Le associazioni: “Molte occupazioni avvengono unicamente per stato di bisogno”. E poi la denuncia: ci sono ben 52 appartamenti Ater vuoti al Portello
PADOVA. Sportello sociale di Rifondazione Comunista, sportello casa di Adl Cobas, Asc Associazione per la casa, Cso Pedro. Tutti in piazza Antenore, ieri mattina, per parlare di emergenza abitativa. «Da più di una settimana si parla di occupazioni », ha detto Riccardo Ferrara, dello sportello casa Adl Cobas. «Quello che vogliamo sia chiaro è che queste occupazioni avvengono unicamente per stato di bisogno. Si tratta per il 90% dei casi di “morosi incolpevoli” che non riescono a pagare l’affitto perché magari hanno perso il lavoro e che si trovano da un giorno all’altro in strada, quando ci sono case di Comune e Ater vuote».
Un esempio le case di via Stratico, al Portello. «Ci sono ben 52 appartamenti Ater vuoti e in stato di degrado che andrebbero ristrutturati e assegnati». In più ci sarebbe un altro fatto preoccupante. «Il governo ha deciso di mettere all’asta il patrimonio abitativo, quando 150 mila appartamenti sono già stati alienati», spiega Paolo Benvegnù, dello sportello sociale di Rifondazione Comunista.
«Al Comune sono stati dati 780mila euro di un fondo nazionale di 30 milioni per gestire l’emergenza abitativa, ma il Comune sembra non servirsene. Si sta usando questa situazione d’emergenza per alimentare la guerra tra i poveri: occupanti e piccoli proprietari». Presenti anche diverse persone direttamente coinvolte. Come Maristella Ferro, 35 anni residente a Pontevigodarzere. «Da un anno non pago l’affitto perché sia io che mio marito abbiamo perso il lavoro. Abbiamo avuto già tre accessi di sfratto e nonostante abbiamo un punteggio alto nella graduatoria delle assegnazioni del Comune la casa non arriva. Capisco le esigenze dei proprietari, i quali ci sono sempre venuti incontro, ma con una bimba di tre anni non possiamo trovarci in strada». Sull’emergenza abitativa si terrà un’assemblea aperta a tutti martedì alle 18 al Pedro.
Fonte: Il Mattino di Padova
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