In questi mesi, in città, con ripetuti volantinaggi e raccolta di firme, sulla stampa, nelle commissioni consiliari, in consiglio comunale, Rifondazione Comunista ha spiegato le ragioni della netta opposizione al progetto della giunta comunale di trasferire il controllo dell’azienda pubblica di trasporto locale alla società di Trenitalia.
Una posizione che conferma la nostra scelta strategica di contrastare le privatizzazione dei servizi pubblici locali, la loro trasformazione da beni comuni, di proprietà del Comune, in merci come le altre, prodotte in funzione del profitto. Un progetto di chiara impronta liberista che, si coniuga in un unico disegno con l’attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori, alla cui realizzazione nella nostra città hanno lavorato sia le amministrazioni di centrodestra che di centrosinistra al quale solo Rifondazione Comunista si è sempre opposta: fuori da ogni logica di schieramento e senza calcoli elettoralistici.
E’ stato così fin dalla trasformazione di APS, l’azienda del comune di Padova che conglobava tutte le attività di servizio, in una SPA, perché vedevamo con chiarezza che si trattava solo del primo passo verso la privatizzazione dell’intero sistema.
Dopo la trasformazione in SPA, la giunta comunale di Giustina Destro – con Menorello Vicesindaco e Saia Assessore – vendeva la quota maggioritaria alla società di Trieste Acegas e nasceva così Acegas-Aps. Da questa operazione restò fuori Aps Holding: società rimasta, allora, di proprietà del comune di Padova. Questo passaggio ha visto l’opposizione di tutto il centrosinistra che ne faceva uno dei suoi punti forti in vista della campagna elettorale del 2004.
Nel 2012, immediatamente dopo i referendum per l’acqua pubblica e per la sottrazione dei servizi pubblici locali alla logica del profitto, stravinto dai comitati promotori, la seconda giunta Zanonato(PD-Sel-Idv) vendeva Acegas-Aps alla società emiliana Hera, in accordo con il comune di Trieste. Un passaggio fortemente contrastato in città dai comitati per l’acqua pubblica, ma approvato in consiglio comunale, con argomenti al limite del ridicolo, da tutto il centrosinistra, con la sola dura opposizione della consigliera comunale di Rifondazione Comunista Daniela Ruffini e l’astensione del consigliere Pisani. Il centro destra, che si era opposto ai referendum ed era politicamente schierato per le privatizzazioni, votava contro in quanto minoranza e opposizione.
Il voto che decise la privatizzazione fu quello dei consiglieri di Sel e IDV, compresi quelli che oggi si candidano in opposizione a Ivo Rossi con Padova 2020. Un formidabile esempio di coerenza!
Oggi siamo di fronte a un nuovo tassello del disegno che compone l’intero puzzle: la privatizzazione dell’ultimo pezzo delle aziende locali, la fusione minoritaria di Aps Holding con Busitalia.
Le ragioni della nostra opposizione sono le stesse di sempre, sono figlie di una linea di coerenza nella lotta politica contro la trasformazione dei “beni comuni” in merci, contro la trasformazione delle aziende del “Comune” in aziende private.
Ragioni rafforzate dalla piena consapevolezza degli esiti negativi della fusione minoritaria tra Aps Holding e Busitalia per i cittadini e per i lavoratori, confermate dal quadro economico in cui avviene l’intera operazione e dalla già prevista riduzione dei servizi.
In piena campagna elettorale, molti si presentano come paladini dei lavoratori. Ci sono quelli che hanno venduto APS ad Acegas, quelli che hanno venduto Acegas-Aps a Hera.
Ci sono perfino quelli che, dopo aver votato a favore dello scorporo di Aps Parcheggi dal conto economico di Aps Holding creando il famoso “buco” di bilancio che oggi viene sbandierato come prima causa della necessità della fusione, propongono la restituzione, con una “faccia di tolla” incredibile.
La politica politicante è purtroppo fatta anche di queste cose.
Ai lavoratori di Aps Holding noi indichiamo la strada della ripresa della loro piena autonomia, della difesa intransigente del loro interesse materiale e delle loro condizioni di vita e di lavoro senza cambiali in bianco per nessuno.
E’ appena iniziata la battaglia contro la privatizzazione, per la difesa del trasporto pubblico come “bene comune” e come strumento fondamentale, necessario, per una politica della mobilità sostenibile.
Il voto in consiglio comunale ha solo sospeso la fusione, non ha sospeso certamente il lavoro di affinamento pratico e organizzativo del progetto, necessario alla sua realizzazione.
Impedire la privatizzazione sarà possibile solo con la mobilitazione consapevole dei lavoratori, con la loro capacità di unirsi con i cittadini in un unico fronte di lotta.
Rifondazione Comunista – Dipartimento lavoro
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