GIOVEDÌ 28.01.2016: ASSEMBLEA E SIT-IN PRESSO LA SEDE CAMERALE ORE 9,30 – 11,00
Il Governo lo chiama “riordino”, ma quello che si prospetta è un vero e proprio smantellamento.
Settimana di mobilitazione presso le sedi camerali di tutta Italia con iniziative di vario genere.
La motivazione ufficiale è quella di “efficientare” la Pubblica Amministrazione, con un taglio delle sedi e la riduzione ad un massimo di 60 Camere, un taglio delle funzioni essenziali e un taglio del personale del 15% entro 180 giorni, che sale al 25% per le Camere che si accorpano. In sintesi, oltre 1000 dipendenti camerali che arrivano a 3000 considerando il sistema camerale nel suo complesso.
Lavoratori i cui costi non sono mai stati a carico del bilancio dello Stato in quanto le Camere di Commercio sono Enti Autonomi che si finanziano, ma con gli esuberi annunciati, l’eventuale ricollocamento in altri enti pubblici, il pensionamento, diventerebbero una spesa in più per lo Stato e quindi per tutti i cittadini.
La Camera di Commercio ha versato come risparmi di spesa allo Stato dal 2009 al 2015 € 3.175.552,84 mentre l’importo annuo che attualmente versiamo si aggira intorno a € 800.000.
Dal 1996 le Camere di Commercio hanno gestito, in modalità telematica ed automatizzata, il Registro delle Imprese che prima era tenuto dalle Cancellerie dei Tribunali. Una gestione, quella delle Camere di Commercio italiane che è servita come esempio per il progetto di “Registro delle imprese europeo”.
Quindi, a chi giova questo decreto?
non giova alle piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo del nostro Paese. I piccoli imprenditori, come certificano ripetute indagini e testimonianze degli stessi interessati, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che svolgono con competenza, onestà ed imparzialità il proprio lavoro, apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato. I servizi che le Camere non forniranno più da subito alle imprese sono:
• Corsi di formazione alla nuova imprenditoriae imprenditoria femminile
• Organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore economico)
• Contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici
• Sostegno all’internazionalizzazione
• Supporto alle PMI per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)
• Supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione
• Consulenza alle imprese per la fatturazione elettronica
• Servizi di conciliazione e mediazione
• Camera arbitrale
• Consulenza per deposito marchi e brevetti
• Rilevazione prezzi
• Pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici
Per la fornitura di questi ed altri servizi, le imprese individuali, piccoli imprenditori, pagano alla Camera di Commercio la somma di € 53,00 di diritto annuale.
Non giova all’economia del Paese che si è sviluppata negli anni del dopoguerra proprio su questo imponente tessuto di microimprenditorialità di piccole e medie imprese, che sempre più sarà costretto ora a rivolgersi a professionisti e/o esperti (o “praticoni”), alle associazioni di categoria, al “mercato”, per ottenere servizi e assistenza con costi ben maggiori delle poche decine di euro risparmiate con il taglio del diritto annuale.
Non giova ai dipendenti lasciati a sorte incerta: mobilità per due anni e poi licenziamento, accompagnamento forzato alla pensione, esuberi. Lavoratori che si sono distinti per gli alti livelli di efficienza e professionalità, facendo del sistema camerale una delle “eccellenze” della Pubblica Amministrazione e del Registro delle Imprese un modello europeo da copiare.
Ma allora, perché questo decreto? Quale utilità può avere?
Soggetti privati ai quali verrà affidata la gestione dei servizi gestiti finora dalle Camere.
Padova, 27 gennaio 2016
La RSU CGIL – CISL – UIL
Camera di Commercio di Padova
Comments Closed