Cinque gruppi in città, settecento iscritti organizzati da Rifondazione: «Il nostro grazie ai finanziatori»
Sono già oltre 700 gli iscritti padovani ai Gruppi d’Acquisto Popolare organizzati da Rifondazione Comunista in città. Un successo che ha visto lievitare la partecipazione in proporzione più che geometrica dal primo nucleo iniziale di partecipanti, una 50ina abitanti del quartiere, riuniti attorno al primo centro di distribuzione in via Bajardi a Mortise. Ora i punti di distribuzione sono 5: via Palestro, via Duprè all’Arcella, via Pinelli nel cuore del quartiere popolare di zona Crocefisso, via Morandin a Montà oltre alla sede iniziale di Mortise, coprendo una parte significativa della città. Ogni due settimane, tra sabato e domenica, circa 50 volontari distribuiscono prodotti alimentari a prezzi che l’organizzazione definisce “politici”. 50 centesimi per un chilo di pasta, 3,10 euro per un litro di olio d’oliva extraverigine, 1 euro per 2 chili di patate e così via per un paniere che prevede 12 articoli di prima necessità. «Fin dall’inizio il nostro obiettivo era quello di ridurre i costi di acquisto dei generi alimentari – spiega Paolo Benvegnù segretario di RC – garantendo un paniere che permette di mangiare con 10 euro alla settimana e abbiamo scelto di farlo proponendo prodotti di qualità, che fossero Ogm free, a chilometro zero ed in qualche caso anche biologici». Per fare questo i volontari del Gap si appoggiano ad una rete di produttori locali ma anche ad alcune realtà già consolidate. Lungi dal prevedere alcuna forma di ricarico sul prezzo dei prodotti la rete di volontari del Gap di Padova si avvale, per tenere in piedi la struttura, di sottoscrizioni di privati e una robusta capacità di autofinanziamento. «Sono tanti i finanziatori dell’iniziativa – continua Benvegnù – alcuni mettono poche decine di euro altri si sono resi disponibili ad aiutarci con cifre più consistenti. Ci piace ricordare fra questi, ora che non c’è più, anche l’architetto Guglielmo Monti, già sovraintendente per i beni architettonici». Molti i pensionati, tra i clienti-soci del GAP padovano, ma sono tante anche le famiglie e le donne con bambini a carico a usufruire del servizio la cui tessera costa 50 centesimi ed ha la validità di un anno. «Gli iscritti d’acquisto rappresentano abbastanza bene la reale composizione della città», spiega il segretario di Rifondazione, «ci sono disoccupati, famiglie padovane e di migranti ma sono tantissimi i pensionati e le donne con bambini, spesso sottoccupate o precarie, che vengono a fare la spesa al Gap di Padova. Un pubblico che cresce con l’aggravarsi della crisi».
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