«Stiamo valutando se esistono i presupposti per un ricorso al Tar per i nuovi criteri di assegnazione delle case popolari in base agli anni di residenza». L’ex presidente del parlamentino di palazzo Moroni e leader di Rifondazione Comunista Daniela Ruffini, torna a farsi sentire. Ieri mattina era davanti al municipio per partecipare a un sit-in di protesta contro l’atteggiamento che l’amministrazione comunale sta tenendo verso le famiglie che vanno incontro agli sfratti. «Parliamo di almeno 30 sfratti al mese in tutta la provincia» ha rivelato la Ruffini «e di 1.500 nell’ultimo anno. In molti casi siamo riusciti a rinviarli ma non ci riusciremo per sempre. Il Comune potrebbe prendere in affitto gli immobili sfitti dell’Inps e metterli a disposizione delle famiglie che non hanno neanche i 50 euro per pagare l’affitto delle case Ater o che sono costrette ad essere accolte alla casa del popolo. La finanziaria lo permette». Erano presenti alcune famiglie con la scadenza imminente, unite nella protesta contro le attuali disposizioni governative che impongono sfratti per morosità anche in casi particolarmente gravi. Già a maggio Rc si era fatta portavoce in una lettera indirizzata al prefetto Patrizia Impresa, in cui richiedeva un tavolo di concertazione per trovare una soluzione all’emergenza abitativa. Da allora non si è mai riunito nessun tavolo e sono passati ben cinque mesi. «Speriamo sia solo questione di tempo» ha risposto Paolo Benvegnù, segretario provinciale di Rc. «L’amministrazione ha scelto di introdurre il criterio di residenza, dando 8 punti a chi risiede in città da 20 anni, escludendo il reddito e rendendo Padova respingente invece che accogliente».
Fonte: Il Mattino di Padova
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