Lunedì 29 febbraio 2016, ore 18:35, alla fermata del tram della stazione ferroviaria, direzione nord. Arrivo e trovo una ventina di persone in attesa, man mano in aumento (sarà l’ora di punta). Ma dopo circa 10 minuti, del tram niente… E’ impossibile arrivare al cartello elettronico per controllare i minuti di attesa per l’arrivo del tram. Una ragazza (avventurosa) ci informa che mancano 3 minuti. Dopo altri 10 minuti, vediamo arrivare un bus sostitutivo, strapieno, ma tanto strapieno che a causa della gente incastrata nelle porte, il bus riparte dopo altri minuti… La quindicina di noi che restano a terra, alla fermata, notano che il bus fatica pure a salire il cavalcavia Borgomagno fino alla curva, in cima, tanto è pieno… Sembra incredibile, ma poi anche imbarazzante quando dei pendolari come me lamentano che disagi del genere succedono quasi tutti i giorni, più volte al giorno.
Dopo altri 5 minuti di attesa, arriva un altro bus sostitutivo, partito però dalla stazione, e quindi vuoto. Ma chi era rimasto in attesa alle fermate precedenti, niente bus sostitutivo? Anche su questo bus tutti stretti tanto che per molti è impossibile arrivare alle macchinette obliteratrici, anche solo con la vista. Ma poi arriva la voce che le macchinette per obliterare i biglietti e quelle elettroniche per gli abbonamenti sono spente e quindi inutilizzabili. Un chiaro segno di colpevolezza e incapacità organizzativa di BusItalia, considerando anche le proteste degli autisti sull’organizzazione dei turni e degli orari. Ma questa è anche incapacità della gestione e manutenzione dei mezzi.
Cari padovani, in sintesi questo è ciò che è successo stasera 29 febbraio: circa un’ora per essere “deportati-insardinati” per sei fermate, dalla Stazione all’Arcella. Spero solo di arrivare al lavoro in tempo, domani, e sano e salvo. Ciao!
Giovanni Bottigliero (lavoratore pendolare, dalla periferia al centro città, tutti i giorni della settimana)
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