Commercio. Pettenò (FSV): referendum per abrogazione legge Monti richiesta forte al Governo
(Arv) Venezia 31 lug. 2014 – Soddisfazione per l’approvazione del PDA n. 89 che prevede, la richiesta di indizione del referendum popolare per abrogare la liberalizzazione selvaggia degli orari degli esercizi commerciali e ripristinare la possibilità per le Regioni di normare orari di apertura e chiusura, chiusure festive e infrasettimanali, è stata espressa in una nota dal consigliere regionale del FSV, Pietrangelo Pettenò, primo firmatario del provvedimento. “Si tratta – scrive – di una buona notizia per migliaia di dipendenti della grande distribuzione e per il sistema del commercio nel suo complesso.Una proposta che cerca di far indietreggiare l’Italia, rispetto ad un regime di liberalizzazioni, che permette di aprire 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, fatto che non ha eguali in nessun altro Paese europeo. Un assurdo tributo all’altare dell’iper-liberismo, che non fa altro che distruggere i legami sociali delle comunità territoriali e di quelle famiglie che, a parole, tutti dichiarano di tutelare. Un vero e proprio Far West di aperture e orari che non si traduce in un’occasione per accrescere i livelli occupazionali ma, al contrario, nell’iper-sfruttamento dei lavoratori della grande distribuzione e nella sclerotizzazione dei Centri Storici e delle Città in generale determinata dalla crisi dei piccoli esercenti e conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”. Pettenò sottolinea poi che in gran parte dell’Unione Europea, Germania compresa, le aperture e gli orari sono regolamentati per garantire il servizio ai consumatori anche durante le festività e le domeniche regolamentando turnazioni e non mettendo in atto una deregulationche favorisce solo il dumping della grande distribuzione. “In Italia – precisa – i centri commerciali sono aperti perché il Governo Berlusconi e quelli delle “larghe intese” hanno voluto fare un regalo alla grande distribuzione che può aprire 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Una omaggio pagato da chi lavora nei centri commerciali e ha perso il diritto a trascorrere almeno le festività con i propri cari. Una liberalizzazione che finirà con lo sterminare il piccolo commercio che non può competere. Auspico che la richiesta di un referendum per l’abrogazione della legge Monti presentata nei mesi scorsi in numerose Regioni italiane dai consiglieri di Rifondazione Comunista e già approvata in Abruzzo, veda l’adesione delle Regioni necessarie ad indire effettivamente la consultazione. Nel frattempo è evidente, come quello lanciato dal Consiglio regionale del Veneto, vera e propria prima linea di questa guerra ai diritti dei lavoratori e ai territori, vista la fortissima presenza della grande distribuzione, rappresenti un segnale dirompente indirizzato al Governo “del fare” di Matteo Renzi e al Parlamento. Una richiesta forte – conclude Pettenò – di prendere atto del fallimento totale delle liberalizzazioni e procedere, attraverso una seria attività di coinvolgimento di Istituzioni locali, Organizzazioni Sindacali e associazioni, ad una revisione della normativa che miri effettivamente a rilanciare il comparto commerciale e risponda al bene comune e non a soddisfare gli appetiti voraci dei soliti centri di potere”.
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