In questo fine settimana, lo Sportello sociale di Rifondazione comunista è intervenuto in quattro casi di sfratto ottenendone il rinvio.
Quattro casi, come nella stragrande maggioranza, per morosità incolpevole a causa di affitti troppo alti in proporzione ai salari; redditi che si riducono per la perdita del posto o per riduzioni degli orari di lavoro.
Situazioni non facili da risolvere nell’assenza di politiche capaci di dare risposte, di affrontare il problema alla radice.
Le politiche di austerità che hanno progressivamente ridotto i margini di intervento dei comuni nel sociale, la scelta di ridurre il patrimonio pubblico abitativo nella crisi invece di incrementarlo, rendono facile la propaganda della guerra tra poveri.
Nel Veneto, ci sono migliaia di appartamenti chiusi di proprietà pubblica dell’Ater e dei comuni. Appartamenti non destinati alle graduatorie né all’emergenza abitativa.
Un patrimonio che risanato, magari con l’auto-recupero degli assegnatari, oppure impiegando piccole aziende artigiane, creando nuove opportunità di lavoro, potrebbe essere sufficiente a dare una risposta alle migliaia di famiglie e persone sotto sfratto nel Veneto: seimila nel 2014.
Un doppio investimento a fini sociali e produttivi che non si vuole fare per favorire la speculazione immobiliare da un lato e per alimentare la guerra tra poveri dall’altro.
Continuiamo la lotta per il diritto alla casa per tutti/e, per il reddito, contro la precarietà e lo sfruttamento.
Sportello sociale di Rifondazione comunista – Padova
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