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PKK è il nome della libertà e della speranza nel Medio Oriente

Fonte: http://www.uikionlus.com/pkk-e-il-nome-della-liberta-e-della-speranza-nel-medio-oriente/

PKK è il nome della libertà e della speranza nel Medio Oriente

Guerriglieri e guerrigliere di HPG e YJA Star hanno parlato con ANF in occasione dell’anniversario della fondazione del PKK e hanno invitato la gioventù del Kurdistan a unirsi alle file del PKK dicendo “Rafforzeranno la nostra lotta fino a quando il nostro popolo e tutti i popoli del mondo saranno liberi.”

“PRIMA DEL NOSTRO MOVIMENTO IL POPOLO CURDO PROVAVA LA MORTE”
Guerrigliero HPG Nizar Zeriker: il PKK è nato in condizioni difficili, quando nessuno aveva il coraggio di combattere. Il PKK è nato come una risposta al fascismo in memoria del martire Haki Karar. Politiche di negazione e annichilimento venivano praticate contro il nostro popolo. Prima del nostro movimento il popolo curdo provava la morta ogni giorno. Il popolo curdo era stato ridotto all’auto-negazione. Con la nascita del nostro movimento, il destino dei curdi è cambiato. Il popolo curdo ha realizzato una rinascita con il nostro movimento. Dalla fondazione del nostro movimento, per quanto lo Stato turco abbia cercato di distruggere il nostro movimento nella persona del leader Apo, i tentativi sono stati resi vani di fronte alla resistenza del leader Apo e del nostro popolo. Nonostante tutti gli attacchi dello Stato fascista, non hanno avuto successo di fronte alla filosofia e ideologia del leader APO. Il nostro movimento di fronte a questi attacchi è cresciuto anche di più. E questo porta il nostro movimento in costante crescita più vicino alla vittoria. Dobbiamo questo successo al leader Apo e ai nostri martiri.

“NON VIVREMO COME PRIMA E NON COMBATTEREMO COME PRIMA”

Guerrigliero HPG Zerdeşt Rebin: Il movimento del PKK è iniziato con una manciata di persone e oggi mobilita milioni di persone e svolte un ruolo chiave nella ricostruzione democratica del Medio Oriente. Quindi il PKK è diventato la speranza di libertà sia per il popolo curdo che per i popoli del Medio Oriente. In linea con il motto, “Non vivremo più come prima e non combatteremo più come prima” creato per noi dal nostro leader, aumenteremo la lotta più che mai. Come movimento aumenteremo la nostra lotta nelle montagne, nelle città e in tutto il Kurdistan e nel Medio Oriente se necessario, e la porteremo alla vittoria. Voglio cogliere questa opportunità per celebrare il 39° anniversario del nostro partito e la giornata della risurrezione del popolo curdo, prima per il leader Apo e il popolo curdo, per coloro che resistono sulle montagne e nelle galere e per i popoli del Medio Oriente.

“IL POPOLO CURDO HA VISSUTO TRASFORMAZIONI MIRACOLOSE”
Guerrigliero HPG Helgurt Merîwan: Fino al 27 novembre 1978 non c’erano segni di una nazione, figuriamoci di un’alleanza nel popolo curdo e politicamente era molto debole. La fondazione del PKK in questo senso significa una risurrezione del popolo curdo. Perché dopo il popolo curdo ha vissuto trasformazioni incredibili, miracolose e questo cambiamento-trasformazione ancora prosegue in senso positivo.

“SIAMO PIÙ FORTI CHE MAI”

E noi come guerriglieri delle HPG siamo più forti e meglio attrezzati che mai per proteggere le conquiste e i valori sacri che i martiri ci hanno affidato. Che sia contro gli attacchi di bande di organizzazioni come ISIS e Al Nusra, o contro forze fasciste come l’Iran e la Turchia, noi difenderemo le nostre conquiste e le terre del Kurdistan e staremo al fianco di tutti i popoli oppressi del mondo. Il PKK ha portato i curdi dai tempi in cui temevano di pronunciare il proprio nome e non potevano parlare la loro lingua, ad anni pieni di lotta e di vittoria. Il Kurdistan è la lotta implacabile e l’ideologia del nostro leader che ha parlato al Medio Oriente e a tutto il mondo del popolo curdo e della sua giusta lotta.

“PROTEGGEREMO L’EREDITÀ DI BERITAN E SARA”

Guerrigliera YJA Star Arjin Mêrdin: Molto è cambiato nella vita del popolo curdo da quando è stato fondato il PKK. Prima i curdi non potevano neanche dire che erano curdi. Un popolo alienato dalla sua stessa cultura e lingua, ora sta vivendo la sua cultura con l’impegno del leader Apo. Inoltre, le donne che prima che il movimento del PKK si organizzasse non avevano alcun valore o spazio nella società, con il nostro movimento hanno raggiunto una formidabile posizione e livello di organizzazione. La linea della resistenza di Beritan, Sara, Zilan, ha portato la lotta del movimento delle donne fino al giorno d’oggi. Oggi il nostro movimento sta conducendo una magnifica resistenza e guerra in tutto il Kurdistan. Contro l’esercito turco fascista e le bande di ISIS, sue estensioni, il nostro movimento continua a resistere. La nostra resistenza continuerà con determinazione fino a quando il nostro popolo e il nostro leader Apo saranno liberi.

“IL PKK HA RISVEGIATO LA COSCIENZA NAZIONALE NEI CURDI”

Guerrigliero HPG Cudî Mîros. Il popolo curdo è più vicino alla libertà di quanto lo sia mai stato prima. Prima del movimento del PKK, I curdi nelle quattro parti del Kurdistan erano divisi tra loro e si erano allontanati gli uni dagli altri anche dal punto di vista culturale. Una coscienza nazionale si è risvegliata nel nostro popolo che ha iniziato a conoscersi l’un l’altro con il nostro movimento. Gli esempi più belli di questo si possono vedere a Shengal, nella resistenza in Bakur, Bashur e nel Kurdistan Rojava, dove i giovani delle diverse parti del Kurdistan stanno combattendo contro ISIS o lo Stato fascista turco nelle stesse trincee. Questo spirito è stato creato dalla leadership del PKK. Questo spirito di unità è la garanzia per la libertà del nostro popolo e della nostra leadership.

“FAREMI VIVERE GLI OBIETTIVI DEI NOSTRI MARTIRI”

Guerrigliera YJA Star Dicle Koto: L’anniversario della fondazione del PKK è per noi importante e significativo. Il primo esercito di donne in tutto il mondo è nato grazie al leader Apo. Nel 39° anniversario della fondazione del nostro partito, ripetiamo la nostra promessa di prendere parte alla lotta più forti e più attive che mai, in linea con gli obiettivi dei nostri martiri e l’’ideologia del nostro leader.”

Coroneremo il 39° anno del nostro movimento con la vittoria
‘SOSTENIAMO LA NOSTRA PROMESSA DI LIBERTÀ”
Guerrigliero HPG Aram Fırat: Siamo all’interno di un processo significativo e storico mentre celebriamo il 39° anniversario della costituzione del nostro movimento. Il leader Apo ha lanciato il movimento insieme a un piccolo gruppo di amici in circostanze difficili. Sbaglieremmo se trattassimo il PKK come un partito o un movimento qualsiasi. Dobbiamo capire le circostanze nelle quali il PKK è stato fondato e le realtà dei curdi e del Kurdistan se davvero vogliamo capire il PKK e il leader Apo. Il nostro movimento non ha perso il suo ritmo da quando il leader Apo ha compiuto il primo passo fino ad oggi. Come movimento e come popolo, ci troviamo in una grande lotta in Kurdistan. Come militanti apoisti proteggeremo i sogni e l’eredità dei nostri eroici martiri che hanno portato il nostro movimento fino a oggi. Coroneremo il 39° anno del nostro movimento con la vittoria rafforzando la nostra lotta. Restiamo fedeli alla nostra promessa di libertà per il nostro popolo. Rafforzeremo la nostra lotta fino a quando il nostro popolo e tutti i popoli del mondo saranno liberi.

‘LA GIOVENTÙ DEL KURDISTAN DEVE PROTEGGERE I VALORI CHE IL PKK HA CREATO’

La gioventù del Kurdistan deve proteggere i valori che il PKK ha creato. La lotta per la terra, il popolo e i popoli oppressi del mondo è la cosa più sacra al mondo. Per questa ragione invito la gioventù del Kurdistan e il nostro popolo a rafforzare la lotta. Il nostro popolo e la gioventù del Kurdistan deve proteggere e rafforzare i valori che il PKK ha creato.

‘IL NOSTRO MOVIMENTO DI LIBERAZIONE CRESCE CON OGNI PASSO’

Guerrigliera YJA-Star Berîtan Cudî: Il 39tç anniversario della fondazione del PKK è molto importante per noi. Io celebro il giorno del leader Apo, del nostro popolo e dei popoli del mondo, dei martiri rivoluzionari e delle donne di tutto il mondo. Il nostro movimento di liberazione cresce a ogni passo. Con il suo 39° anno di lotta, il nostro movimento non è solo per il popolo curdo, ma per tutti I popoli oppressi. Ogni volta che premiamo il grilletto esprimiamo la rabbia e l’odio che proviamo per le forze colonialiste.

‘IL PKK RAPPRESENTA VALORI CREATI NEGLI ULTIMI 40 ANNI’

Guerrigliero HPG Serhat Xelat: Faccio gli auguri per il 39° anniversario del PKK. Quello che fa di noi il PKK è la nostra capacità di affrontare tutte le difficoltà. Oggi l’esercito turco fascista ci attacca con tutta la sua potenza, ma non riesce ad avere successo. Il nostro movimento è cresciuto con i valori che sono stati creati nel corso degli ultimi 40 anni. Il nostro movimento è stato lanciato con un piccolo gruppo in circostanze difficili, ma è diventato un movimento di milioni di persone grazie alla fiducia che riceviamo dai curdi.

Messaggio per Castro dalla KCK

La KCK ha rilasciato una dichiarazione scritta in memoria del leader della rivoluzione cubana scomparso la scorsa settimana. La dichiarazione è firmata dalla “Co-Presidenza del Consiglio Esecutivo” e dice che lo spirito rivoluzionario di Fidel Castro e dei suoi compagni vivono nella lotta dell’umanità per la democrazia, la libertà e il socialismo.

La dichiarazione della KCK recita come segue:

“Porgiamo le nostre condoglianze al popolo di Cuba, alla comunità progressista dopo che il grande rivoluzionario Fidel Castro ha perso la vita. Fidel Castro, che ha impersonato gli ideali e i desideri più puri dell’umanità fino al suo ultimo respiro non sarà dimenticato. La sua eredità verrà portata dai rivoluzionari e dall’intera umanità nella lotta per la libertà, la democrazia e il socialismo. Il movimento di liberazione curdo non dimenticherà il contributo di Fidel Castro alla lotta dell’umanità per libertà, la democrazia e il socialismo e porterà la sua eredità e le sue aspirazioni nella lotta per la libertà del popolo curdo e dei popoli del Medio Oriente.

La rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro e Che Guevara è stata una significativa ispirazione per la lotta del movimento di liberazione curdo. Il loro spirito rivoluzionario e la loro passione per la libertà, il loro sfidare tiranni, fascisti, dittatori e imperialisti dicendo “la morte può arrivare in ogni luogo”, ha avuto un impatto importante sulla militanza del PKK. La loro sfida al sistema capitalista come piccolo paese è stata una caratteristica portata come esempio dal movimento di liberazione curdo. Come loro, anche il movimento di liberazione curdo ha provato nella pratica che nessuno ostacolo può trovarsi sul percorso della passione per la libertà e la democrazia e ha lottato e raggiunto la vittoria, per quanto sia grande il nemico e ovunque siano gli ostacoli.

Fidel Castro e il popolo di Cuba hanno contribuito così tanto alla storia di libertà dell’umanità. In un periodo in cui l’imperialismo e il fascismo hanno governato il mondo, la resistenza del popolo cubano e la rivoluzione che hanno realizzato, ha dato la forza e accelerato le lotte per la libertà e la democrazia per tutti i popoli. E soprattutto, lui ha risvegliato lo spirito di libertà dei popoli dell’America Latina e trasformato quelle terre in un Paese di lotta rivoluzionaria, dove la lotta per la libertà e la democrazia non tramontano mai.

Le terre dove ha avuto più impatto dopo l’America Latina sono quelle del Medio Oriente. Ha avuto un impatto importante nello sviluppo dei movimenti rivoluzionari in Turchia e in Kurdistan. La militanza di Fidel Castro e Che Guevara e le caratteristiche della rivoluzione cubana sono state fonte di coraggio e morale per popoli sottoposti a una dura oppressione. Lo spirito internazionalista della rivoluzione cubana ha avuto impatto sul fatto che Haki Karer e Kemal Pir si siano uniti al movimento di liberazione nello spirito internazionalista. Come il leader del movimento di liberazione curdo Apo non ha mai dimenticato o mostrato slealtà contro qualsiasi persona o movimento che ha dato per lo sviluppo della lotta per la libertà, avremo lo stesso atteggiamento rispetto a Fidel Castro e alla rivoluzione cubana e porteremo avanti l’eredità di questo rivoluzionario e i valori che lui ha creato nella nostra lotta per la libertà e nella nostra rivoluzione.

Lo spirito rivoluzionario di Fidel Castro e dei suoi compagni vivrà nella lotta dell’umanità per la democrazia, la libertà e il socialismo e l’umanità un giorno raggiungerà il mondo che hanno desiderato.”

1 Comment

  1. Gianni Sartori

    Giustizia per Sakine, Fidan e Leyla
    (Gianni Sartori)

    Il 23 gennaio 2017, dovrebbe iniziare a Parigi il processo per l’assassinio di tre militanti curde uccise il 9 gennaio 2013: Sakine Cansiz (tra i fondatori del PKK), Fidan Dogan e Leyla Saylemez. 1) La conclusione è prevista entro il il 24 febbraio.
    L’imputato è un giovane turco, Omer Guney, riuscito a infiltrarsi nelle organizzazioni curde e arrestato il 13 marzo 2013. Dagli atti del processo sembra ormai certo che il presunto colpevole era da tempo in contatto con il MIT, il servizio segreto turco. Secondo le organizzazioni curde, il MIT potrebbe aver commissionato il delitto allo scopo di intimidire i militanti e stroncare sul nascere ogni tentativo di soluzione politica del conflitto.
    Grazie alla mobilitazione delle organizzazioni curde, finora il triplice omicidio non è stato archiviato. “Decine di migliaia di persone – ricordavano le associazioni curde in un comunicato – si sono radunate per intere settimane nella capitale francese e davanti alle ambasciate in tutta Europa in occasione degli anniversari, chiedendo una condanna effettiva dei colpevoli e l’individuazione dei mandanti”.
    In questi giorni l’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI) ha lanciato un appello “per portare a Parigi la nostra richiesta di verità e giustizia affinché alle udienze siano presenti osservatrici e osservatori internazionali”.
    Un monito contro il terrorismo di Stato per impedire il ripetersi di simili atrocità.
    Perché, prosegue il comunicato di UIKI, “vogliamo assumere la difesa del diritto alla vita di ogni persona contro gli attacchi da parte dello Stato”.
    Riempire l’aula del tribunale, seguire ogni udienza del processo ha un significato ben preciso: “mostrare che Sakine, Fidan e Leyla non sono state dimenticate, non solo dal loro popolo, ma anche da tutti coloro che ritengono irrinunciabili i valori come pace, democrazia, giustizia e libertà”.
    L’uccisione delle tre militanti curde, sia nelle circostanze che nelle modalità, ricorda il caso di Dulcie September, attiva esponente antiapartheid (in quanto membro dell’African National Congress) assassinata dai servizi segreti sudafricani, sempre a Parigi, il 29 marzo 1988. Un’azione probabilmente intesa anche a colpire il presidente francese Mitterand, “colpevole” di aver fatto togliere l’ANC dall’elenco delle organizzazioni terroristiche.
    Analogamente l’uccisione delle tre donne curde potrebbe aver rappresentato un messaggio, di stampo mafioso, verso Hollande che aveva espresso una seppur tiepida solidarietà nei confronti dei curdi (tra l’altro aveva incontrato almeno una delle tre militanti uccise). E non dimentichiamo che anche la moglie di Mitterand sfuggì fortunosamente a un attentato proprio mentre era impegnata a favore dei curdi con la sua fondazione (France Libertés – Fondation Danielle Mitterand). In questo caso la manovalanza era irachena, pare, ma esiste il fondato sospetto che anche la CIA potesse essere coinvolta.
    Risulta quindi mai attuale, a mio avviso, la lettera aperta (apparsa anche su “La Stampa”) che Danielle Mitterand aveva inviato nel 2003 al popolo curdo:
    “Cari amici curdi, una volta di più gli interessi delle potenze straniere vi pongono al centro dell’attualità internazionale. Potreste spiegarmi che senso ha dato la potenza americana a questa ‘partnership’ con voi? Potreste mostrarmi un solo documento ufficiale in cui un responsabile dell’amministrazione americana si sia impegnato a favore delle vostre richieste e rivendicazioni per uno Stato iracheno democratico e federale? Come sapete gli americani stanno minando nuovamente il vostro Paese e hanno l’intenzione di usare ancora bombe all’uranio impoverito. Mi dite di non potervi opporre alla volontà della superpotenza americana nella guerra che conduce contro l’Iraq, tanto più che sono i vostri ‘protettori’. Ma potete fare affidamento su un Paese, gli Stati Uniti, che vi ha tradito tragicamente due volte, nel 1975 e nel 1991? Al vostro posto, non mi fiderei”.

    Gianni Sartori