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Rifondazione Comunista è parte lesa, da Pettenò ribaltamento realtà dei fatti

rifondazione_altro_venetoComunicato stampa

Il comunicato di Pettenò, Tosi e Bonzio, come purtroppo ormai siamo abituati a constatare, contiene un palese travisamento e un ribaltamento della realtà dei fatti.

A occupare abusivamente e con la forza la sede regionale e provinciale del PRC in via Buccari a Mestre sono da mesi proprio loro e i loro seguaci. Questa occupazione ha impedito finora al partito regionale, provinciale e cittadino di tenere riunioni legittime e svolgere tutte le attività statutarie.

Mercoledì c’è soltanto stato il cambio serratura di uno dei due locali in cui consiste la sede da parte del legittimo proprietario che è il PRC nazionale rappresentato dal tesoriere, accompagnato dal commissario per la federazione di Venezia e dal segretario regionale.

Tutto ciò che viene riportato nel virgolettato degli articoli è assolutamente opposto alla realtà fattuale e giuridica: i violenti prevaricatori e abusivi occupanti “con metodi fascisti” sono stati proprio coloro che hanno costretto il Prc nazionale a denunciare l’occupazione abusiva dei locali e l’attentato ai diritti politici del cittadino, rifiutando in maniera arrogante qualunque soluzione di compromesso temporaneo. Ridicola è quindi l’accusa di violenza privata e/o di esercizio abusivo delle proprie “ragioni”, proprio perché riferibile a loro, che – va ricordato – hanno fatto tutto ciò per ritorsione rispetto a quanto deciso dal congresso regionale, dal legittimo comitato regionale e confermato da un referendum democraticamente svoltosi tra gli iscritti veneti da loro boicottato.

Ricordiamo che anche mercoledì mentre si svolgeva la riunione all’interno della nostra sede, come hanno potuto constatare gli agenti presenti, questo gruppo di prepotenti ha creato momenti di tensione che hanno portato anche al lieve ferimento di un compagno spinto contro un vetro.

Saranno perciò loro a dover rispondere presto in giudizio dei reati commessi e denunciati. E farebbero bene a guardarsi dall’attribuire responsabilità specifiche in denunce all’Autorità, se non vogliono correre il serio rischio di finire indagati per calunnia.

Troviamo assurdo che tre espulsi non per le loro opinioni ma per comportamenti contrari allo statuto, del nostro come di qualsiasi altro partito, coltivino una tale arroganza da voler ancora dettar legge in una organizzazione di cui non fanno più parte per loro consapevole scelta.

Maurizio Acerbo, commissario per la Federazione di Venezia PRC
Marco Gelmini, tesoriere nazionale PRC
Paolo Benvegnù, segretario regionale PRC Veneto

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