Nonostante la pioggia battente, la voglia di gridare la loro rabbia e l’orgoglio per la riuscita della manifestazione è molto forte. Si susseguono gli interventi, i compagni che hanno organizzato la manifestazione ci chiedono se vogliamo intervenire come partito. Non serve, l’essenziale lo dicono i lavoratori, questa giornata è la loro giornata. Interviene anche una compagna del Santa Tecla e dà appuntamento a tutti per l’8 marzo. Un’altra scadenza che non sarà il solito rito, ma una giornata di lotta promossa da donne che sono protagoniste di una battaglia dura, vera, per la difesa del posto di lavoro, del reddito e della loro dignità.
Il segnale è arrivato forte e chiaro. I lavoratori che lottano, per il lavoro, la casa e il reddito stanno costruendo percorsi di unità concreta dentro pratiche di conflitto che cercano percorsi di ricomposizione, con l’obbiettivo di portare a risultati concreti, di vincere nelle loro vertenze. Certamente, con una giornata meno piovosa, la manifestazione sarebbe stata molto più partecipata, ma se da questo punto di vista ci può essere un qualche rammarico, dobbiamo però anche sapere che gli obbiettivi politici della manifestazione sono stati pienamente raggiunti.
Su questa strada dobbiamo continuare ad andare avanti.
Rifondazione Comunista Padova, 01.03.2014
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