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Una testa, un voto: la consultazione regionale di Rifondazione sulle Regionali in Veneto

Sabato 21 Marzo si terrà in tutto il Veneto la consultazione regionale tra gli iscritti a Rifondazione Comunista. Pubblichiamo un estratto della relazione dell’8 Marzo del segretario nazionale Paolo Ferrero che affronta il tema delle regionali in Veneto, e come si è giunti al referendum.

 

LE ELEZIONI REGIONALI E IL CASO VENETO

Come ho detto prima il passaggio delle regionali non costituisce il terreno in cui si potrà esprimere appieno la prospettiva dell’unità a sinistra. In questa fase di passaggio noi dobbiamo puntare a realizzare il massimo di unità possibile in liste al di fuori del centro sinistra, evitando di dar luogo a coalizioni di centro sinistra che sarebbero distruttive della nostra credibilità. Il PD di Renzi è un avversario politico di prima grandezza, non un possibile alleato e noi al PD di Renzi dobbiamo costruire una alternativa di sinistra a tutti i livelli. In tal senso vi proponiamo di pronunciarci come Direzione, sulla scia di quanto deciso dall’ultimo Comitato Politico Nazionale.
A questo riguardo occorre registrare che questo indirizzo è stato seguito in quasi tutte le regioni e positivamente riaffermato nella riunione dell’11 gennaio che abbiamo fatto con i regionali interessati al voto.
L’unica regione in cui questo indirizzo non è stato seguito è il Veneto e su questa situazione ritengo necessario spendere due parole in più e avanzare una proposta.
Il gruppo dirigente Veneto ha avanzato alla fine dello scorso anno la prospettiva di tener conto della specificità regionale ponendo la necessità di costruire l’unità della sinistra a partire dal rapporto tra Rifondazione e SEL. Il 17 dicembre, in occasione di una iniziativa tenutasi a Venezia ho fatto una riunione con il gruppo dirigente regionale in cui ho avanzato una proposta precisa: legare il rapporto unitario con SEL alla condizione che la collocazione politica della lista unitaria fosse decisa entro il mese di gennaio attraverso una consultazione democratica sul territorio. Ho cioè proposto di collegare la scelta dell’unità a sinistra alla scelta dell’attivazione di un percorso democratico sulla collocazione della lista in modo da poter coinvolgere positivamente i partiti, l’Altra Europa e il complesso di forze disponibili a costruire una lista unitaria. Ovviamente ho parimenti proposto che Rifondazione avrebbe dovuto dare una indicazione chiara affinché la lista stesse fuori dal centro sinistra.
Questa proposta che a me pareva fosse stata ben accolta, è stata ribadita nelle mie conclusioni della riunione nazionale dell’11 gennaio a cui hanno partecipato i gruppi dirigenti di tutte le regioni interessate al voto, tra cui il gruppo dirigente del Veneto.
Il problema è che questa indicazione non è stata seguita dal gruppo dirigente del Veneto e nessun accordo in tal senso è stato costruito con SEL, nonostante la nostra grande forza contrattuale, avendo noi in Veneto – a differenza di SEL – il consigliere regionale e non avendo quindi in quella realtà la necessità di raccogliere le firme per presentare le liste.
Così quando a cavallo tra febbraio e marzo SEL ha deciso di andare in coalizione con il centro sinistra, noi ci siamo trovati completamente privi di linea politica.
In quel contesto ho chiesto al segretario regionale di organizzare un attivo regionale degli iscritti e delle iscritte del partito per fare una discussione larga ed approfondita sul da farsi, anche perché in questi mesi non è mai stato riunito nemmeno il Comitato Regionale del partito per discutere della situazione. Il segretario regionale si è rifiutato di convocare un attivo regionale e ha chiesto l’immediata convocazione del congresso regionale, dopo che per oltre un anno il regionale del veneto non aveva ritenuto di dover fare il congresso (caso anche questo unico in Italia). A fronte del reiterato rifiuto di aprire una discussione attraverso un attivo regionale degli iscritti e delle iscritte – cosa mai successa nella storia di Rifondazione Comunista – la segreteria nazionale ha chiesto ai segretari provinciali di organizzare attivi degli iscritti in modo che si potesse dar corso ad una discussione e ad un coinvolgimento degli iscritti e delle iscritte, come si conviene in Rifondazione Comunista. A questa richiesta hanno risposto positivamente varie federazioni provinciali ma vi è stato un rifiuto del gruppo dirigente della federazione di Venezia, che ha convocato un Comitato Federale ma non ha voluto convocare un attivo degli iscritti.
Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione grave in cui il gruppo dirigente regionale non solo ha nei fatti messo nelle mani del gruppo dirigente di Sel la decisione sulla collocazione politica di Rifondazione Comunista nelle prossime regionali, ma si è rifiutato di aprire una discussione politica che coinvolgesse il complesso degli iscritti e delle iscritte per ragionare collettivamente su questa grave situazione.
In questo contesto ritengo che oltre al congresso regionale – che la segreteria ha convocato per il 15 marzo prossimo – sia necessario dar vita ad una consultazione di tutti gli iscritti e le iscritte in modo da avere una discussione vera , larga e coinvolgente su cosa fare nelle elezioni regionali. Nella storia di Rifondazione Comunista la democrazia interna è stata nel bene e nel male una costante di cui andare fieri e nessun gruppo dirigente può impedire che gli iscritti e le iscritte possano democraticamente discutere e decidere sulle scelte che li riguardano. Per questo vi propongo di convocare, ai sensi dello statuto, la consultazione degli iscritti e delle iscritte del Veneto per il 21 marzo prossimo.

Paolo Ferrero

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