E’ però mancato un dibattito chiaro, trasparente, che in consiglio comunale facesse luce sulle ragioni politiche che hanno portato alla rottura dentro la compagine che ha “governato” fino a ieri la città . Non solo sulle divergenze attorno alle pratiche dell’amministrazione, ma anche sulle ombre che si addensano attorno ad alcune scelte compiute dal Sindaco e dagli uomini a lui più vicini. Bitonci si dichiara incorruttibile e vittima dei poteri forti della città. Sulla prima affermazione si vedrà, la seconda è pura propaganda secondo un clichè che paga dal punto di vista elettorale, ma lontanissimo dalla realtà.
I tagli al sociale, la riduzione dell’irpef a tutto vantaggio dei redditi più alti, i progetti di nuovi parcheggi, di nuovi opere come il nuovo ospedale e un nuovo stadio al plebiscito, il via libera alla privatizzazione del trasporto pubblico locale, indicano con chiarezza il blocco di interessi che sono stati favoriti e si volevano favorire, non certo quelli popolari a cui si sono riservate le briciole e la bandiera della guerra tra poveri.
E’ da qui che bisogna ripartire, dalla necessaria costruzione di un blocco sociale e politico, popolare, capace di progettare un destino diverso per la citta’ e i suoi abitanti,di tutte/i coloro che la abitano e la vivono a partire dai quartieri popolari.
Un’altra Padova che contrapponga alle logiche di governo della città, centrate sul podestà e la sua cricca, una vera partecipazione democratica dei cittadini/e , per rinnovarla, per renderla più bella, viva e attrattiva, includente, per dare risposte ai drammatici problemi sociali e ambientali senza risposte.
Per una città in comune.
Rifondazione Comunista Padova
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