Gli attacchi portati alla sanità pubblica, i nuovi tagli del duo Renzi-Lorenzin, sono di una gravità inaudita. Il Presidente del consiglio e il ministro della sanità parlano di sprechi da tagliare.
Indicano tra questi sprechi le prescrizioni mediche e gli accessi al Pronto Soccorso. Per fare cassa, non pensano ad aggredire a fondo l’evasione fiscale e la corruzione che dilaga nel nostro paese ma, ancora una volta come è già stato fatto con la previdenza, si colpisce la spesa pubblica dal lato dei servizi offerti ai cittadini e, come i governi precedenti, colpiscono le fasce più deboli della popolazione, i lavoratori, i pensionati, i nuovi poveri.
Per i medici prescrittori, per esempio, se fosse vero che gonfiano in modo ingiustificato le prescrizioni per visite ed esami, andrebbe fatta una seria indagine e andrebbero colpiti pesantemente quei medici, eventualmente collusi, con qualche centro di interesse clinico o farmaceutico.
Nel caso dei pazienti praticanti “accessi impropri” al Pronto Soccorso, la Signora Lorenzin, dovrebbe invece spiegarci: dove deve andare uno che si sente male e non trova altre risposte? A trovarla in Parlamento per farsi dire se può andare al Pronto Soccorso? Chi si sente male, deve andare al Pronto Soccorso, dove purtroppo spesso c’è poco personale medico ed infermieristico per rispondere alle esigenze dei cittadini/e.
Lo scopo evidente di questa operazione, come di altre, è la riduzione delle possibilità di cura e di prevenzione per tutti/e, la riduzione degli accessi ai servizi sanitari pubblici di quella parte della popolazione che non si può permettere di rivolgersi al settore privato. Un’ulteriore spinta verso la privatizzazione della sanità, verso il modello americano. Chi paga, chi ha una buona assicurazione si può permettere cure di qualità, gli altri si devono accontentare di quello che passa il convento.
Nel Veneto, il governatore Zaia si erge a paladino della difesa della sanità pubblica, ma nella realtà si muove sugli stessi passi del governo nazionale, smantellando progressivamente il sistema di prevenzione e cura diffuso nel territorio. Si chiudono ospedali, si chiudono reparti, si riducono i posti letto, si introducono nuovi e pesanti tickets nella diagnostica, si taglia il personale nei diversi servizi, sia in ambito strettamente sanitario che in quello amministrativo.
Si investe molta parte delle risorse disponibili nei grandi ospedali, aperti all’intervento dei privati, secondo una logica che mette in secondo piano il diritto alla salute dei cittadini del nostro territorio per un’insana logica di competizione con altri sistemi regionali o nazionali che trasforma la salute in una fonte di investimento e profitto per le società finanziarie e per le industrie del settore, aderendo così pienamente alle proposte e ai programmi di Confindustria Veneto.
Zaia deve fare meno chiacchere, deve rispondere del fatto che da dieci anni la Lega in regione promette una linea specifica di Pronto Soccorso per Codici Bianchi in ogni ospedale. Il primo è stato Flavio Tosi dopo di lui ci sono arrivati altri 3 assessori alla sanità della Lega Nord.
Poco personale, lunghe liste d’attesa, taglio pesantissimo di posti letto negli ospedali pubblici, tickets alle stelle, sono i regali che Zaia, Tosi, Sandri e Coletto ci hanno fatto in questi anni. Governo Nazionale a guida PD, governo regionale a guida Lega si muovono, nei fatti sulla stessa linea di riduzione e smantellamento dei sistema della sanità pubblica secondo la stessa logica liberista della sua privatizzazione. Non ci resta che organizzarci, lottare insieme per difendere il nostro diritto alla Salute. Costruiamo ovunque comitati contro i tagli al sistema sanitario pubblico, lottiamo insieme per abolire l’iniquo sistema dei Ticket.
COMITATO REGIONALE VENETO PRC
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