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PROGETTANO MURI, MENTRE SERVONO RISORSE E PERSONE

Pieno sostegno alla mobilitazione dell’USB a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e della sanità pubblica nell’azienda ospedaliera di Padova. Le tanto sbandierate eccellenze in un quadro di riorganizzazione della sanità Veneta che taglia servizi, posti letto e vede crescere le carenze di personale si fonda sulla intensificazione dei carichi di lavoro e il mancato riconoscimento, anche economico, del lavoro svolto. E’ un bene per tutti che contro questa situazione si apra un fronte di lotta. E’ un bene per le lavoratrici e i lavoratori è un bene per i cittadini.

Paolo Benvegnù segretario regionale PRC


Comunicato della USB Pubblico Impiego Veneto

USB con il sostegno di lavoratori iscritti e non iscritti proclama lo stato di agitazione in azienda ospedaliera Padova, vista l’attitudine della Azienda a scaricare sui lavoratori le problematiche dovute alla assenza di personale, alla gestione delle risorse economiche ed ai presunti “buchi” di bilancio, dovuti alla scelta regionale di non pagare quanto dovuto l’alta specializzazione offerta.
Dopo mesi in cui il dibattito della più grande Azienda Cittadina per numero di lavoratori, si fonda sulle lotte dei gruppi di potere, che giocano a MONOPOLI per decidere sul DOVE fare la nuova struttura, i lavoratori che forniscono un servizio essenziale, come produrre SALUTE sono stanchi e pieni di rabbia.
Particolarmente significativa ed esempio, la situazione creatasi nella Unita Operativa di MICROBIOLOGIA, da anni baluardo di difesa per le emergenze sanitarie emergenti ( Influenza Aviaria e Suina, Ebola, Virus Febbri estive DENGUE, West Nile ed il recente VIRUS ZIKA) nonché importante centro di riferimento nazionale ed internazionale per molte patologie, che vede i lavoratori senza nessun riconoscimento economico ulteriore rispetto alla paga base e che vengono decurtati senza informazione alcune della salario legato alle ore extra fatte per rispondere alle emergenze.
Inoltre, come ulteriore forzatura, si usano pronte disponibilità in maniera programmata, pur di non riconoscere l’impegno domenicale nel lavoro per le urgenze legate alle infezioni ospedaliere.

SI PRETENDE L’ECCELLENZA PROFESSIONALE A COSTO ZERO

Situazioni di sofferenza dei lavoratori anche nella riorganizzazioni recenti, rianimazioni ed area-materno infantile, la cui logistica richiederebbe aumenti di personale e non richiami in turno. Il turno europeo, invece di dare sollievo alla turistica, ha alimentato nuove difficoltà e creato situazioni al limite; l’unificazione delle delle varie Ulss, sul versante assistenza, non può portare ad alcun beneficio. Nei fatti, si stanno riducendo gli standard assistenziali!
Sempre di più, riteniamo, si manifesta nei reparto ospedalieri, il rischio che lo stress da lavoro correlato che potrebbe determinare, sempre più a errori nelle funzioni lavorative. Un personale, che ribadiamo, da statistiche nazionali ha superato nella media, i 50 anni di età di media. Alcuni di essi con limitazioni ai carichi di lavoro certificate dal medico competente che devono lavorare, come fossero operatori in piena salute.
carenza di personale persiste in tutte l’Azienda Ospedaliera ed ha in questo periodo evidenziato delle difficoltà in numerose Unità Operative nella gestione della turnistica. Vi sono reparti che lavorano sotto organico perché non si riescono a colmare le carenze.
In sostanza, le malattie stagionali, l’assenza di graduatorie, l’impossibilità di reperire il personale necessario, i tempi burocratici per le assunzioni, l’età che avanza di pari passo con le limitazioni fisiche, rendono la vita al personale di assistenza nei reparti, insostenibile.

Molte aziende, non hanno graduatorie proprie per le assunzioni e in esse, siamo in forte ritardo per OSS, infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio. L’utilizzo di graduatorie fra le varie Ulss/Aziende, si rivela spesso un’ inutile partita di giro. Non si può giocare sulla pelle dei lavoratori.
Ora ci aspetta l’appuntamento dal prefetto, per tentare di sanare la questione, ma siamo disponibili ad arrivare allo sciopero per rafforzare le nostre posizioni di difesa dei lavoratori.
Non dimentichiamo che tutto questo avviene in una situazione di sola attenzione della politica regionale, locale e nazionale, per la speculazione edilizia e per i grandi progetti di finanza che portano al nuovo ospedale di Padova, che per la qualità del servizio offerto.
I lavoratori della SANITA’ padovana sono tra i meno pagati del veneto e rimangono, come tutti i lavoratori del pubblico impiego, senza contratto da anni, anche dopo l’accordo “farsa” di dicembre.

ESECUTIVO PUBBLICO IMPIEGO VENETO
Gabriele Raise

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