Ripubblichiamo questo documento che abbiamo diffuso tra i lavoratori durante il dibattito sulla vendita di Aps – Holding a Bus Italia che si intrecciava allora con la campagna elettorale perchè,
recentemente, ai singoli lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico padovana il consiglio di amministrazione ha inviato un documento che ancora una volta sottolinea la necessità, dal loro punto di vista, di procedere sulla strada intrapresa dalla precedente amministrazione.
Emanazione, nella sua maggioranza, delle forze che oggi governano la città, allora all’opposizione e contrarie nella quasi totalità al progetto della giunta Rossi, oggi marciano speditamente sulla stessa strada.
Molti lavoratori e qualche componente sindacale aveva cercato nell’area del centrodestra una sponda, vista la posizione dei sindacati confederali di fatto favorevole alla fusione, sponda che poi si è trasformata in consenso e partecipazione alla campagna elettorale di alcuni candidati. Una “simpatica” girandola di posizioni, classico esempio di politica politicante, che ha avuto numerosi protagonisti. Nel documento del consiglio di amministrazione, sottoscritto da tutti i suoi componenti, in cui, in maniera poco elegante, si sviluppa anche l’attacco ai sindacati che non condividono l’operazione, è veramente interessante la chiusura che indica, a conferma della fondatezza della stessa, l’impegno dei sindaci, provenienti da parti politiche opposte, che si sono succeduti negli ultimi anni , Zanonato, Rossi,Bitonci.
In altra maniera non si poteva dire con più chiarezza che il cosidetto centrosinitra e il centrodestra populista e reazionario al fondo, sulle questioni economiche e dei beni comuni, parlano lo stesso linguaggio liberista.
Noi confermiamo la nostra impostazione e ribadiamo ancora e con forza che, il servizio di trasporto collettivo locale deve restare pubblico nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori senza passare attraverso il conferimento ad una società come Trenitalia che, controllata dallo stato, agisce con una logica di carattere assolutamente privatistico come conferma ampiamente la gestione del sitema ferroviario e delle società ad essa collegate, la ex SITA solo per fare un esempio. Di questo faremo sicuramente un punto di programma della nostra campagna elettorale per le regionali in piena coerenza con quello che abbiamo sempre detto e fatto.
Rifondazione comunista Padova
Fusione Aps Holding –Busitalia. E’ l’ora della chiarezza.
In questi mesi in città con ripetuti volantinaggi e raccolta di firme, sulla stampa, nelle commissioni consiliari, in consiglio comunale, come partito abbiamo espresso le ragioni della nostra netta opposizione al progetto della giunta comunale di trasferire il controllo dell’azienda pubblica di trasporto locale alla società di Trenitalia.
Una posizione che conferma la nostra scelta strategica di contrastare le privatizzazione dei servizi pubblici locali, la loro trasformazione da beni comuni, di proprietà del comune, in merci come le altre, prodotte in funzione del profitto. Un progetto di chiara impronta liberista che, si coniuga in un unico disegno con l’attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori, alla cui realizzazione nella nostra città hanno lavorato sia le amministrazioni di centrodestra che di centrosinistra al quale solo Rifondazione Comunista, fuori da fuori da ogni logica di schieramento e senza calcoli elettoralistici , si è sempre opposta.
E’ stato così fin dalla trasformazione di APS, l’azienda del comune di Padova che conglobava tutte le attività di servizio, in una SPA, perché vedevamo con chiarezza che si trattava solo del primo passo verso la privatizzazione dell’intero sistema.
Dopo la trasformazione in SPA la giunta di Giustina Destro con Menorello Vicesindaco e Saia Assessore vendeva la quota maggioritaria alla società di Trieste Acegas e nasceva così Acegas/Aps. Da questa operazione restava fuori Aps Holding rimasta ,allora, di proprietà del comune di Padova. Questo passaggio ha visto l’opposizione di tutto il centrosinistra che ne faceva uno dei suoi punti forti in vista della campagna elettorale del 2004.
Nel 2012, immediatamente dopo i referendum per l’acqua pubblica e per la sottrazione dei servizi pubblici locali alla logica del profitto, stravinto dai comitati promotori, la seconda giunta Zanonato( PD Sel Idv) vendeva in accordo con Trieste Acegas/Aps alla società emiliana Hera. Un passaggio fortemente contrastato in città dai comitati per l’acqua pubblica, ma votato in consiglio comunale con l’argomenti al limite del ridicolo, da tutto il centrosinistra con la sola dura opposizione della consigliera comunale di Rifondazione Comunista Daniela Ruffini e il voto di due consiglieri dissidenti del Pd (Autizi e Pisani).Il centro destra, che si era opposto ai referendum ed era politicamente schierato per le privatizzazioni, votava contro in quanto minoranza e opposizione.
Il voto che decise la privatizzazione fu quello dei consiglieri di Sel e IDV, compresi quelli che oggi si candidano in opposizione a Ivo Rossi con Padova 2020. Un formidabile esempio di coerenza!
Oggi siamo di fronte a un nuovo tassello del disegno che compone l’intero puzzle: la privatizzazione dell’ultimo pezzo delle aziende locali, la fusione minoritaria di Aps Holding con Busitalia.
Le ragioni della nostra opposizione sono le stesse di sempre, sono figlie di una linea di coerenza nella lotta politica contro la trasformazione dei “beni comuni” in merci, contro la trasformazione delle aziende del “Comune” in aziende private.
Ragioni rafforzate dalla piena consapevolezza degli esiti negativi della fusione minoritaria tra Aps Holding e Busitalia per i cittadini e per i lavoratori, confermate dal quadro economico in cui avviene l’intera operazione e dalla già prevista riduzione dei servizi.
In piena campagna elettorale molti si presentano come paladini dei lavoratori. Ci sono quelli che hanno venduto APS ad Acegas, quelli che hanno venduto Acegas Aps a Hera. Ci sono perfino quelli che, dopo aver votato a favore dello scorporo di Aps Parcheggi dal conto economico di Aps Holding creando il famoso “buco” di bilancio che oggi viene sbandierato come prima causa della necessità della fusione, propongono con una “faccia di tolla” incredibile la restituzione.
La politica, politicante è purtroppo fatta anche di queste cose.
Ai lavoratori noi indichiamo la strada della ripresa della loro piena autonomia, della difesa intransigente del loro interesse materiale e delle loro condizioni di vita e di lavoro senza cambiali in bianco per nessuno.
La battaglia contro la privatizzazione per la difesa del trasporto pubblico come “bene comune” come strumento fondamentale, necessario, per una politica della mobilità sostenibile è appena iniziata.
Il voto in consiglio comunale ha solo sospeso la fusione, non ha sospeso certamente il lavoro di affinamento
pratico e organizzativo del progetto, necessario alla sua realizzazione.
Impedire la privatizzazione sarà possibile solo con la mobilitazione consapevole dei lavoratori, con la loro capacità di unirsi con i cittadini in un unico fronte di lotta.
Rifondazione comunista /Dipartimento lavoro.
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