Giovedì 11 febbraio.
Dalle 9 le lavoratrici e i lavoratori dell’Haier sono davanti agli uffici della provincia nella zona Stanga di Padova.
Da più di 4 mesi sono in presidio davanti alla fabbrica a Campodoro. Giorno e notte controllano che non vengano portati via i macchinari. Lottano contro la multinazionale cinese, uno dei principali produttori mondiali di frigoriferi , che ha deciso la chiusura dello stabilimento padovano, attuando più di 100 licenziamenti. Sul punto della chiusura l’azienda è irremovibile, non c’è niente da fare. La scelta di dislocare altrove la produzione è irrevocabile. Non c’è spazio per la trattiva su questo punto nemmeno a Roma. L’azienda ha offerto una miseria, poche migliaia di Euro come buonuscita ai lavoratori. Qualcosa comincia a muoversi. La determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori fa capire che anche per l’azienda c’è un prezzo da pagare. Piano piano comincia a delinearsi una soluzione. Dopo quasi 12 ore di trattativa, si chiude alle 20, c’è un accordo di massima che deve essere valutato e discusso in tutti i suoi aspetti. L’azienda paga 13 mensilità, mette dei soldi nel progetto di ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori sottoponendo alla verifica delle rappresentanze sindacali nel suo sviluppo, e a verificare le condizioni per un ulteriore prolungamento della Cassa integrazione che è prevista per altri sette otto mensilità. Certo non è una vittoria, è un risultato che va letto alla luce di un quadro generale non certo favorevole. In questi mesi siamo stati, come partito, non con le chiacchiere, a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori , lo saremo ancora nelle battaglie future per difenderne i diritti e la dignità.
Rifondazione comunista Padova
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