Fonte: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=18484
Immigrazione: studi meglio cittadino cinque stelle!
di Stefano Galieni (*)
Spesso in parlamento si affrontano temi, compreso quello complesso delle migrazioni, in maniera superficiale. A volte trattasi della ormai stantia ma sempre efficace riproduzione della fabbrica del consenso fondata sulla xenofobia, in altri casi – e forse è peggio – semplicemente si sommano nozioni confuse e contraddittorie per trovare applausi più che soluzioni. Se le riflessioni che in tali contesti si maturano giungono ad un confronto con il mondo dell’informazione raramente capita che il giornalista di turno si provi a confutarle, a dimostrarne l’inadeguatezza o peggio ancora l’infondatezza. Dover dire in pubblico che la realtà non è semplice…non è semplice.
Proviamo a prendere una dichiarazione del Cittadino Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera dei Deputati ed eletto nel M5S.
Di Maio se la prende giustamente con «i partiti che oggi stanno facendo caciara sugli immigrati sono gli stessi che hanno creato il disastro dell’immigrazione». Cittadino Di Maio, in un pianeta in cui guerre, disastri ambientali, crollo delle economie in nome del libero mercato producono catastrofi umanitarie quotidiane, le migrazioni sono un risultato naturale, inevitabile, partiti o non partiti italiani. Cittadino Di Maio, nel piccolissimo Libano sono almeno 1 milione e 200 mila i rifugiati provenienti solo dalla Siria, senza contare le centinaia di migliaia di esuli palestinesi. Il Libano è leggermente meno esteso dell’Abruzzo il cui numero complessivo di abitanti è minore del numero complessivo dei rifugiati in Libano. Ha presenti le differenze? Non si pretende certo di diventare come il Libano ma è così drammatico e impossibile ospitare un decimo dei loro profughi? Comunque ad oggi in Italia il numero dei richiedenti asilo incide per lo 0,13 rispetto all’intera popolazione. Un dramma?
Concetti ribaditi dal suo collega di partito e in parlamento il Cittadino Di Battista. Secondo lui, (affermazione televisiva) «I cittadini non ce la fanno più con i troppi clandestini. Questo non è razzismo è realismo. La colpa è di un governo inefficace». Fosse per lui, lascerebbe decidere ai cittadini se accettare o meno profughi. Pilato non avrebbe saputo dire di meglio ignorando o saltando a piè pari quello che dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni.
Al Cittadino Di Maio invece va riconosciuta pienamente ragione quando condanna il Regolamento Dublino, che però dimostra di non conoscere. Egli infatti afferma che «ci obbliga a tenerci in Italia tutti i clandestini o richiedenti asilo che sbarcano sulle nostre coste». La Direttiva Rimpatri, approvata in U.E. nel 2008 e recepita in Italia nel 2011 in maniera restrittiva obbliga invece gli stati membri a rimpatriare a determinate condizioni chi è privo di regolare permesso di soggiorno e con Dublino questa situazione, come diceva un personaggio politico del passato, «che c’azzecca?». La direttiva in questione (definita in America Latina “della vergogna”) e votata in massa tanto a Strasburgo che a Roma, si è dimostrata l’ennesimo buco nell’acqua e non per motivi casuali. In Italia regolarizzarsi trovando lavoro è praticamente impossibile (Cfr Bossi-Fini), manodopera irregolare da assumere (leggi sfruttare) al nero fa tanto comodo e di fatto si condannano sempre più persone alla clandestinità in attesa di sanatorie più o meno camuffate. Il Cittadino Di Maio dovrebbe sapere che se si espellessero contemporaneamente tutti coloro che non hanno permesso di soggiorno, crollerebbe una parte consistente delle attività produttive (agricoltura, edilizia, cura alla persona ecc..) e i costi (a cui il suo movimento è tanto attento) per i rimpatri dovrebbero essere coperti da una ulteriore manovra finanziaria. Ma sono tanti poi i “clandestini” che intanto continuano ad arrivare Cittadino Di Maio? No! Perché ormai il nostro Paese, come gli altri dell’Europa Meridionale, non è più una meta per cercare lavoro, al massimo di transito. L’85% delle persone che giungono dai temuti barconi, provengono da paesi in guerra e vorrebbero chiedere asilo. Lo vorrebbero chiedere in uno Stato dove la parola accoglienza non sia sinonimo di malaffare o di abbandono e non obbligati questi si da “Dublino” a farlo nel paese in cui si specula meglio sui loro destini. Su questo Regolamento torneremo ma preferiamo seguire il filo logico del Cittadino Di Maio che nota con acume come in Germania non giungeranno mai i temuti barconi, dimostrando di conoscere si la geografia ma meno la materia di cui prova ad occuparsi. La Germania, senza barconi, ha ricevuto nel 2014 (dati Eurostat) oltre 200 mila domande di asilo, un terzo di tutta l’Europa, al secondo posto in valori assoluti c’è la Svezia e solo al terzo appare l’Italia con 64 mila domande presentate. Cittadino Di Maio, come arrivano i barconi in Germania? Se lo scopre ce lo faccia sapere, escludiamo che Germania e Svezia vengano circumnavigate! Seguendo sempre il suo filo logico, non è il solo Pd a non aver mai voluto intaccare il Regolamento Dublino. Si chiamano rapporti di forza caro Cittadino, che in Europa non mi sembra stiano ancora per cambiare e in cui il Pd è complice più per ragioni politiche (cfr larghe intese) che prettamente affaristiche e/o economiche e su cui gran parte dell’opposizione espressa dal suo gruppo di appartenenza, sembra avere idee molto confuse. Convivono infatti a Strasburgo parlamentari come Corrao e Ferrara che sostengono apertamente le iniziative messe in campo dal GUE/NGL e parlamentari che attendono in silenzio. A speculare su una accoglienza che è sempre rimasta colpevolmente gestita in condizioni emergenziali, dall’inizio degli anni Novanta, sono stati un po’ tutti (cfr memoria) e le diverse fasi hanno garantito affari e lavoro a enti gestori, cooperative, consorzi di differenti colore e sfumatura (manca il rosso originale). Laici e religiosi, bianchi e rosa, neri e crociati, insomma in tanti hanno obbedito al credo “gli immigrati non li vuole nessuno, i soldi degli immigrati li vogliono tutti” certo che se invece di continuare ad urlare in maniera sguaiata contro la politica ci si fosse impegnati per istituire strumenti indipendenti di controllo rispetto all’uso fatto di tali risorse, strumenti pubblici si intende, forse avremo qualche Buzzi di meno con cui dover fare i conti.
Riportiamo per correttezza di informazione in maniera integrale il pensiero del Cittadino Di Maio per porre altri dubbi. Egli afferma: «La nostra proposta è chiara: modifichiamo quel regolamento. (Dublino). Se in Italia arrivano 100 migranti, 3 ce li teniamo e 97 se li dividono gli altri Paesi europei. Per fermare gli sbarchi poi, basterebbe creare delle agenzie in nord Africa dove gli africani possano fare la domanda d’asilo. Solo chi avrà i requisiti potrà venire in Italia (a spese sue). Chi non ha i requisiti è inutile che si metta sul barcone, potrà solo essere respinto». Quindi l’Italia, fra le 7 potenze mondiali, terza per numero di abitanti in Europa e vagamente più estesa di Lussemburgo, Olanda e Belgio, ad esempio (che in proporzione hanno più rifugiati) dovrebbe tenere 3 persone su 100 e, e gli altri? Forse è il caso di rivedere questa bizzarra ripartizione? Magari tenendo anche conto della volontà, dei legami parentali o affettivi dei profughi che non sono pacchi? E poi fermare gli sbarchi con agenzie in Nord Africa. Ovvero occupare militarmente la Libia, da cui arriva il 90% dei fuggitivi? Sarebbe il solo modo per poter aprire agenzie in quel Paese ma come il Cittadino Di Maio sa bene ci sarebbero controindicazioni non da poco. Se pensa questo è perfettamente concorde con Renzi e soci, strane convergenze vero? Continuando l’esegesi del pensiero del Cittadino Di Maio, si parla di requisiti. E qui viene il bello. L’Italia, come gran parte dell’U.E. tende a non concedere lo status di rifugiato. Uno status che da noi dimezza i tempi per ottenere la cittadinanza e garantisce (o quantomeno dovrebbe farlo) stabilità e standard di accoglienza. Tale status viene riconosciuto solo ad una percentuale minima (10% circa, fonte Cir), per un altro 50% circa scattano status di protezione che non permettono il rimpatrio nel paese di origine ma condannano ad una perenne precarietà. Che fine farebbero nel “pacificato” Nord Africa queste persone Cittadino Di Maio? Resterebbero nei paesi in cui avviene l’esame, garantendo con la loro presenza che le frontiere invalicabili della “Fortezza Europa” si sono spostate nel Sahel? Il dubbio ci viene e, seconda coincidenza, si tratta degli stessi obbiettivi che vorrebbero raggiungere i vari Renzi, Alfano, Berlusconi e in fondo farebbe felice anche Salvini. Interessante vero? Da ultimo, chi parte nei barconi da cui in tanti sono ossessionati, il viaggio se lo paga già a caro prezzo, da un minimo di 2000 euro ad un massimo della vita, quindi viaggiare a costi inferiori sarebbe certamente una novità apprezzata. Vincerebbe la concorrenza. Ma cosa farebbe Cittadino Di Maio chi non rientrerebbe nella selezione preventiva operata nel “pacificato” Nord Africa, dopo essersi fatto qualche migliaio di chilometri nel deserto? Partirebbe lo stesso, con i prezzi dei barconi che crescono alle stelle. Verrebbero fermati? La Convenzione di Ginevra (che non è stata scritta dagli odiati partiti) stabilisce il divieto di non-refoulement ovvero non si possono fermare collettivamente richiedenti asilo in mare. La si vuole abolire o non applicare? Piacerebbe tanto al Cittadino Salvini peccato che questo comporterebbe non solo vergogna ma sanzioni internazionali, come è già accaduto per alcuni respingimenti ai tempi del Cittadino Maroni. Ma basta con la protesta si faccia anche la proposta Cittadino Di Maio.
1) Corridoi umanitari che raggiungano le persone in fuga nei paesi limitrofi e assicurino un transito sicuro e accoglienza in Europa.
2) Canali legali per entrare in Europa con la propria identità e con i propri progetti di inserimento
3) Politica estera in cui invece di finanziare conflitti o sostenere dittature si contribuisca alla pace, (sarebbero in tanti/e a volersene tornare a costruirsi un futuro a casa)
4) Diritto d’asilo europeo. Se l’Europa non ha frontiere per i propri cittadini non deve averne neanche per chi ottiene asilo o protezione.
5) Sistema integrato di accoglienza (in alcuni Paesi accade) con cui chi è fuggito possa trovare inserimento sociale ed economico, rendersi autonomo e contribuire alla crescita
6) Cooperazione paritaria con i Paesi del Mediterraneo, dimenticando le miserabili esperienze dei decenni passati e contribuendo a rafforzare le economie dei paesi rivieraschi.
7) Lotta al lavoro nero (non ai lavoratori in nero) e all’evasione fiscale che da questo si determina.
8) Abrogazione in Europa del Regolamento Dublino, in Italia della Bossi Fini e realizzazione di una legge quadro sul Diritto d’Asilo. Proposte scomode, che impongono di riflettere, che non nascono da ragionamenti etici o buonisti ma da pragmatismo da veicolare, che non parlano alla pancia ma che potrebbero portare più soluzioni e minori sofferenze.
Ci pensi Cittadino Di Maio, e anche lei Cittadino Di Battista, e fateci sapere.
*Responsabile nazionale immigrazione Rifondazione Comunista
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