La leader di Rifondazione comunista: una militanza che cambia forma
Sono le 17.30, Daniela Ruffini esce dalla filiale Mps di via Tiziano Aspetti all’Arcella.
Allora, com’è andato il primo giorno di lavoro?
«Benissimo. Mi sono sentita un po’ come una neoassunta. Devo imparare le nuove procedure. È un periodo un po’ duro allo spor-tello: ci sono le scadenze fiscali»
Di questi tempi un politico che torna a lavorare è una notizia…
«Assolutamente no. Non lo trovo disdicevole. Piuttosto sono contenta di avere ancora un lavoro. Metà dei miei amici in questi anni lo ha perso».
E quindi lascia la politica?
«Macché, politica non è certo dipendere dalle istituzioni. Nessuno può togliermi la passione di lavorare per migliorare questa città. Io lo faccio ogni giorno nei Gruppi di acquisto popolari e allo Sportello sociale. Anzi adesso devo andare a dare una mano alla festa di Liberazione in Golena San Massimo».
Preoccupata per la vittoria di Bitonci?
«Ci sarà un cambiamento radicale nell’uso delle istituzioni. Contrasteremo in ogni modo l’idea di dividere la città con una politica di esclusione e paura».
In politica lei ha avuto diversi attacchi personali. È più sollevata adesso?
«Lo sono sempre stata. Male non fare, paura non avere: sono a posto con la mia coscienza di don-
na e di cittadina. Posso andare in giro a testa alta».
Fonte: Il Mattino di Padova
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