Nei giorni scorsi, Comuni e Regioni hanno dato il via libera a 8 degli decreti attuativi della riforma madia (legge 124/2015). L’intesa con il Governo è stata raggiunta con tanto di comunicato dell’Anci.
Non erano all’ordine del giorno i testi su autorità portuali, partecipate e servizi pubblici.
Arrivano così i primi decreti attuativi della riforma della p.a. e per fine marzo si attende il nulla osta ad altri provvedimenti il Ministro Marianna Madia soddisfatta del risultato raggiunto spiega in un comunicato stampa che l’obiettivo del Governo è lavorare insieme a regioni e autonomie locali per “un servizio di qualità con tempi e regole certe da parte della Repubblica”. Ma in merito al regolamento che accelera i tempi per gli insediamenti produttivi, il Governo spiega che questa esigenza viene innanzitutto dalle Regioni. La disputa ora riguarda la individuazione degli investimenti ritenuti strategici “per velocizzare i grandi investimenti privati che portano sviluppo e innovazione”. Come ripetuto dalla Madia.
Merita comunque attenzione il comunicato Anci, un condensato di ipocrisia che nasconde il ruolo attivo dei comuni nel processo di smantellamento del settore pubblico.
“Come Anci esprimiamo, convintamente, il nostro parere favorevole sui decreti attuativi della legge Madia. Apprezziamo il metodo usato, improntato alla condivisione e al lavoro d’insieme. Accelerare i tempi di risposta della burocrazia, evitare sovrapposizioni di competenze, semplificare la vita a cittadini ed imprese è fondamentale per lo sviluppo del Paese. I Comuni ci credono. Abbiamo espresso poi al governo l’auspicio di approfondire alcune questioni rimaste ancora irrisolte”, si legge in una nota.
La forza lavoro nel pubblico impiego è la più vecchia del continente, “Anci chiede retoricamente lo sblocco del turn over dimenticando che la Legge di stabilità 2016 prevede solo una assunzione ogni 4 pensionamenti”, sostengono i Cobas di Pisa. “Solo uno stupido potrebbe pensare ad una apertura del Governo che ha rivisto a fine 2015 le regole che prevedevano in un paio di anni ogni rimozione ai vincoli del turn over. Siamo dinanzi a una autentico capovolgimento della realtà e l’Anci si fa comprare per un piatto di lenticchie come l’accesso gratuito, ora è a pagamento, alla banca dati della motorizzazione. Quello che dovrebbe essere scontato per ammodernare la pubblica amministrazione viene presentato come una grande conquista cedendo sulle questioni dirimenti come le assunzioni, giusto per restare proni ai dettami della Bce e della Troika che da settimane insiste sul contenimento della spesa pubblica per arrestare un deficit in aumento”, continuano i Cobas.
Sostenere poi che la gratuità dell’accesso alla banca dati risolverà i problemi dei bilanci degli enti locali “è ancora più clamoroso perché i problemi nascono dal mancato arrivo, da parte statale, dei soldi destinati ai Comuni, dai ritardi delle Regioni soprattutto verso i piccoli comuni. In qualunque modo la si voglia vedere, il pareggio di bilancio in Costituzione sta determinando anche la crisi delle autonomie locali”.
Controlacrisi.org, 7.3.16
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