Fonte: http://cadelboscocomunista.blogspot.it/2017/03/come-si-distrugge-un-sistema-sanitario.html
L’art. 32 della Costituzione italiana obbliga lo Stato a tutelare la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, garantendo cure gratuite agli indigenti.
Nel 2016 circa 11 milioni di italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche: ben 2 milioni in più rispetto al 2012.
La spesa sanitaria legata alle prestazioni private, a cui gli Italiani hanno ricorso nel 2016, ammonta a 34,5 miliardi di euro con un aumento del 3,2% rispetto al biennio 2013/15;
La compartecipazione alla spesa sanitaria (TICKET), introdotta ormai da anni nei nostri Servizi Sanitari Regionali, è andata nel tempo aumentando sino ad arrivare al superamento della tariffa nelle prestazioni private.
Nel 2016 il 45,4% degli Italiani ha preferito rivolgersi al privato per prestazioni sanitarie che nel sistema pubblico avrebbe pagato ad una tariffa uguale o di poco superiore.
Il 72,6% delle persone che hanno dovuto scegliere la sanità privata, lo ha fatto a causa delle lunghe liste d’attesa.
7,1 milioni di italiani hanno scelto prestazioni sanitarie in regime di “INTRAMOENIA” (la prestazione avviene in ospedale ma “da privato”). Di questi, il 66,4% lo ha fatto proprio a causa delle eccessive liste d’attesa nel pubblico e, un alta percentuale di questi, a causa dell’impossibilità di ottenere permessi dal lavoro per ricorrere alle prestazioni sanitarie nei normali orari lavorativi.
In Italia, rispetto al PIL, l’investimento economico in sanità è pari all’8,8% (anno 2015). Decisamente sotto la media Ocse che si aggira intorno al 9,3% e molto più basso rispetto a Paesi come Olanda (11,8%), Francia (11,6%) e Germania (11,3%). Per la sanità l’Italia spende meno di Paesi come Grecia, Portogallo e Spagna.
Ogni giorno piccoli ospedali e servizi territoriali vengono chiusi, il turnover degli operatori è sostanzialmente bloccato con la conseguenza che le condizioni di lavoro peggiorano, le liste d’attesa per visite ed esami si allungano e l’accesso a servizi di qualità non è più garantito a tutti.
Il 45% degli italiani ritiene che il proprio servizio sanitario regionale sia peggiorato.
I Pronto Soccorso degli Ospedali non sono più in grado di garantire la qualità dell’assistenza necessaria, stante l’affollamento e l’impossibilità al ricovero, con situazioni che offendono la dignità delle persone.
Tutto questo criminale smantellamento del nostro servizio sanitario nazionale avviene nella più totale indifferenza di un popolo apatico che tollera rassegnato qualsiasi abuso e sopruso della peggior classe politica che l’Italia abbia mai avuto.
Salviamo quel che è rimasto del nostro Stato Sociale, ribelliamoci a chi ci sta rubando anche la speranza nel futuro.
Salviamo quel che è rimasto del nostro Stato Sociale, ribelliamoci a chi ci sta rubando anche la speranza nel futuro.
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